Scheda film
Regia: Wally Pfister
Soggetto e Sceneggiatura: Jack Paglen
Fotografia: Jess Hall
Montaggio: David Rosenbloom
Scenografie: Chris Seagers
Costumi: George L. Little
Musiche: Mychael Danna
G.B./USA/Cina, 2014 – Fantascienza – Durata: 119′
Cast: Johnny Depp, Rebecca Hall, Morgan Freeman, Paul Bettany, Cillian Murphy, Cate Mara, Cole Hauser
Uscita: 17 aprile 2014
Distribuzione: 01 Distribution
Cambiamenti di macchina
Il Dr. Will Caster è il più importante ricercatore nel settore dell’Intelligenza Artificiale, impegnato nella creazione di una macchina senziente che combini l’intelligenza collettiva del sapere universale con l’intera gamma delle emozioni umane. Ma quando Will diventa il nemico numero uno di un gruppo di terroristi che condannano l’eccessivo sviluppo tecnologico, gli eventi prenderanno una piega del tutto inaspettata, portando il protagonista e i suoi collaboratori più stretti verso la soluzione delle loro ricerche.
Transcendence si inserisce appieno nelle più classiche tematiche dei film di fantascienza, dai più conosciuti Matrix e I.A., fino a lavori meno noti al grande pubblico come Il Tagliaerbe, il tema della fusione, più o meno conflittuale, tra uomo e macchina e delle sconfinate prospettive di una mente artificiale, hanno sempre affascinato gli autori di questo genere cinematografico e letterario, soprattutto perché è forse l’argomento che si presta di più a declinazioni fantasiose, che trascendono (appunto) la realtà circostanziale.
Ma che cos’è la ricerca di un superamento dei propri limiti corporei e mentali se non il tentativo di raggiungere qualcosa che sia altro da noi stessi, qualcosa che non siamo abituati ad affrontare? Lo spunto interessante di questo lavoro di Wally Pfister (al suo primo lungometraggio da regista, dopo una notevole carriera da direttore della fotografia nei film di Christopher Nolan) è proprio l’approfondimento del pregiudizio (nascosto all’inizio ma che viene progressivamente fuori in modo sempre meno latente) causato da questo avvicendarsi di novità tecnologiche che vanno sempre più ad invadere la sfera del quotidiano, fino a sovrapporsi, o in questo caso ad unirsi, all’uomo in carne ed ossa. Pfister narra la resistenza al nuovo in maniera piuttosto intelligente: da prima sembrando spalleggiare coloro che si dimostrano scettici e successivamente capovolgendo il punto di vista narrativo a favore di un cambiamento (seppur radicale) del concepire il rapporto tra uomo e macchina. Macchina che in questo caso smette di essere una mera estensione ontologica della persona e diventa la persona stessa.
Tuttavia,sebbene questa gestione della prospettiva degli eventi risulti abbastanza ragguardevole, il film porta con se degli evidenti difetti strutturali e una qual certa mancanza di originalità. Proprio questo inserirsi nelle tematiche prima sottolineate, non rende Transcendence un film che aggiunge molto al panorama fantascientifico/morale odierno, conducendoci inoltre anche verso un finale fin troppo chiamato sin dall’inizio e convergendo verso un esercizio di stile piuttosto sterile. La sceneggiatura inoltre risulta piuttosto farraginosa nei passaggi e nella gestione dei tre atti, la prima parte infatti, che dovrebbe servire a creare le basi e i presupposti del contenuto e del contenente del film, si dispiega in modo troppo sbrigativo e raffazzonato, rendendo gli altri due atti abbastanza divergenti e compromettendo l’equilibrio narrativo dell’opera. Si può notare inoltre in Pfister, lo stesso vizio, o la stessa incapacità presente anche in Nolan, di gestire le emozioni dei protagonisti, che vengono elevati fin troppo a contenitori drammaturgici più che a veri e propri personaggi a tutto tondo componenti una storia.
Comunque, nonostante questi difetti non proprio trascurabili, Transcendence nel complesso non risulta un film sgradevole (come sentenziato in modo forse troppo severo da gran parte della critica), ma si amalgama in modo sì abbastanza anonimo, ma non eccessivamente sottotono, alla corrente della nuova fantascienza cinematografica degli anni 2000 e oltre, che, questo è vero, avrebbe bisogno in un tocco di originalità in più.
Voto: 6 ½
Mario Blaconà