Scheda film
Regia: Claudio Noce
Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Noce ed Enrico Audenino
Fotografia: Michele D’Attanasio
Montaggio: Giogiò Franchini
Scenografie: Paki Meduri
Costumi: Olivia Bellini
Musiche: Ratchev & Carratello
Suono: Valentino Giannì
Italia, 2020 – Drammatico – Durata: 122′
Cast: Pierfrancesco Favino,
Uscita in sala: 24 settembre 2020
Distribuzione: Vision Distribution

… ma liberaci dal male. Amen.

Roma, 1976. Valerio (Mattia Garaci) è un bambino di dieci anni biondissimo, tanto che i suoi parenti calabresi lo chiamano “tedesco”, e dotato di una grande immaginazione. Una mattina la sua vita viene sconvolta da un attentato terroristico ai danni del padre Alfonso (Pierfrancesco Favino, per questo ruolo vincitore della Coppa Volpi come miglior interprete maschile alla Mostra del Cinema di Venezia), cui assiste dal balcone di casa insieme alla madre Gina (Barbara Ronchi). Da allora in poi la famiglia vive attanagliata dalla paura e dal senso di vulnerabilità. Ma proprio in quei giorni Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), una ragazzino poco più grande ma molto più sveglio di lui, che sembra spuntare dal nulla. Quell’estate, all’insegna di una grande amicizia, cambierà per sempre le loro esistenze…

Il 14 dicembre 1976 a Roma il vicequestore Alfonso Noce, responsabile dei Servizi di sicurezza per il Lazio (il nucleo regionale dell’antiterrorismo) e padre del regista Claudio, subì un attentato da parte dei Nuclei Armati Proletari nel quale egli rimase ferito e persero la vita l’autista della scorta Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zicchitella. Claudio Noce allora aveva due anni, ma, come ha ammesso lui stesso, vivrà quell’evento riflesso nei ricordi della sua famiglia fino ad oggi. Al terzo lungometraggio di finzione, decide così di girare “il film della vita”, andando ad affrontare e a smuovere un passato che i suoi cari forse avrebbero voluto lasciare al suo posto, ben chiuso in un cassetto, dovendo invece rivivere e ricostruire tutto al millimetro.

Pur partendo da ottime intenzioni, il risultato però è purtroppo modesto per una storia che vuole affrontare il piano personale e realistico addolcendolo con la poesia di una favola e di un’amicizia, mischiando il romanzo famigliare con quello di formazione. Preso dalla forte responsabilità di una vicenda veramente vissuta e sentita, il regista si lascia andare troppo spesso all’enfasi dei ralenti e a quello della musica di Vivaldi e di Ratchev & Carratello (questi ultimi autori della colonna sonora) e di brani d’epoca come “Sereno è” o “Impressioni di settembre”, utilizzati per sottolineature eccessivamente didascaliche.

Peggio ancora, realtà e fantasia si mescolano spesso confusamente senza che lo spettatore riesca ad avere ben chiaro che cosa stia accadendo e che cosa sia vero e cosa solo immaginato da Valerio, tanto che in certe scene alcuni personaggi scompaiono misteriosamente all’interno della stessa sequenza per poi riapparire in quelle successive, alimentando sì la dimensione onirica, ma a scapito della chiarezza. Anche la cornice all’inizio e alla fine, che in teoria vorrebbe dare una chiave di lettura, rischia di confondere ulteriormente le acque.

Neanche l’ambientazione tra il suo quartiere di Monteverde e via Piccolomini e una Calabria selvaggia, aggiunta alla bravura dei due giovanissimi Mattia Garaci e Francesco Gheghi (che insieme si mangiano il pur premiato Favino), salvano completamente la pellicola. Claudio Noce, in fin dei conti più penalizzato che avvantaggiato da un racconto molto personale, dimostra nuovamente di essere regista di lunga esperienza, ma di non aver ancora raggiunto la maturità, facendo risultare Padrenostro un’occasione sprecata.

Voto: 5

VC PD