Scheda film
Regia: Stijn Coninx
Soggetto e sceneggiatura: Stijn Coninx, Rik D’hiet
Fotografia: Lou Berghmans
Montaggio: Philippe Ravoet
Scenografia: Hubert Pouille
Costumi: Catherine Marchand
Musiche: Michelino Bisceglia
Italia/Belgio, 2013 – Drammatico – Durata: 120’
Cast: Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Matteo Simoni, Evelien Bosmans, Cristian Campagna
Uscita: 8 maggio 2014
Distribuzione: Movimento Film
Sale: 16
Miracolo calabro
Non capita spesso di vedere nelle sale nostrane pellicole battenti bandiera belga, se non in rare iniziative distributive legate a qualche nome di prestigio come quello dei fratelli Dardenne o più facilmente nelle occasioni festivaliere che l’Italia offre al calendario internazionale, per cui fa notizia che addirittura nello stesso giorno, ossia l’8 maggio, ben due opere provenienti dalla suddetta cinematografia riescano a trovare un meritatissimo posto nella programmazione tricolore. Si tratta di due delle opere più apprezzate e premiate della scorsa stagione, che grazie alla lungimiranza della Satine Film da una parte e della Movimento Film dall’altra ha fatto in modo che The Broken Circle Breakdown (da noi con il titolo Alabama Monroe – Una storia d’amore) e Marina approdassero finalmente sui nostri schermi. Quest’ultima, scritta e diretta da Stijn Coninx, aveva già avuto apprezzamenti all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, dove era stata presentata fuori concorso nella sezione “Alice nella città”, per poi tornare in madre patria e diventare campione d’incassi con la bellezza di 500.000 spettatori, entrando nella classifica dei dieci film fiamminghi più visti di tutti i tempi.
Il regista già candidato all’Oscar nel 1993 per l’emozionante Padre Daens firma un biopic ispirato alla vita e alla carriera del celebre musicista Rocco Granata, ma soprattutto un omaggio dovuto a uno dei brani più conosciuti della storia, secondo a livello mondiale solo all’intramontabile “Volare”, vale a dire “Marina”. La genesi creativa della hit dell’artista calabro diventa di fatto l’occasione per portare sullo schermo non solo la storia di una vita, ma anche una toccante vicenda personale, un conflitto generazionale e un romanzo di formazione calati in un contesto di sofferenza e difficoltà di integrazione. L’omonimo film di Coninx racconta l’esistenza di un giovane che lotta con un padre conservatore per realizzare il suo sogno: la musica. Un film ambientato negli anni Cinquanta che narra di un ragazzo che dalla povertà del Meridione plana a New York per esibirsi sul palcoscenico della mitica Carnegie Hall, passando per le miniere del Belgio dove gli emigranti italiani come lui sono andati alla ricerca di un futuro migliore.
Il risultato è un film ricco dal punto di vista emozionale e sentimentale che, partendo dalla classica biografia di un’artista, si lascia contaminare dal melò, dal dramma a sfondo familiare, dal film musicale e anche dal ritratto storico. Oltre all’avvolgente colonna sonora, nella quale spicca ovviamente l’amatissima “Marina”, la cura nei costumi e nelle scenografie arricchisce, insieme alla fotografia, la componente formale. Peccato che ciò venga in parte vanificato da una patina e da una messa in quadro che guarda più alla fiction di qualità del piccolo schermo che alla visione cinematografica. Il cineasta belga sceglie uno stile classico, asciutto, ma anonimo, a differenza di una direzione degli attori convincente e piena di sfumature, che valorizza l’intero cast a disposizione, che a sua volta lo ripaga con interpretazioni di grande spessore e intensità, a cominciare da quelle di un Luigi Lo Cascio in stato di grazia nel ruolo del padre e del giovane Matteo Simoni nei panni del Rocco adolescente, del quale si sentirà presto parlare.
Coninx dimostra come in passato di conoscere le potenzialità tecniche, stilistiche ed espressive della macchina da presa, confezionando un film che sa come fare riflettere e intrattenere, con lo sguardo autoriale che insegue le esigenze nazional-popolari di un cinema che vuole essere anche di intrattenimento nell’accezione più nobile del termine. Probabilmente, anzi sicuramente, tale combinazione, mescolata al successo mondiale che la canzone di Granata conserva ancora intatta nei decenni, ha decretato un simile successo al box office e il benestare degli addetti ai lavori.
RARO perché… nel nostro paese manchiamo di coraggio e di fiuto…
Voto: 7
Francesco Del Grosso