Scheda film
Titolo originale: Rudar
Regia: Hanna Slak
Soggetto e Sceneggiatura: Hanna Slak
Fotografia: Matthias Pilz
Montaggio: Vladimir Gojun
Costumi: Tina Bonca
Musiche: Damir Imamovic, Amélie Legrand
Slovenia, Germania, 2017 – Drammatico – Durata: 89′
Cast: Boris Cavazza, Jure Henigman, Leon Lucev, Tin Marn, Marina Redzepovic
Uscita: 31 ottobre 2019
Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione

Sale: 20

Una verità sepolta

Quando nei titoli di testa si legge la dicitura “tratto da una storia vera”, l’approccio al film di turno da parte dello spettatore cambia inevitabilmente. Se l’assistere al frutto dell’immaginazione di uno sceneggiatore in qualche modo crea un certo distacco tra le immagini e il fruitore, con quest’ultimo consapevole e rassicurato dal fatto che ciò che sta scorrendo davanti ai suoi occhi non è mai accaduto se non nella testa di chi lo ha creato, nel caso contrario la situazione cambia radicalmente. Di fatto, il pubblico diventa testimone di eventi e destini che hanno fondamenta storiche, più o meno romanzate o fedeli alla realtà. Di conseguenza, pellicole come Il segreto della miniera si caricano della responsabilità di portare sullo schermo non solo una successione di inquadrature, suoni e parole, ma anche una verità tanto o poco conosciuta. Una verità che nel caso del film di Hanna Slak è stata sepolta nel vero senso della parola e trascina con sé dolore e sofferenza, quella di migliaia di vittime innocenti, dei loro affetti e di chi è sopravvissuto.

Attraverso lo sguardo di un immigrato di origine bosniaca, Il segreto della miniera è basato sulla vicenda vera del minatore Mehmedalija Alić – che perse tutti i parenti maschi nella strage di Sebrenica del 1995, alla quale sopravvisse perché era già emigrato in Slovenia – che scoprì i brutali segreti della recente storia slovena nelle viscere della miniera di Huda Jama. Il segreto della miniera svela dunque un lato oscuro della storia slovena. Nel 2007, un minatore sloveno di origine bosniaca venne inviato all’interno di una miniera ormai sigillata per poi riferire il contenuto alle autorità competenti. Dopo 2 anni di lavoro in cui ruppe 11 barriere e rischiò la vita in condizioni estremamente pericolose, scoprì la tomba nascosta di 4000 profughi di guerra uccisi alla fine della seconda guerra mondiale dai vincitori. L’atroce scoperta sconvolse la società slovena, ma la maggioranza ancora rifiuta di accettare la verità su questo crimine che ad oggi è ancora sepolta in quella miniera.

Il segreto della miniera è un dramma storico che non fa sconti allo spettatore. L’autrice lo avvolge con una veste mistery che scorre sotto la superficie per portare a sé più spettatori possibile. Il tutto per rendere il racconto e la one line del protagonista più cinematografici, ma senza stravolgere o alterare la vera natura dei fatti. Il risultato è un film sulla memoria rimossa, gli affetti strappati e gli orrori della guerra attraverso le lacerazioni profonde e mai cicatrizzate che questa lascia nel tempo, nei cuori e nelle teste delle persone che direttamente o indirettamente ne hanno subito le conseguenze. Temi dal peso specifico non indifferente che la Slak affronta di petto, senza timori e senza il bisogno di calcare troppo la mano. È la tragedia immane che mano a mano viene a galla nonostante le barricate erette a parlare per la regista. A lei il compito di raccogliere tutto, metabolizzarlo per poi restituirlo sullo schermo attraverso un’opera capace di sferrare una serie di pugni alla bocca dello stomaco. Ciò ne fa un film importante a prescindere per quello che ha deciso di riportare alla luce, impreziosito dalla performance attoriale di Leon Lučev che incarna con intensità e giusta misura il personaggio di Mehmedalija Alić.

RARO perché… è una storia che evidentemente deve ancora rimanere anch’essa sepolta…

Voto: 7 e ½

Francesco Del Grosso