Venue: Berlin Film Festival (Competition)
Production companies: Lilies Films, in association with France 3 Cinéma
Cast:Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse, Stéphane Varupenne, Margot Abascal
Director-screenwriter: Céline Sciamma
Producer: Bénédicte Couvreur
Director of photography: Claire Mathon
Music: Jean-Baptiste de Laubier
Production designer: Lionel Brison
Costume designer: Céline Sciamma
Editor: Julien Lacheray
Sound designer: Valérie de Loof
Casting: Christel Baras
Sales: MK2 Films
73 minutes

Petite Maman è uno dei film tanto belli, quanto passato stranamente sotto tono alla Berlinale 2021, in cui l’attenzione si è spostata piu sui film premiati, in particolare il geniale film rumeno meritato Orso D’Oro.
Toccante, delicato, sembra scivolato di attenzione per i toni molto pacati e delicati, e meno provocatori e drammatici rispetto ad altri film di Celine Sciamma. Una sorta di dramma pacato.
All’inizio di Petite Maman c’è una scena meravigliosa che incarna l’economia senza fronzoli e la percettività emotiva dei film della regista. Guardando attentamente dal sedile posteriore dell’auto di famiglia mentre sua madre sale a bordo, la protagonista di 8 anni del film chiede il permesso di tirare fuori gli spuntini. Distogliendo di rado gli occhi da sua madre nello specchietto retrovisore, la ragazza mangia alcune patatine al formaggio.
Senza dire un’altra parola, vediamo la manina della bambina protendersi in avanti per infilare uno snack nella bocca di sua madre. La scena termina con il sorriso più gentile che rompe il dolore sul viso della madre mentre entrambe le mani della ragazza raggiungono il poggiatesta per accarezzarle le spalle in un abbraccio confortante. È un momento che trasmette la maturità soprannaturale della giovane Nelly (Joséphine Sanz) mentre suggerisce che sua madre, Marion (Nina Meurisse), potrebbe essere incline alla depressione.
La scrittrice-regista francese torna qui in un territorio più vicino a quello del suo lungometraggio del 2011 Tomboy, sostituendo l’infanzia tardiva al posto della preadolescenza. Tutti e cinque i suoi film condividono un’intima comprensione della psiche femminile. Nelly al momento è il personaggio piu giovane di tutte, e questo fa di quest’opera un esperimento curioso e stimolante.
La perdita di sua nonna è forse la prima esperienza della morte di Nelly, e mentre sta ancora risolvendo i suoi sentimenti, è anche molto attenta a sua madre Marion (Nina Meurisse), quasi protettiva nei suoi confronti. Nelly vuole sapere della capanna di fortuna di cui le ha parlato sua madre, dove da bambina giocava nei boschi circostanti. Ma dopo aver passato una notte a sfogliare i suoi vecchi libri di scuola, Marion torna bruscamente a casa la mattina dopo, lasciando Nelly con il suo accomodante padre (Stéphane Varupenne).
Con suo padre impegnato a svuotare gli armadi e a riordinare il contenuto della casa, Nelly è libera di esplorare i boschi da sola. Incontra una ragazza identica per età e aspetto a lei. Con la vivace informalità dei bambini, lo sconosciuto chiede a Nelly di aiutarla a trascinare un grosso ramo fino al rifugio di legno che sta costruendo. Quando alla fine riescono a fare le presentazioni, si identifica come Marion (Gabrielle Sanz), e da qui si scatena una affascinante dinamica spaziale e temporale che ci accompagna per tutta l’opera. Si attende sempre un picco di violenza o di pathos o un dramma che non arriva mai in maniera cosi diretta o dichiarata, ma sempre in maniera velata e delicata.

Una vera perla questo film! da vedere assolutamente.

Voto 7,5

VC