Scheda film
Titolo originale: Free guy
Regia: Shawn Levy
Soggetto: Matt Lieberman
Sceneggiatura: Matt Lieberman e Zak Penn
Fotografia: George Richmond
Montaggio: Dean Zimmerman
Scenografie: Ethan Tobman
Costumi: MArlene Stewart
Musiche: Christophe Beck
Suono: Tim Gomillion
USA/Canada, 2021 – Fantascienza – Durata: 115′
Cast: Ryan Reynolds, Jodie Comer, Lil Rel Howery, Joe Keery, Utkarsh Ambudkar, Taika Waititi
Uscita in sala: 11 agosto 2021
Distribuzione: 20th Century Fox

Un bel gioco dura poco

Guy (Ryan Reynolds) è un impiegato di banca che ogni giorno si risveglia in un mondo sempre tutto uguale, la città di Free City, facendo la stessa colazione, indossando gli stessi identici abiti, subendo la stessa rapina, finché non scopre di essere un personaggio peraltro marginale all’interno di un videogioco “open world” e decide di diventare l’eroe della propria storia, riscrivendosi in pratica da solo. In un universo senza limiti, il protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo mondo a modo proprio… prima che sia troppo tardi!

Quando The Truman show incontra Ralph spaccatutto, con un pizzico del seminale Ricomincio da capo (ormai una vera ossessione cinematografica) e di un film che pochi ricorderanno, Vero come la finzione, diretto nel 2006 da Marc Forster. Naturalmente un soggetto come questo ha altri infiniti echi: basti pensare al pionieristico Giochi stellari di Nick Castle o alla serie TV Future Man fino al definitivo Ready Player One di Steven Spielberg (scritto anch’esso da Zak Penn) e chi più ne ha più ne metta!

Ma la cosa più curiosa di questo film è il regista, Shawn Levy, autore di film d’intrattenimento non certo memorabili, come Big fat liar o la trilogia di Una notte al museo, come anche di diversi episodi di Stranger things. Bravo sicuramente più come produttore: a lui dobbiamo infatti Arrival di Denis Villeneuve e The spectacular now di James Ponsoldt. Qui probabilmente si gioca l’opera della sua vita, riuscendo a tenere in piedi un gigantesco baraccone che spazia tra due dimensioni, quella di gioco e quella reale, riuscendoci pienamente fino alla fine.

Il tema principale è importante e non banale – (ri)scoprire il proprio ruolo nel mondo – non tutto funziona però, come l’evoluzione digitale e cattivissima di Guy nel finale, che paga ancora lo scotto di tecniche e intelligenze artificiali già rodate, ma ancora lontane dalla perfezione, che però sembra debbano essere usate in molti film come se non ci fosse altra soluzione; o anche il villain Antwan, interpretato da un isterico Taika Waititi, legato ormai contrattualmente a filo doppio al marchio Disney (proprietario anche di quello Fox), troppo da operetta per convincere fino in fondo.

Free guy – Eroe per gioco è comunque una pellicola molto divertente e ritmata e nel complesso riuscita, che colleziona anche alcuni momenti memorabili, come la gag triangolata con Chris Evans/Capitan America, e che riesce a giocare egregiamente sino alla fine con le connessioni tra il mondo reale e quello virtuale, citando videogiochi a profusione per la gioia degli appassionati e  cadendo sempre in piedi.

Shawn Levy e gli sceneggiatori Matt Lieberman e Zak Penn dimostrano così quanto il cinema e il mondo digitale/virtuale si siano evoluti singolarmente e poi compenetrati in quasi quarant’anni, a partire da quel pionieristico Tron di Steven Lisberger, quando un film come questo era assolutamente lungi dal poter essere solo immaginato.

Voto: 7

Paolo Dallimonti