Vince “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”!

Il 24 gennaio al Teatro Vascello è amdata in scena la finale del Roma Fringe Festival, la rassegna di teatro indipendente giunta alla sua ottava edizione.

A contendersi il titolo 24 prime nazionali assolute provenienti da Italia, Inghilterra, Svizzera, Messico, selezionate dalla commissione artistica guidata da Fabio Galadini: altrettanti “pezzi unici”, tra commedia di tradizione italiana, comicità, noir, drammi, teatro civile e commedie.

Tra le opere in concorso, rappresentate dal 6 al 17 gennaio al Mattatoio – La Pelanda, uno splendido esempio di architettura industriale di fine Ottocento, ne sono state selezionate ben 3 da una giuria di qualità.

Il 24 sera a gareggiare per il primo posto sono stati: “Antigone”, del Collettivo Imperfetto di Roma, regia e drammaturgia di Alessandro Anil con Sofia Taglioni, Giovanni Serratore, Francesco Lamantia, Piero Cardano, Angelica Prezioso; “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”, di Les Moustaches di Bergamo, drammaturgia di Alberto Fumagalli, regia di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli, con Giacomo Bottoni, Francesco Giordano, Antonio Orlando; “S’Accabadora”, di Anfiteatro Sud di Cagliari, regia e drammaturgia di Susanna Mameli con Elisa Pistis (che a tempi da record – bravissima! – ha sostituito Annagaia Marchioro) e Marta Proietti Orzella, musiche di Paolo Fresu, produzione videomapping e realtà aumentata di Michele Pusceddu e Francesca Diana.

A decidere i vincitori è stata una giuria composta da Manuela Kustermann (presidente di Giuria) Ulderico Pesce, Valentino Orfeo, Ferruccio Marotti, Pasquale Pesce, Pierpaolo Sepe, Italo Moscati, Raffaella Azim, insieme a un parterre stampa che ha assegnato il premio della critica. Tra i premi 2020, inoltre, si è registrata una novità: l’introduzione del Premio Alessandro Fersen per la ricerca e innovazione deciso direttamente dalla Fondazione Alessandro Fersen.

I premi “minori” sono stati così assegnati:
Miglior Attrice Viola Di Caprio per “Monologo schizofrenico”
Miglior Attore Lahire Tortora per “I perdenti di Acapulco”
Miglior Regia Luigi Saravo per “Enio. Materiali per una terra perduta”
Miglior Drammaturgia Susanna Mameli per “S’accabadora”
Spirito Fringe “A quel paese” di Anfiteatro Sud
Speciale Off “Io sono chi” di e con Alessia Arena

Tutti e tre i premi principali sono andati al divertente e poetico “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” di Les Moustaches, che abbiamo personalmente apprezzato moltissimo, un vero e proprio colpo di fulmine. Sposando in pieno il tema di ques’anno, quello dell’inclusione e della diversità, le complicate vicende di Ciccio Speranza, aspirante ballerino non proprio dotato dell’appropriato physique du rôle in una società maschile e contadina, descritta attraverso il passaggio delle stagioni e mediante un grammelot davvero originale e molto godibile, ha spiazzato, divertito e commosso tutti, noi compresi.

“Antigone” del Collettivo Imperfetto di Roma proponeva una messa in scena originale, che richiamava Pirandello e le sperimentazioni degli anni settanta, coinvolgendo il pubblico in un simpatico banchetto che inevitabilmente virava presto in tragedia, ma che, anche per imperfezioni attoriali, finiva per risultare arrogante ed alla fine non del tutto riuscito.

“S’Accabadora” di Anfiteatro Sud di Cagliari, che ha portato a casa il premio per la migliore drammaturgia a Susanna Mameli, il più ricco dei tre, tra videoproiezioni scenografiche e realtà aumentata, pur interessante nella sua realizzazione, non rendeva ancora una volta giustizia ad un personaggio magico, pieno di sfumature ed ammantato di mistero, colei che dava e toglieva la vita e che per anni se non secoli in Sardegna ha reso possibile in forma para-legale l’eutanasia.

Una serata unica, che ha visto il tutto esaurito. Una vera festa per il teatro (indipendente). Appuntamento al prossimo anno!

Paolo Dallimonti