Scheda film
Regia: Jessica Hausner
Sceneggiatura: Jessica Hausner e Geraldine Bajard
Fotografia: Martin Gschlacht
Montaggio:Karina Ressler
Scenografie: Katharina Wöppermann
Costumi: Tanja Hausner
Musiche: Teji Ito
Suono: Erik Mischijev e Matz Müller
Austria/G.B./Germania/Francia, 2019 – Horror – Durata: 105′
Cast: Emily Beecham, Ben Wishaw, Kerry Fox, Kit Connor, David Wilmot, Phénix Brossard, Sebastian Hülk
Uscita: 20 agosto 2020
Distribuzione: Movies Inspired
Piantatela di emozionarvi!
Alice (Emily Beecham, premiata a Cannes 2019 per la sua interpretazione) è una biologa che lavora per una grossa azienda e che ha concepito un fiore di nuova generazione, di un bel rosso vermiglio, che se ben accudito può rilasciare sostanze fito-ormonali in grado di regalare la felicità al suo proprietario. Contravvenendo alle regole aziendali, ne porta un esemplare a casa propria per suo figlio Joe (Kit Connor). Alla pianta viene dato così il nome di “Little Joe” , ma presto la scienziata si rende conto che il vegetale, pur reso geneticamente sterile, potrebber star infettando col suo polline tutte le persone che gli si avvicinano, dal proprio pargolo ai suoi colleghi, conferendo loro una sorta di demenza emotiva interamente a suo vantaggio. Ma è veramente così e tutti sono in pericolo o sono solo pensieri nella mente non del tutto serena di Alice?…
Curioso mix tra La piccola bottega degli orrori sia nella versione di Roger Corman che in quella musical di Frank Oz, E venne il giorno di M. Night Shyamalan e La cosa di John Carpenter, il nuovo film di Jessica Hausner, che ricordiamo per il magnifico Lourdes, è un’opera molto curiosa, quasi un horror puro. La maggiore peculiarità del film è una sceneggiatura molto ambigua, scritta dalla regista insieme a Geraldine Bajard, in cui gli eventi mostrati sono leggibili in più modi. Gli strani comportamenti delle persone che ruotano attorno alle piante incriminate potrebbero essere comunque giustificati in altra maniera, così come i sospetti della stessa Alice e della sua collega Bella (Kerry Fox) potrebbero invece essere insiti nelle loro menti, poiché la prima segue una psicoterapia e la seconda assume psicofarmaci in cosneguenza di problematiche pregresse. E proprio qui risiede gran parte dell’interesse verso una pellicola che potremmo definire minimalista, in cui pure la colonna sonora di Teji Ito, preesistente al film, contribuisce a dare un senso di straniamento, così come anche la fotografia di Martin Gschlacht, innaturale e tendente spesso a virare verso il rosso vermiglio di Little Joe, quasi a indicarne la sua progressiva dominanza.
Il film però, a forza di mantenere quell’ambiguità di fondo nella narrazione, finisce per peccare di eccessiva freddezza, non giovandosi neppure del notevole cast e rischiando di sembrare una sorta di esperimento di laboratorio, né più né meno come la pianta protagonista, senza riuscire a coinvolgere troppo lo spettatore e rimanendo nient’altro che un semplice compitino ben svolto.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti