Scheda film
Regia: Nelson McCormick, Michael Uppendahl, Wayne Yip, Alfonso Gomez-Rejon, Dennie Gordon e Millicent Shelton
Soggetto: David Well
Sceneggiatura: Zakiyyah Alexander, Stacy Osei-Kuffour, Nikki Toscano, Mark Bianculli, Eduardo Javier Canto, Charley Casler, Ryan Maldonado e David Rosen
Fotografia: William Rexer, Tim Norman e Frederick Elmes
Montaggio: Matt Barber, Amy E. Duddleston, John Petaja e Andrew Groves
Scenografie: Curt Beech
Costumi: John Dunn
Musiche: Cristobal Tapia De Veer
USA, 2020 – Fantastico/Thriller – Durata: 10 epidosi da 60′ ca.
Cast: Al Pacino, Logan Lerman, Lena Olin, Jerrika Hinton, Saul Rubinek, Carol Kane, Josh Radnor
Uscita: debutto internazionale su Amazon Prime il 21 febbraio 2020
Distribuzione: Amazon Prime

Nazi loro!

Altro colpo a segno per Amazon Prime che, in vista dell’arrivo di Disney+, sta distanziando ampiamente Netflix in quanto a qualità e varietà dell’offerta.

Hunters, ideato dall’attore di origine ebraiche David Well e prodotto da Jordan Peele, racconta di una versione distopica ma non troppo degli Stati Uniti del 1977 in cui i Nazisti si sono rifugiati in quantità inimmaginabili, e, soprattutto, stanno cospirando per imporre un nuovo Reich, il quarto per la precisione.

Dopo un fulminante inizio in cui durante un barbecue in una splendida giornata di sole, un ex-criminale di guerra, riconosciuto da un’invitata come il “Macellaio di Arlem” non esita a far fuori tutti i presenti, compresa la sua bella famigliola, pur di non rivelare la propria vera identità, facciamo la conoscenza con i “cacciatori” del titolo, una banda di quasi tutti ebrei capeggiati da Meyer Hoffman (Al Pacino), latore di più di qualche segreto, impegnati ad eliminare tutti i suddetti ex-adepti di Adolf Hitler e destinati a breve a scoprire e a tentare di mandare all’aria il complotto di cui sopra.

Punto di forza di Hunters è di sfruttare molteplici suggestioni, in bilico tra leggenda e realtà, e di costruirici sopra una trama degna di interesse, un po’ come accadeva col sottovalutato Taken prodotto da Steven Spielberg che raccoglieva in forma di sceneggiature tutto lo scibile in materia di UFO.

Così viene citata l’Operazione Paperclip (realmente esistita) che vide gli USA impossessarsi, quale bottino di guerra, di tecnici e tecnologie del Terzo Reich pur di sottrarli ai Sovietici e viene tirato lo stesso Wernher Von Braun, tra i protagonisti di tale operazione, i cui studi sui missili V-2 diedero ampio comtributo alla riuscita della missione dell’Apollo 11 nel 1969. E viene menzionato anche un misterioso composto patogeno che sarebbe stato inserito nello sciroppo di mais al fine di eliminare fisicamente le fasce meno abbienti della popolazione americana che tanto evoca le c0ntroversie sull’Aspartame della Monsanto, approvato dalla FDA sempre negli anni settanta per velata intercessione dell’allora presidente Nixon.

Inoltre, trattando una delle più grandi tragedie del secolo scorso, riesce in alcuni flashback ad essere molto toccante, non risparmiando anche un parallelismo tra gli ebrei in Europa prima della guerra e gli afroamericani negli USA dopo.

La serie poi, ha come protagonista Jonah Heidelbaum (Logan Lerman), nipote della vera ideatrice della squadra di cacciatori, l’anziana Ruth, uccisa misteriosamente nel primo episodio. Grazie a lui, ebreo di seconda generazione, riesce a dare il riferimento ed il termometro morale in ogni momento.

E fin qua i pregi. Il difetto di Hunters è fondamentalmente uno: quello di sembrare una serie tratta da un fumetto, pur essendo originale. Cioè la sua estetica è talmente sopra le righe – il riferimento è indiscutibilmente Quentin Tarantino – da sembrare artefatta e calcolata, al punto da porre un’ombra sull’intera operazione, inficiandone la completa riuscita.

Ciò non toglie che Hunters sia una serie molto divertente ed appassionante, magari non armonica ed equilibrata, ma, senz’altro da vedere grazie alle suggestioni di cui sopra, ai tanti colpi di scena e in particolare ai suoi interpreti, su tutti un maetoso Al Pacino e un terrificante Dylan Baker che se ci disturbò più di vent’anni fa in Happiness, qua ci fa drizzare ogni pelo in corpo.

Stante la materia trattata, la perfezione sarebbe stata comunque difficile ed anche poco auspicabile.

Ha infine il pregio di aggiungere, dopo la conclusione delle vicende, una puntata finale apparentemente superflua in cui, oltre a diversi colpi di scena che annodano diversi fili intessuti fin dall’inizio, vengono poste le basi per una seconda e attesissima seconda stagione.

RARISSIMO perché… è una serie TV.

Note: la serie non esce naturalmente al cinema, ma è disponibile in streaming nel nostro paese su Amazon Prime.

Voto: 7

Paolo Dallimonti