Scheda film
Titolo originale: My cousin Rachel
Regia e Sceneggiatura: Roger Michell
Soggetto: dal romanzo “MIa cugina Rachele” di Daphne Du Maurier
Fotografia: Mike Eley
Montaggio: Kristina Hetherington
Scenografie: Alice Normington
Costumi: Dinah Collin
Musiche: Rael Jones
Suono: Danny Hambrook
G.B./USA, 2017 – Drammatico/Thriller – Durata: 108′
Cast: Rachel Weisz, Sam Claflin, Holliday Grainger, Iain Glen, Pierfrancesco Favino, Simon Russell Beale, Tim Barlow
Uscita: 8 marzo 2018
Distribuzione: 20th Century Fox
La donna che amò due volte
Un giovane inglese (Sam Clafin), è stato cresciuto come un figlio da suo cugino Ambrose, un proprietario terriero del Devon, verso cui nutre una paterna venerazione. Ad un tratto Ambrose, consigliato dal suo medico, è costretto a trasferirsi in Toscana per ragioni di salute. Qui conosce e sposa la misteriosa Rachel (Weisz), una sua cugina mezza italiana. Dopo un iniziale idillio, la situazione, anche di salute, dell’uomo precipita ed egli, poco prima di morire, riesce ad informare Philip di come la moglie lo stia lentamente uccidendo.
Deciso a scoprire la verità, Philip raggiunge la residenza italiana del cugino per scoprire che la donna è partita, trovando invece al suo posto l’ambiguo Rainaldi (Pierfrancesco Favino), suo amico ed avvocato, al quale non riesce a dare troppa fiducia. Ritorna quindi in patria, persuaso che Rachel sia il male in persona e la diretta causa della morte di Ambrose. Poco dopo la donna annuncia il suo arrivo.
Determinato a riservarle un’accoglienza fredda, Philip è invece sbalordito nel trovare in Rachel una persona elegante, intelligente e sensibile, prima che bellissima. Piuttosto che farle del male come era intenzionato, Philip se ne innamora, follemente. Rischierà anche lui di ripetere la storia dello sfortunato cugino o forse si tratta solo un malinteso?…
Tratto dal romanzo “Mia cugina Rachele” di Daphne Du Maurier, autrice frequentata da Alfred Hitchcock per ben tre volte (La taverna della Giamaica, Rebecca, la prima moglie e Gli uccelli), testo che già vide una trasposizione cinematografica omonima da parte di Henry Koster nel 1952 con Olivia de Havilland ed un giovane Richard Burton, il film di Roger Michell (Notting Hill) trae forza da una messinscena sontuosa e da Rachel Weisz, interprete di Rachel, cui regala bellezza, fascino e magnetismo e, non ultima, ambiguità, tutte doti per reggere il personaggio sullo schermo e farci appassionare a lei, ma anche per farcelo temere e guardare di traverso, come quando in certe inquadrature sembra quasi un vampiro o tiene in mano le irrinunciabili, sinistre tisane.
La fotografia di Mike Eley vive di toni scuri, aiutata in questo dai costumi Dinah Collin – Rachel non usa in pubblico abiti chiari – come se la pellicola fosse in un ammaliante bianco e nero.
Anche se imperfetto ed a tratti raffazzonato, soprattutto nella parte italiana, il film si lascia guardare con piacere e mistero, come la sua protagonista, attingendo a molti altri elementi, quali ad esempio le scenografie maestose della Cornovaglia, le cui scogliere avranno anche un importante ruolo narrativo.
RARO perché… è un piccolo film, benché dalla messinscena sontuosa, che qualcuno potrebbe voler recuperare…
Voto: 6
Paolo Dallimonti