Scheda film
Titolo originale: Once upon a time… in Hollywood

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Fotografia: Robert Richardson
Montaggio: Fred Raskin
Scenografie: Barbara Ling
Costumi: Arianne Phillips
Musiche (supervisione): Mary Ramos
Cina/G.B./USA, 2019– Commedia/Drammatico/Azione – Durata: 161′
Cast: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Timothy Oliphant, Julia Butters
Uscita: 18 settembre 2019
Distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia

Pro

Tarantino sorprende per l’ennesima volta i suoi fan con il suo nono e in teoria penultimo film, un omaggio nemmeno troppo nascosto alla sua giovinezza e ai suoi ricordi da bambino. Gli Stati Uniti che furono, con pubblicità che ora definiremmo naif o politically uncorret, e il mondo del cinema da lui tanto amato in quegli anni in pieno boom di produzione post-guerra di pari passo al boom economico.

Per più di due ore assistiamo alla personale rivisitazione della storia e di quegli anni secondo Quentin, con sparietti alternati tra il gustoso, il divertente, il geniale e l’autocitazione che hanno fatto impazzire i fan, soprattutto all’estero, come dimostrano gli ottimi incassi in USA. Sullo sfondo il mondo della setta di Charles Manson che sembra inserirsi nell’ecosistema come se ne fosse parte integrante e normale. La banalità del Male nella vita quotidiana, una sottile e non banale metafora.

Di Caprio e Pitt formano un duetto geniale: il primo un mezzo attore di film di serie B, i famosi film di genere tanto amati dal regista, mentre il secondo è la sua semplice spalla e tuttofare.

Bruce Lee è solo una delle tante star dell’epoca che appare in questo film in un esilarante siparietto con Brad Pitt.

Come ha detto lo stesso regista, questo è il terzo film della trilogia in cui reinterpreta la storia reale a modo suo, come si vede nello spettacolare finale che cambia completamente il registro del film e scatena un entusiasmo da stadio nelle sale: il sogno americano è vivo e vegeto e lotta perennemente per rinnovarsi!!

Un film molto personale, che dimostra la maturità formale raggiunta dall’autore, ormai ben lontano dal mondo pulp delle origini.

Film molto interessante, curiosamente poco apprezzato solo dalla critica italiana, che probabilmente è troppo distante da quel mondo e dai suoi valori.

Voto: 8

Vito Casale

 

Contro

In un periodo che avrà il suo fulcro intorno al 9 agosto 1969, in cui si compì il massacro di Bel-Air ad opera di alcuni adepti di Charles Manson ai danni di Sharon Tate (che rivive sullo schermo grazie a Margot Robbie) ed altre quattro persone, seguiamo le vicende dell’attore in declino Rick Dalton (Leonardo Di Caprio), interprete di serie televisive ambeintate nel Far West e ad un passo dall’abbandonare la carriera statunitense in favore di una nebulosa carriera in Italia negli “Spaghetti western”. Insieme a lui, anche nella vita reale, si muove la sua controfigura Cliff Booth (Brad Pitt), amico più che fidato. Dal momento che la sua bella villa è ubicata in quel di Cielo Drive proprio accanto a quella della famiglia Polanski, sarà facile immaginare come le strade di tutti i succitati finiranno per incrociarsi, con conseguenze difficilmente immaginabili…

Tarantino omaggia un’epoca, quella d’oro di Hollywood, come anche quella del cinema d’exploitation all’italiana, che mai più tornerà ed alla quale si è sempre sentito molto legato. E questo gli fa davvero onore, anche perché il suo forte pathos qua e là si sente.

Però dopo The hateful eight, letteralmente il suo Otto e ½, il regista di Pulp fiction sembra davvero in crisi. Il citazionista per eccellenza, “the king of B-movie”, il signore indiscusso del mash-up cinematografico, giunto probabilmente alla fine del repertorio, è arrivato al punto di autocitarsi, toccando il massimo della ridondanza. Tra Inglorious basterds e i suoi due western, omaggiati ampiamente, la carriera di Quentin appare davvero giunta ad un punto interrogativo.

In un film lungo quasi tre ore, non mancano sono svariati siparietti interessanti e divertenti, come ad esempio la sfida tra Booth e Bruc Lee o la visita di Sharon Tate al cinema che proietta il suo ultimo film, The wrecking crue (da noi all’epoca tradotto barbaramente Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm) o ancora le riprese sul set in cui Dalton si convince di essere ancora un attore in gamba, complice una impertinente ragazzina. Il problema è che questi sono diluiti in mezzo ad un mare di noia e a momenti di vuoto assoluto in cui non accade praticamente nulla – soprattutto nella prima parte – che si sarebbero potuti tagliare senza troppi rimpianti. Il fatto è che Tarantino crede così tanto in se stesso ed è così autoreferenziale ed affezionato al proprio Cinema da non riuscire a disfarsi neanche di un fotogramma.

Un motivo per cui vale indiscutibilmente la pena spendere i soldi del biglietto per andare in sala vedere C’era una volta a… Hollywood sono i suoi meravigliosi attori: un Leonardo Di Caprio eccessivo e per questo divertente, un Brad Pitt che toglie alla sua recitazione tutto ciò che il suo sodale aggiunge e che vince sicuramente ai punti tra i due e una sublime Margot Robbie, che ripropone l’innocenza e la bellezza purtroppo perdute di Sharon Tate.

E se pure gli ultimi venti/trenta minuti sono irresistibili ed esilaranti, tra le migliori scene del miglior Tarantino, riscrivendo anche qui, come in Inglorious basterds, la Storia, confermando l’aura di fiaba già presente nel titolo e risollevando ampiamente le sorti del film, è come se a scuola si fosse raccolta un’insufficienza grave al primo semestre e a fine anno si recuperasse con un voto brillante: la media rimane comunque bassa e non assicura la promozione.

Voto: 5

Paolo Dallimonti