Scheda film
Regia: Alessandro Lunardelli
Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Lunardelli, Vanessa Picciarelli
Fotografia: Maura Morales Bergmann
Montaggio: Alessandro Lunardelli, Cristiano Travaglioli
Scenografia: Roberto De Angelis, Sebastian Munòz
Costumi: Cristina Audisio, Carolina Espina
Musiche: Pasquale Catalano
Italia, 2013 – Drammatico – Durata: 95’
Cast: Luca Marinelli, Filippo Scicchitano, Barbora Bobulova, Camilla Filippi, Alfredo Castro, Cesare Serra, Manuela Martelli
Uscita: 30 aprile 2014
Distribuzione: Microcinema
Sale: 38
Benvenuti nel Sud
Presentato all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nel fuori concorso della sezione autonoma di Alice nella città, Il mondo fino in fondo approda nelle sale nostrane a partire dal 30 aprile con una quarantina di copie messe a disposizione da Microcinema.
L’esordio nel lungometraggio di finzione del documentarista e cortista Alessandro Lunardelli soffre di quella “malattia” che colpisce la grande maggioranza delle opere prime, vale a dire quella convinzione diffusa che spinge i registi di turno a tentare il tutto per tutto pur di convincere il pubblico e in primis gli addetti ai lavori, ma anche loro stessi, di avere le carte in regola per meritarsi una riconferma dietro la macchina da presa e di conseguenza un lasciapassare duraturo nella Settima Arte. Pertanto l’idea di trovarsi a fare i conti con un banco di prova che il più delle volte non concede una seconda possibilità, mette l’esordiente nella condizione psicologica di dovere affrontare la suddetta esperienza come se fosse la prima e allo stesso tempo l’ultima. Purtroppo, Lunardelli non riesce a sfuggire alle logiche contorte di questa regola non scritta, come moltissimi altri prima di lui nei decenni passati, trascinando con sé al di sotto della sufficienza l’opera e tutto ciò che la compone e la anima dall’interno, a cominciare dalla storia e dai suoi personaggi.
In tal senso, ci sentiamo di scomodare, con il retrogusto di un amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e non è stato, il più proverbiale dei purtroppo, perché i novantacinque minuti che compongono Il mondo fino in fondo dimostrano ampiamente le capacità tecniche e la bravura nella direzione degli attori di Lunardelli. Lo stile asciutto, la potenza evocativa di certe immagini, la ricerca di soluzioni estetico-formali sempre funzionali al racconto e mai fini a se stesse, ma soprattutto la pregevole costruzione del quadro che restituisce la bellezza intrinseca dei paesaggi della Patagonia cilena, non bastano a tenere a galla il film. Il tutto, pur rimanendo impresso in maniera evidente nella retina dello spettatore, non colma l’evidente gap che si viene a creare tra la messa in quadro e la scrittura.
Lo script paga lo scotto di un’architettura narrativa fragile, soggetta a una progressiva perdita di ritmo, continuità e solidità strutturale. La freschezza, l’immediatezza e la capacità di sintesi di una prima parte (Agro e Barcellona), si sciolgono come neve al sole mano a mano che la storia e i personaggi ci conducono verso il Sud del Cile. Personaggi che al contrario sono ben disegnati e valorizzati da interpreti che sanno rendere sullo schermo la tridimensionalità caratteriale che li contraddistingue, in particolare Luca Martinelli e un immenso Alfredo Castro che sostengono uno Scicchitano che inciampa nelle sabbie mobili di un dialetto che ne depotenzializza la recitazione. Appoggiandosi in maniera consistente agli stilemi e ai luoghi comuni del cinema di viaggio, il racconto e il baricentro drammaturgico dell’opera si spersonalizzano omologandosi al già visto. Quelle che nelle intenzioni degli autori della sceneggiatura vorrebbero essere “pennellate personali” instillate nel plot, se inizialmente generano spunti interessanti, a lungo andare si tramutano in digressioni che appesantiscono la visione.
Il mondo fino in fondo è il classico road movie a sfondo familiare, nel quale si consuma l’incontro tra due fratelli che per “ritrovarsi” devono prima “perdersi” al di là dell’Oceano. Scappare da ciò che li opprime e li soffoca, che li carica di aspettative, consente loro di conoscersi meglio e di sentirsi veri attraverso gli eventi imprevisti di un viaggio che finirà con il cambiarli definitivamente.
Voto: 5
Francesco Del Grosso