Scheda film
Regia: Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi

Soggetto: Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci
Fotografia: Gian Enrico Bianchi
Montaggio: Giancarlo Fontana
Scenografie: Gaspare De Pascali
Costumi: Monica Gaetani
Musiche Francesco Cerasi
Suono: Gianluca Scarlata
Cast: Sarah Felberbaum, Cesare Bocci, Claudio Bisio, Ivano Marescotti, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Massimo Popolizio
Italia, 2019 – Commedia – Durata:  96′
Uscita: 28 marzo 2019
Distribuzione: Vision Distribution

Lo salviamo noi il cinema (italiano)!

Le recenti elezioni hanno portato ad una parità dei due schieramenti del nuovo che avanza, mentre la vecchia sinistra arranca in litigi continui e non pare più in sintonia col paese, ormai sull’orlo del baratro. Baratro sul quale qualcuno pare pure aver scommesso per guadagnarci…

L’unica alternativa per fare un governo tra i due litiganti, stante un Presidente della Repubblica che ha fatto della discrezione il suo credo, è trovare una specie di fantoccio da mettere a capo…

Non è la cronaca politica dell’ultimo anno in Italia o, meglio, la è, ma è anche la trama del sequel di Benvenuto presidente, firmato nel 2013 da Riccardo Milani. Trama che si completa con l’idea di proporre a quel Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio), che nella finzione otto anni prima era stato nominato per sbaglio Presidente della Repubblica italiana, il ruolo di Premier. L’omonimo dell’eroe nazionale non può fare a meno di accettare l’ingrato compito poiché nel frattempo la sua Janis (che ha anche cambiato volto, passando con disinvoltura da quello di Kasia Smutniak a quello di Sarah Felberbaum) ha sentito il richiamo del Palazzo ed è tornata al Quirinale nell’inflessibile ruolo di Vice Segretario Generale. L’incarico gli permetterà almeno di avere più contatti con l’ex compagna di cui è ancora innamorato e da cui ha avuto una figlia, Guevara…

Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano, che dopo il successo (8.500.000 euro d’incasso) del primo film cercavano un soggetto per dare seguito alle avventure del candido Giuseppe Garibaldi, avendo tentato di immaginare anche peripezie presso il Parlamento europeo, parse però troppo complicate per poter risultare divertenti, quando circa un anno fa si trovarono di fronte alla reale situazione italiana, non credettero ai loro occhi. Il testa a testa tra Movimento 5 Stelle di Di Maio  e la Lega di Salvini, che tenne in stallo il paese per qualche mese, era perfetto per dare nuova linfa alle imprese dell’illuminato pescatore.

Quasi un instant movie, Bentornato Presidente sfoggia una satira divertente e acuminata, quasi chirurgica e di alto livello, con una infinità di dettagli che ad una prima visione rischiano perfino di perdersi: basti pensare all’arrivo degli eletti in Parlamento, con gli pesudosalviniani di “Precedenza Italia” sugli Hummer, gli pseudogrillini del “Movimento Candidi” in autobus (che non prende nemmeno fuoco!) e gli pseudorenziani di “Sovranità Democratica” sulla Delorean (memori di quello slogan “Ritorno al futuro” dell’ultima Leopolda).

Una satira che non risparmia nessuno, poiché tra i vari personaggi riemergeranno anche gli squali della seconda Repubblica, interpretati da Cesare Bocci e da Massimo Popolizio (sul quale pare essere rimasto ancora incollato l’alone del personaggio di Vittorio Sbardella interpretato ne Il Divo), non eletti, ma ancora affamati di potere e comunque utili al neo-premier per qualche consiglio.

Da non trascurare anche l’apporto degli attori, sui quali, oltre al consueto e misurato Bisio, spiccano i tre leader delle rispettive coalizioni: Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi e Marco Ripoldi, quest’ultimo fresco fresco dal collettivo “Il terzo segreto di satira”.

Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, esplosi lo scorso anno con Metti la nonna in freezer, mantengono il loro stile tra il visionario ed il fumettistico, con minime concessioni al linguaggio pubblicitario, ottenendo un ritmo elevatissimo, grazie anche al montaggio curato dallo stesso Fontana, di cui la pellicola può solo giovarsi. Tant’è che se nelle loro opere non toccassero tematiche molto nostrane, non sembrerebbero neanche italiani. Molto attenti all’aspetto visivo, ricco di numerose trovate e di accostamenti e rimandi tra una scena e l’altra, riescono a concentrare nella breve durata di circa un’ora e mezza tante invenzioni che – cosa rara! – fanno di Bentornato Presidente un sequel senz’altro superiore all’originale ed un film di sicuro successo al botteghino.

Un’unica perplessità sulla giovane coppia di nuovi salvatori del nostro cinema: quanto durerà senza evolversi?

Voto: 7

Paolo Dallimonti