Vice (Fuori concorso) 7
USA
di Adam McKay (The Big Short)
con Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell, Sam Rockwell, Tyler Perry

Che dire della performance di Bale? fisicamente modificato come solo lui sa fare per questo film! La voce, con i suoi bordi morbidi e l’autorità, è perfetta, in lingua originale chiaramente. C’è qualcosa che lo fa assomigliare a un mafioso di Coppola questa versione di Bale di Cheney: l’impassibile massa enorme di Corleone. Ma ci sono anche momenti di puro umorismo, in cui la performance si ribalta assomigliando a quella dei cattivi dei cartoni animati. Incredibile Bale!
Anche la malvagia rappresentazione di Sam W Rockwell di George W. Bush, che sembra presa da una pellicola comica, è da Oscar ma inferiore a Bale certamente. Il finale però non è di registro comico è quasi come se McKay alla fine si fosse reso conto che Dick Cheney non è affatto una cosa su cui ridere poi troppo.
C
on il suo ultimo film, The Big Short, Adam McKay ha realizzato l’impossibile: ha realizzato un film divertente sui mutui. Grazie a questo successo, si è posto un’altra formidabile sfida, questa volta per realizzare un ritratto rivelatore di un uomo raro: animale politico spietatamente ambizioso ed ex vicepresidente americano Dick Cheney (Christian Bale). Ma come numerosi colleghi e avversari direbbero, Cheney è un uomo difficile da definire. Strizzando l’occhio alla quarta parete, riconoscendo che i fatti reali di alcuni incontri non saranno mai conosciuti, la sceneggiatura spinge quindi il film in una fantasia a fumetti: Cheney e sua moglie Lynne (Amy Adams), parlano in versi falsi shakespeariani a un certo punto. È un pezzo ambizioso di scrittura, sicuramente ma mentre la sceneggiatura di The Big Short, che McKay ha scritto insieme a Charles Randolph, ha gestito e coordinato abilmente il materiale denso, qui c’è una nota leggermente frenetica rispetto al tono ironicamente satirico del marchio McKay. Ci sono momenti nel terzo atto che sembrano un documento d’esame schizofrenico: i fatti sono presentati in modo confuso e il filo dell’argomento viene perduto da tempo.  McKay sceglie spesso di avvolgere il viso nell’oscurità. Cheney, suggerisce, è un uomo che ha agito comodamente nell’ombra. Il regista poi si diverte con la passione di Cheney per la pesca a mosca, facendo cadere scatti di lucci in agguato e pesce gatto nel film come esche. Come fosse una metafora della sua capacità di scivolare tra gli eventi e pescare quando meno te lo aspetti. Tra metafore, silenzi e oscurità il regista riesce a regalarci un ritratto agghiacciante del personaggio. Chapeu.

Voto 7

Vito Casale