Scheda film
Titolo originale: Kynodontas
Regia: Yorgos Lanthimos
Soggetto e Sceneggiatura: Efthymis Filippou e Yorgos Lanthimos
Fotografia: Thimios Bakatakis
Montaggio: Yorgos Mavropsaridis
Scenografie e Costumi: Elli Papageorgakopoulou
Grecia, 2009 – Drammatico – Durata: 97′
Cast: Christos Stergioglou, Michele Valley, Angeliki Papoulia, Hristos Passalis, Mary Tsoni, Anna Kalaitzidou, Steve Krikris
Uscita: 27 agosto 2020
Distribuzione: Lucky Red
Tre piccoli cagnolini
Una famiglia composta da padre, madre e tre figli vive in periferia in una villa circondata da un grande recinto. I ragazzi non hanno mai oltrepassato il muro che li separa dal resto della città e sono stati educati e istruiti per volere dei genitori senza alcuna influenza dal mondo esterno e in maniera alquanto particolare, ricevendo istruzioni e indicazioni bizzarre da un registratore a cassette. L’equilibrio viene spezzato quando il padre, per soddisfare gli istinti sessuali del figlio, introduce in casa un elemento esterno: Christina. La presenza della giovane donna, benché saltuaria, sarà una crepa nell’apparente tranquillità che regnava fino allora nella casa, che si ripercuoterà con un effetto domino sulle due sorelle, in particolare sulla maggiore…
Dal lontano 2009 arriva il terzo lungometraggio di Yorgos Lanthimos, regista greco di talento ormai di fama internazionale, dopo The lobster, Il sacrifcio del cervo sacro e il recente debutto hollywoodiano La favorita. Caratterizzato da marchi di fabbrica abituali per l’autore, come l’ambientazione distopica o comunque indefinita e asettica, le inquadrature che spesso escludono i volti a spersonalizzare i suoi personaggi, l’eccesso di violenza, sovente repentina e in apparenza immotivata, gesti visibilmente inconsulti, un finale enigmatico e ad ogni modo aperto, Dogtooth mira diretto allo stomaco come anche al cuore. E alla testa: per una strana ironia della sorte la reclusione forzata della curiosa famiglia protagonista, amplificata dalla vastià della loro dimora, riecheggia il lockdown che tutti abbiamo vissuto negli ultimi sei mesi e dal quale non siamo ancora completamente fuori e conferma più d’ogni altra cosa la visionarietà del regista.
Vincitore di ben due premi al Festival di Cannes 2009, tra cui quello della sezione “Un certain regard”, dove fu presentato, e nominato come miglior film straniero agli Oscar 2011, il film è un teatro dell’assurdo che affascina, intriga e inquieta e colpisce lo spettattore come una raffica di pugni allo stomaco assestati uno dopo l’altro, dandogli solo il tempo minimo per riprendere fiato. Un gioiellino da (ri)scoprire.
Curiosità : il “dogtooth” del titolo, in greco κυνοδοντας, è il canino (destro) che secondo i genitori dovrebbe cadere alla avvenuta maturità dei figli, al fine di permettere loro l’allontanamento da casa e che la figlia maggiore non esiterà a rimuoversi in maniera a dir poco violenta.
Voto: 7 e ½
Paolo Dallimonti