Scheda film
Regia e Adattamento: Gabriele Salvatores
Soggetto: basato sulla commedia omonima di Trevor Griffiths
Fotografia: Italo Petriccione
Montaggio: Chiara Griziotti
Scenografie: Rita Rabassini
Costumi: Patrizia Chericoni
Suono: Gilberto Martinelli 
Italia, 2021 – Commedia – Durata: 96′
Cast: Ale e Franz, Natalino Balasso, Marco Bonadei, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa, Christian De Sica
Uscita in sala: 10 giugno 2021
Distribuzione: 01 Distribution

Una risata vi seppellirà

Sei aspiranti comici, stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up comedy si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, Bernardo Celli (Christian De Sica), che sceglierà uno di loro per un programma televisivo.

Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima. Le esibizioni iniziano e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, Eddie Barni (Natalino Balasso), devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore? O forse cercare una terza strada, di assoluta originalità?…

In principio fu “Comedians”, scritto dal drammaturgo inglese Trevor Griffiths, che debuttò  il 20 febbraio 1975 al Nottingham Playhouse con un cast che annoverava, tra gli altri, nomi del calibro di Jonathan Pryce, Stephen Rea e Tom Wilkinson, e da lì girò il mondo.

Nel 1985 Gabriele Salvatores lo portò al Teatro dell’Elfo di Milano con un cast di giovani attori – Paolo Rossi, Silvio Orlando, Claudio Bisio, Bebo Storti, Renato Sarti, Antonio Catania – destinati a diventare molto famosi e venne replicato per tre anni.

Nel 1988 lo stesso regista, sempre con quegli attori, come suo secondo film gira Kamikazen: Ultima notte a Milano. Una sorta di variazione più cattiva sul tema, forse perché non c’erano i soldi per pagare i diritti, dove però ai comici il loro manager sul lastrico fa solo credere che ci sarà tra il pubblico un responsabile dell’allora famosissimo show televisivo Drive in – il quale però ci sarà veramente – e fa anche loro pagare per potersi esibire e godere dell’opportunità.

Oggi. Ha detto Salvatores, “C’è un curioso e, in qualche modo, fortunato rapporto tra me e il testo di Griffiths, ‘Comedians’. 35 anni fa, la messa in scena al Teatro dell’Elfo di Milano, mi aprì la strada per arrivare al Cinema. Oggi, in piena pandemia, mi permette di realizzare un film nonostante tutto e di continuare a lavorare con la mia “famiglia” cinematografica che si era trovata senza lavoro per l’impossibilità di realizzare il progetto a cui stavamo lavorando e che era troppo complicato da girare in condizioni di emergenza sanitaria (uno sfarzoso film in costume, Il ritorno di Casanova, n.d.r.).”

Le storie dei due mentori, Eddie Barni e Bernardo Celli, rappresentano già due macrocosmi di comicità: rispettivamente, una più raffinata, magari di nicchia, mentre l’altra più sguaiata, diretta e popolare (come d’altronde gli stessi due interpreti). A loro volta i sei comici incarnano ulteriori sfaccettature del commediante, da quella più tradizionale, ruspante come Michele Cacace (Vincenzo Zampa), ad una futuribile, se non futurista o anche punk come Giulio Zappa (Giulio Pranno), figura enigmatica e astratta. Personaggi non sempre vincenti o cristallini, ma profondamente umani, come tutti noi.

Insieme, come tessere di un mosaico, costruiscono un ritratto ancora attuale di che cosa significhi essere (un) comico e far ridere nella nostra società contemporanea, benché la commedia, scritta in un contesto spazio-temporale ben preciso, l’Inghilterra pre-thatcheriana di metà anni settanta, si avvii verso i cinquant’anni d’età.

Gabriele Salvatores gira in piena pandemia, pur di lavorare e far lavorar, questa specie di remake di Kamikazen e, mantenendo la dimensione teatrale e ambientando la vicenda nuovamente in Italia, la riattualizza in maniera alquanto efficace, saldando un debito con lo stesso Trevor Griffiths e col passato.

Voto: 7

Paolo Dallimonti