Scheda film
Titolo originale: Diqiu zuihou de yewan
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Bi Gan
Fotografia: Yao Hung-I, Dong Jinsong e David Chizallet
Montaggio: Qin Yanan
Scenografie: Liu Qiang
Costumi: Yeh Chu-Chen e Li Hua
Musiche: Lim Giong e Point Hsu
Suono: Li Danfeng
Cina/Francia, 2018 – Drammatico/Noir/Fantastico – Durata: 138′
Cast: Tang Wei, Huang Jue, Sylvia Chang, Lee Hong-Chi, Chen Yongzhong, Luo Feiyang, Zeng Meihuizi
Uscita in sala: 30 luglio 2020
Distribuzione: Movies Inspired

Mi ricordo, sì, io mi ricordo…

Luo Hongwu (Huang Jue) torna a Kaili, sua città natale, da dove era fuggito alcuni anni prima. Si mette sulle tracce della donna che un tempo amava e che non è mai riuscito a dimenticare. Gli aveva detto di chiamarsi Wan Qiven (Tang Wei)…

Dopo Kaili blues, premio per il miglior regista emergente al 68° festival di Locarno nel 2015, il regista Bi Gan, esponente secondo Pierre Risient di una “ottava generazione” di cineasti cinesi, “una generazione dalla poetica incendiaria”, torna a girare questo Un lungo viaggio nella notte. Un thriller senza scossoni, ma assai poco lineare e convenzionale, tra sogno, ricordo, emozione. A metà tra i racconti di Roberto Bolaño e le piece teatrali di Eugene O’Neill (ai quali si devono rispettivamente il titolo originale e quello internazionale), sospeso tra la pittura di Marc Chagall e i romanzi di Patrick Modiano, il secondo lungometraggio dell’autore nativo di Kaili, vive di numerosi piani sequenza e di movimenti di macchina molto elaborati, studiati al millimetro.

Concepito come un noir nello stile de La fiamma del peccato di Billy Wilder, è stato scritto procedendo in sottrazione o, per dirlo con le parole del regista, mediante “demolizione” in prima battuta e ricostruzione poi.

Opera davvero sui generis, dopo una metà intera della durata di un’ora esatta girata in 2D, dopo che il protagonista entra in una sala e indossa degli occhiali scuri (alludendo inevitabilmente allo spettatore), dopo quindi la comparsa in quel punto del titolo del film, inizia la seconda parte della pellicola, ancora più lunga, girata questa originariamente in 3D, anche se la distribuzione italiana Movies Inspired non ha voluto (e probabilmente neanche potuto) osare, distribuendo l’intera opera in versione completamente bidimensionale.

Il cinema di Bi Gan, anche in questo caso, è sopratutto sogno ed emozione, atmosfera e sensazione, più che narrazione e storia lineari. È un cinema che chiede molto allo spettatore, ma che riesce anche a donargli parecchio, una volta accettata l’impresa.

Magico e poetico, intriso e sporco d’acqua presente ovunque, Un lungo viaggio nella notte chiede solo, a chi lo vorrà, di lasciarsi trasportare dalle immagini e dalle parole in un sogno falso come il cinema, ma vero quanto un ricordo.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti