Scheda film
Regia: Daniele Misischia
Soggetto e Sceneggiatura: Manetti Bros., Alessandro Pondi, Paolo Logli, Daniele Misischia, Cristiano Ciccotti
Fotografia: Angelo Sorrentino
Montaggio: Federico Maria Maneschi
Costumi: Ginevra De Carolis
Suono: Lavinia Burcheri
Scenografia: Noemi Marchica
Cast: Tobia De Angelis, Lillo Petrolo, Amanda Campana, Nicola Branchini, Chiara Caselli, Giovanni Calcagno, Eleonora De Luca
Musiche: Isac Roitn
Italia, 2021 – Horror/Commedia – Durata: 116’
Uscita: 12 Agosto 2021
Distribuzione: Vision Distribution

Pro: Cosa resterà di questi anni ’80?

Giovanni, ventenne di Bobbio, appassionato di cinema e fumetti, trascorre le giornate in compagnia di un gruppo di coetanei nel tentativo di girare una pellicola splatter con i pochi mezzi a propria disposizione e cercando di sfuggire dalla noia della provincia italiana. Tutto cambierà quando sulle pagine di ‘666 cacciatori di demoni’, fumetto disegnato dal suo idolo Diego Busirivici, Giovanni riconosce Bobbio e la sua chiesa all’interno della quale si nasconderebbe un essere dalle fattezze mostruose.

Daniele Misischia fa nuovamente centro a tre anni di distanza dalla sua precedente fatica: The End. L’inferno è fuori, ma se in quel caso il pathos era generato da manipoli di zombie assetati di sangue, questa volta la parte preponderante del film si consuma alla ricerca delle numerose citazioni cinematografiche, più o meno nascoste, e provenienti direttamente dai dorati anni ’80. L’ultimo lavoro del cineasta Romano fa infatti il verso sia alla decade d’oro del cinema giovanile e horror con tutti gli stereotipi al quale ricollegarsi: la ragazza carina e il ragazzo che la ama segretamente, il gruppo di bulli pronti a schernirlo per le passioni fuori dall’ordinario e gli amici di sempre e che da sempre vorrebbero sfuggire al tedio della provincia, che sia americana o italica poco importa, il tutto nel bel mezzo di una serie di omicidi copiosamente irrorati di sangue. A questo i fratelli Manetti, coautori del soggetto e in cabina di sceneggiatura assieme allo stesso Misischia, aggiungono una sana e scherzosa critica al revival che negli ultimi anni si sta facendo degli ‘80ies grazie alle citazioni che piovono copiose e grazie all’aggiunta di una figura come quella del fumettista Diego Busirivici, impersonato da Lillo Petrolo scelto sia per trascorsi professionali, Lillo è stato veramente un fumettista, sia per il gusto irriverente di trasformare la pellicola in una parodia del genere splatter. Alla fine il risultato grazie all’impegno di tutto il cast, sul quale si staglia Tobia De Angelis, ventenne fratello della più nota Matilda, riesce a centrare l’obiettivo di fare sorridere e al tempo stesso di spaventare un pubblico che fra le pieghe della narrazione non perderà di certo l’opportunità di rivedersi proiettata indietro nel tempo di quasi 40 anni.

Voto: 6 e ½

Ciro Andreotti

 

Contro: Mostruosamente nostalgico

Siamo nel 1988 e il giovane Giò (Tobia De Angelis), nerd poco più che adolescente, sfogliando l’ultimo numero del suo fumetto preferito, “Squadra 666 – Il Mostro Della Cripta”, scritto e disegnato da uno dei suoi idoli, Diego Busirivici (Lillo Petrolo), si accorge di alcune analogie tra la storia raccontata in quelle pagine e gli atroci avvenimenti che stanno seminando morte e terrore nel paesino in cui vive. Un inquietante mistero condurrà Giò e il suo strampalato gruppo di amici in un’avventura fuori dal comune…

C’è ancora bisogno di pellicole, in particolar modo di genere, ambientate negli anni ottanta? Stranger things, già di per sé derivativo, ma troppo affascinante e ad un passo dalla sua conclusione coll’imminente  quarto capitolo, potrebbe aver già detto tutto. Che cosa può aggiungere un piccolo film girato in Italia, dove “il genere” si è ormai estinto da tempo, se non per mano appunto dei Manetti Bros. e dei cineasti cresciuti alla loro corte? La risposta è presto detta: nulla.

Soprattutto se il film in questione, già non troppo ispirato, allunga il brodo per ben due ore – decisamente eccessive per un horror! – senza discostarsi affatto dalla serie B, se affronta temi triti  e ritriti – ancora la famiglia assassina in stile Non aprite quella porta! – e spreca innumerevoli occasioni. Il luogo estremamente cinematografico, Bobbio, patria di Marco Bellocchio e location di suoi numerosi film, viene affrontato con molta sufficienza come se fosse un luogo qualsiasi; anche il fumettista Diego Busirivici – cui Lillo, pur nella sua straordinaria bravura e pur essendo egli stesso un autore di fumetti, stavolta non rende giustizia – potrebbe essere chiunque, ma sfidiamo ognuno di voi lettori a non aver pensato, nella Bologna del 1988, ad una figura un po’ più maledetta, come quell’Andrea Pazienza che proprio allora passò a miglior vita, senza però alcun riferimento sullo schermo; alla fine l’enorme mistero si “scioglie” con un altro alieno, peraltro stereotipato e “bruttino”, nella carriera dei Manetti Bros., almeno come produttori.

Ad essere buoni si salva un po’ di splatter sparso qua e là e l’interpretazione di Giovanni Calcagno, esilarante nel suo (s)forzato dialetto emiliano, ma il risultato finale, nonostante gli illustri padrini, è sciatto e annacquato, sfociando in un un film fiacco che non riesce mai a decollare, diretto da un regista che aveva reso meglio in una piccola pellicola claustrofobica girata in un unico ambiente ristretto. Un’occasione sprecata.

Voto: 4 e ½

Paolo Dallimonti