Scheda film

Regia e Soggetto: Gabriele Pignotta
Sceneggiatura: Gabriele Pignotta, con la collaborazione di Valerio Groppa
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Montaggio: Alessio Doglione
Scenografie: Tiziana Liberotti
Costumi: Agata Cannizzaro
Musiche: Stefano Switala
Suono: Gianluca Scarlata
Italia, 2014 – Commedia – Durata: 95′
Cast: Gabriele Pignotta, Vanessa Incontrada, Chiara Francini, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani, Paolo Triestino, Catherine Spaak
Uscita: 17 aprile 2014
Distribuzione: Teodora Film

 Il matrimonio del mio peggiore amico

Luca (Gabriele Pignotta) cura le persone nel fisico, ma ha un problema al cuore: fa il fisioterapista, ma è stato lasciato dalla fidanzata appena le aveva chiesto di sposarlo. Per questo è in cura dal dr. Ferri (Federico Pacifici), psicologo che (ri)paga aiutandolo a riabilitarsi da una frattura. Quando il terapeuta decide di partire per Cuba, Luca rimane a badare saltuariamente alla sua dimora. Travolto dalle numerose chiamate dei “suoi” pazienti, non resiste alla richiesta d’aiuto di Andrea (Vanessa Incontrada), abbandonata proprio sull’altare, iniziando a spacciarssi per lo psicologo e finendo pian piano per innamorarsi di lei…
Nel frattempo Andrea (Fabio Avaro), amico di Luca, in procinto di sposarsi più per consuetudine che per convinzione con Carlotta (Chiara Francini), per un’ultima trasgressione prima delle nozze inizia a chattare con una ragazza sconosciuta. Convinto sia la nuova vicina di casa di Luca – che all’insaputa di tutti è in realtà la Andrea di cui sopra – ignora completamente di avere dall’altra parte nientepopodimeno che la futura moglie.
Così, mentre uno crede di aver trovato l’amore, l’altro rischia di perderlo per sempre…
Tratto dall’omonima commedia teatrale di Gabriele Pignotta, qui al suo debutto cinematografico, #Ti sposo ma non troppo è un’abbastanza piacevole commedia degli equivoci aggiornata ai tempi della rete e dei social network che ha però un vistoso difetto comune a moltissimi adattamenti del genere, prime fra tutti quelle di Vincenzo Salemme: la pretesa che insipidi canovacci, magistralmente arricchiti e nutriti sul palco dalle prodigiose performance di capaci attori possano funzionare sullo schermo. Il filo diretto con un pubblico presente, che ad ogni rappresentazione come fosse un rito riceve e trasmette calore umano, viene troncato dalla rigidità dell’obiettivo che circoscrive e rende immutabile quanto gli sia stato offerto.
Perciò, pur in mezzo ad una sequela di buffe incomprensioni, già insite nei nomi dei protagonisti – ci sono un’Andrea e un Andrea – dopo un inizio promettente le scialbe battute – che avrebbero ed hanno sicuramente fatto venire giù la sala a teatro – lasciano quasi indifferenti gli spettatori che faticano a trovare motivi d’interesse nei confronti del film.
La vicenda però può procedere grazie alla sufficiente benzina delle numerose gaffe dei protagonisti, innescate dall’inizio fino all’immancabile lieto fine. E la bravura di un cast ben assortito non lascia sfigurare affatto l’esordio di Pignotta, soprattutto di fronte a tante altre insipide commedie nostrane, e lo colloca almeno poco sopra la mediocrità. 

Voto: 6

Paolo Dallimonti