Scheda film
Titolo originale: The lion king
Regia: Jon Favreau
Soggetto: Brenda Chapman, su personaggi di Irene Mecchi, Jonathan Roberts e Linda Woolverton
Sceneggiatura: Jeff Nathanson
Fotografia: Caleb Deschanel
Montaggio: Adam Gerstel e Mark Livolsi
Scenografie: James Chinlund
Musiche: Hans Zimmer
Suono: Ron Judkins
USA, 2019 – Animazione/Drammatico – Durata: 118′
Cast di voci: Marco Mengoni (Donald Glover), Vittorio Thermes/Simone Iué (JDMcCrary), Betoncé (Elisa),
Alice Porto/Chiara Vidale (Shahadi Wright Joseph), Edoardo Leo (Billy Eichner), Stefano Fresi (Seth Rogen)
Uscita: 21 agosto 2019
Distribuzione: Walt Disney Pictures

Il leone s’è pixelato… paura più non fa…

La storia la sapete tutti quanti, perché sarete in pochi a non aver visto uno dei lungometraggi animati più maturi della rinascita Disney diretto  nel 1994 da Rogers Allers e Rob Minkoff (ed in tal caso, correte a recuperarlo!): il piccolo Simba cresce in esilio nel triste ricordo di aver causato accidentalmente la morte del padre, re Mufasa, ed all’ombra del malvagio zio Scar, usurpatore e vero responsabile del misfatto. Insieme ad amici fidati riscoprirà la sua vera identità e le proprie “reali” responsabilità, nonché la sete di giustizie e di vendetta…

Nel venticinquesimo anniversario della pellicola originale, la Disney, che ormai da tempo ha investito ingenti capitali nei remake live-action dei suoi capolavori animati, pur con risultati artistici non sempre entusiasmanti, rivisita ora Il re leone (che già nel 2015 era finito sotto i riflettori per una convincente trasposizione in 3D). Questa volta però la questione è diversa, poiché, non essendoci affatto personaggi umani o umanoidi, non ci sono attori in carne e ossa sullo schermo e la nuova versione è più un aggiornamento 2.0. Il film resta pur sempre in animazione, un’animazione che ovviamente nel 2019 è estremamente evoluta grazie all’uso delle più moderne tecnologie. Perciò, per quanto i fondali saranno stati ripresi originalmente nel continente africano e per quanto massima attenzione sia stata posta al motion capture per una eagerata naturalezza dei felini, il risultato non è realmente un film in live-action, ma un raffinatissimo lungometraggio in computer grafica.

Chiarito questo, ecco arrivare il problema di questo Il re leone diretto da Jon Favreau, che già si era fatto le ossa (e le prove) con un altro remake, Il libro della giungla. Se la Disney ci ha ammaliato per decenni con innumerevoli animali antropomorfizzati, rendendoli assai espressivi e più vicini a noi, che cosa ce ne facciamo oggi di branchi di leoni ed altre bestiole iperrealiste, ma proprio per questo pressoché inespressivi e per niente credibili (se non ridicoli) quando iniziano a cantare, pur con voci celestiali prestate dai migliori talent rpereibili (a suon di denaro) sul mercato?

Non bastano quindi le voci di Marco Mengoni e di Elisa (in originale Donald Glover e Beyoncé), prestate rispettivamente a Simba e Nala, più numerosi altri bravissimi artisti, a renderci empatici con leoni dalle espressioni granitiche. Va un po’ meglio con i personaggi di contorno, come i mitici Timon e Pumba, ma non basta.

Il risultato è un eccezionale ed emozionante documentario della National Geographic Society o della BBC, ma in acido, dove tutti curiosamente cantano a squarciagola; oppure, per capirci, la versione “fotografica”, più che realistica, de “I girasoli” di Van Gogh. Dove è finita la poesia?!

Perciò, se Il re leone,  realitzzato nell’anno di grazia 2019, può considerarsi un interessante esperimento per testare lo stato dell’arte delle tecnologie in dotazione alla Dsiney e ad Hollywood in generale, l’esito dell’esperimento fa volgere il pollice verso il basso. Ridateci la fantasia, ridateci i colori pieni dei disegni animati fatti a mano, il ghigno fiero di Mufasa e lo sguardo innoncente di Simba. Ridateci il sogno.

Voto: 5

Paolo Dallimonti