Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Lech Majevski
Fotografia: Lech Majewski e Pawel Tybora
Montaggio: Eliot Ems (Lech Majewski) e Norbert Rudzik
Scenografie: Christopher R. DeMuri e Lech Majewski
Costumi: Ewa Kochanska, Carolyn Leone, Ewa Minge
Musiche: Jan A.P. Kaczmarek
Suono: Gerald Hartley, Patrik Joyner, Grzegorz Kucharski e Joe Sanchez
Polonia/Lussemburgo/USA, 2019 – Drammatico/Fantastico – Durata: 126′
Cast: Josh Hartnett, John Malkovich, Bérénice Marlohe, Keir Dullea, John Rhys-Davies, Jaime Ray Newman, Joseph Runningfox
Uscita in sala: 3 giugno 2021
Distribuzione: CG Entertainment in collaborazione con Lo Scrittoio
Sale: 5
Il magnate, lo scrittore e gli Indiani
“Quando per la prima volta sentì il pianto di un bambino, fu sopraffatto da un accecante bagliore, Non riusciva a vedere niente, quando si diresse verso il punto in cui la cima incontra il cielo. Lì abbassò gli occhi, si guardò i piedi e il bagliore cessò. E vide una gigantesca figura in pietra.” (DINÉ BAHANE, La storia della creazione dei Navajo).
Wes Tauros (John Malkovich), l’uomo più ricco sulla terra e collezionista di arte, vive nascosto dal mondo in un misterioso palazzo, conservando un segreto che lo tormenta. John Ecas (Josh Hartnett), dopo una separazione traumatica dalla moglie, inizia a scrivere la biografia di Tauros e accetta un invito nella sua magione. La società del magnate, che estrae uranio, ha deciso di scavare anche nella Valle degli Dei, violando una terra sacra: secondo un’antica leggenda Navajo tra le rocce della Valle sono rinchiusi gli spiriti di antiche divinità…
Dopo I Colori della Passione e Onirica, Lech Majewski torna con questo interessante lungometraggio interpretato dal due volte candidato al Premio Oscar John Malkovich, Josh Hartnett (The Black Dahlia, Penny Dreadful), Bérénice Marlohe (Song to Song, Skyfall) e il protagonista di 2001 – Odissea nello spazio, Keir Dullea,
Valley of the gods, diviso in dieci capitoli – Tauros, Leetso (mostro giallo), Flight (volo), Loverock (amore per la roccia), Blue blood (inchiostro blu), Stonechild (bambino di pietra), Museum of poverty (museo della povertà), Sand painting (pittura a sabbia), Masters of fiction (maestri della finzione) e When mountains walk (quando le montagne camminano) – si presenta come un’esperienza visiva ed emotiva unica ed inedita.
Il maestro polacco torna ad affrontare con quest’opera temi a lui cari come l’amore, la perdita, il sogno e ovviamente l’arte: “L’essenza dell’arte è il contrasto”, ha dichiarato Lech Majevski. “Qui abbiamo un contrasto enorme tra sistemi di valori diversi: da un lato il mondo ancestrale dei Navajo, abitanti della Valle degli dei, e dall’altro quello del magnate Wes Tauros (John Malkovich), l’uomo più ricco del mondo”. Ha inoltre aggiunto: “Tutto ciò che accade lo vediamo attraverso gli occhi e le descrizioni di uno scrittore. Non sappiamo se abbia rappresentato la pura realtà o se l’abbia piegata alla sua scrittura. Siamo nella mente dell’artista, e questa è l’idea alla base del film”.
La visionarietà del maestro polacco si esprime qui a livelli altissimi, omaggiando film come 2001 di Stanley Kubrick, già solo per la presenza del “monolitico” Keir Dullea, ma anche per il bambino gigantesco che prende vita nel finale, creando inoltre sequenze uniche come quella della Fontana di Trevi, girata dal vero, ma poi inserita digitalmente nella lussuosa villa del protagonista Wes Tauros.
Valley of the gods è un film che gronda magia e sogno da ogni fotogramma e chiede solo allo spettatore di lasciarsi trasportare dalle immagini in un’esperienza unica quale solo il cinema di Lech Majevski riesce ad essere.
RARO perché… è l’ultima pellicola in ordine di tempo di un maestro del nostro cinema contemporaneo, ma potrebbe non essere per tutti…
Voto: 7
Paolo Dallimonti