Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Fulvio Risuleo
Fotografia: Juri Fanticgrossi
Montaggio: Ilenia Zincone
Scenografie: Gianni Coletti
Costumi: Stefano Ciammitti
Musiche: Robert Aiki Aubrey Love
Suono: Francesco Lucarelli
Italia, 2019 – Commedia – Durata: 93′
Cast: Edoardo Pesce, Anna Bonaiuto, Daphne Scoccia, Sabrina Marchetta, Vittorio Viviani, Silvana Bosi, Federico Tocci
Distribuzione: Vision Distribution

Dogwomen vs. dogman

Una ragazza della periferia romana, Marti (Daphne Scoccia), si improvvisa dog-sitter, ma, al suo primo lavoro, mentre accompagna al parco un carlino blu, incontra un curioso sedicente veterinario, il dr. Mopsi (Edoardo Pesce), che però si rivela essere un malintenzionato a caccia di preziosi esemplari. Il tentativo di inseguirlo inseme alla compagna Rana (Silvia D’amico) rimane però vano.

Qui il secondo lungometraggio di Fulvio Risuleo, dopo il buffo Guarda in alto, si interrompe e ne comincia un altro, uno cui si racconta di come il non giovanissimo disoccupato Orazio sia finito per diventare il dr. Mopsi. Fino al rincongiungimento con la storia precedente, la prosecuzione sotto un altro punto di vista e l’evoluzione finale.

Se già Risuleo, autore dei premiatissimi cortometraggi Varicella e Lievito madre, ci aveva colpito con il film precedente, qua stupisce per una sceneggiatura ben scritta, che procede in maniera circolare, tessendo due storie differenti fino a farle rincontrare, riannodandole. Leggendo la sinossi c’era il rischio di imbattersi nuovamente in una narrazione simile a quella di Guarda in alto, che procedeva per accumulo di situazioni. Qui invece il rischio è solo appena sfiorato (la galleria di personaggi strampalati non manca, ma è molto contenuta) e la pellicola, più matura, va avanti lungo un proprio percorso che affascina nel tentare di scoprire via via quale esso sia.

Mentre nel primo film già il regista esortava a guardare oltre, a vedere dove altri non vedono, a volare senza perdere la speranza, nel nuovo lungometraggio realizza un inno alla libertà incarnandolo nel povero carlino Ugo, alla ricerca della propria indipendenza, in un mondo in cui questi è solo merce di scambio per i soldi. E così anche Orazio/Mopsi, insegue la propria affermazione in una società che non gli dà un lavoro e che in qualche modo lo usa, costringendolo ad essere, per uscirne, quel lestofante che non è mai stato.

Dopo decenni di “heist movie”, girati più che altro per mettere insieme cast faraonici, Il colpo del cane, che è ironico già solo nel titolo, racconta di un “colpo” molto particolare e ci conferma un autore, diviso tra cinema e fumetti, cui le idee non mancano – cercate in rete la sua originale web-serie interattiva Il caso Ziqqurat – abile nel giocare con i molti elementi tecnici, compreso il suono curato da Francesco Lucarelli, sen’altro da tenere d’occhio.

Ed è anche la conferma di un attore, Edoardo Pesce, sempre bravissimo, che qui, dopo il successo di Dogman, curiosamente  si ritrova ancora una volta alle prese con tematiche canine.

Voto: 7

Paolo Dallimonti