Scheda film
Titolo originale: Late night
Regia: Nisha Ganatra
Soggetto e Sceneggiatura: Mindy Kaling
Fotografia: Matthew Clark
Montaggio: Eleanor Infante e David Rogers
Scenografie: Elizabeth J. Jones
Costumi: Mitchell Travers
Musiche: Lesley Barber
Suono: Allison Jackson
USA, 2019 – Commedia – Durata: 102′
Cast: Emma Thompson, Mindy Kaling, John Lithgow, Hugh Dancy, Reid Scott, Denis O’Hare, Max Casella
Uscita: 12 serrembre 2019
Distribuzione: Adler Entertainment
The show must NOT go on
Katherine Newbury (Emma Thompson), da anni protagonista di un talk show serale che porta il suo nome, è ormai giunta al capolinea. La formula è stanca, gli autori neanche la conoscono (e lei neanche conosce loro, tanto da chiamarli per numero in rare riunioni, anziché per nome) e i troppo rassicuranti ospiti puzzano di naftalina. Nel suo lavoro non c’è più il coraggio di una volta, di quando era una stand-up-comedian con le palle, non c’è più adrenalina, ma solo boria e, soprattutto, non ci sono più ascolti. L’unica (oltre al marito senza peli sulla lingua Walter Lovell, interpretato da John Lithgow) che la ricorda com’era e che la ammira per quello che realmente vale(va) è Molly Patel (Mindy Kaling), una operaia di uno stabilimento chimico, aspirante autrice comica, che, per una serie di fortunate coincidenze, riesce ad entrare nello staff di Katherine. Tra gioie e dolori l’esperienza sarà determinante per entrambe…
In Italia la tradizione dei “late night show” è molto esile, una strada battuta fin dai tempi non sospetti del monopolio Rai da Maurizio Costanzo, perciò pionieristica in quell’epoca non troppo lontana, ma oggi inimmaginabile, in cui già prima della mezzanotte le trasmissioni televisive terminavano con tanto di sigla. Tant’è che il titolo italiano del film di Nisha Ganatra, semplicemente Late night, è costretto ad omaggiare e scimmiottare il più recente e fortunato programma “E poi c’è Cattelan” condotto dall’Alessandro nazionale su Sky, quindi neanche sulla TV generalista.
Mente dell’intera operazione, dal retrogusto autobiografico, è la tuttofare Mindy Kaling, produttrice, sceneggiatrice ed interprete della pellicola (come anche della nota serie The office, di cui ha diretto anche qualche episodio), affidata alla regia della Ganatra, regista di molte serie TV di successo, come Future man e Mr. robot e di un più o meno dimenticato film uscito da noi nel 2005, Cake – Ti amo, ti mollo… ti sposo con Heather Graham.
La formula di E poi c’è Katherine non è affatto nuova, ponendo al centro una vecchia gloria (un po’ come Il diavolo veste Prada), contrapponendole in nome del “politically correct” un nuovo talento, rigorosamento e riconoscibilmente “etnico” o “esotico”, non di folgorante bellezza, ma di tavolgente simpatia (come nell’ormai datato Il mio grosso grasso matrimonio greco o in qualsiasi commedia anni novanta con protagonista Whoopy Golbderg) e condendo il tutto con un’efficace verve che tanto ricorda i frizzanti film scritti, se non diretti da Nora Ephron.
Fortemente voluto dalla sua protagonista Mindy Kaling, che fin dall’inizio pensò alla Thompson, E poi c’è Katherine è una divertente commedia che si lascia vedere dall’inizio alla fine, senza troppi colpi di coda o di scena e con tanto di lieto fine, benchè preceduto da un’apparente disfatta. E di questi tempi, di inizio stagione cinematografica, non è poco…
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti