Al via da martedì 1 novembre, la 22° edizione di Trieste Science+Fiction Festival, la più importante manifestazione italiana dedicata alla fantascienza e a tutte le declinazioni del fantastico, che proseguirà fino a domenica 6 novembre presso il Politeama Rossetti, il Teatro Miela e il DoubleTree by Hilton Trieste.
Organizzato dal centro ricerche e sperimentazioni cinematografiche e audiovisive La Cappella Underground, la manifestazione porta sul grande schermo le migliori produzioni di genere fantastico, con oltre 50 anteprime cinematografiche mondiali, internazionali e nazionali e tre concorsi alla presenza di registi, attori e autori da tutto il mondo.
Anche per la 22° edizione il festival propone una selezione che abbraccia tutte le declinazioni del genere fantastico, spaziando dal disaster movie alla distopia, passando per la commedia e l’horror fino alla fantascienza più classica, con film italiani e internazionali, documentari scientifici e cortometraggi. Il programma 2022 si articola in 69 film selezionati in tutto il mondo per i tre concorsi principali: il Premio Asteroide e i due concorsi Méliès d’argent della MIFF, la federazione europea Méliès dei festival di cinema fantastico (Méliès International Festivals Federation).
Ospiti attesissimi quest’anno Neil Marshall, acclamato regista di film come Dog Soldiers, The Descent – Discesa nelle tenebre e della serie tv Il Trono di Spade, a cui verrà assegnato il Premio Asteroide alla carriera in occasione dell’anteprima nazionale del suo ultimo film The Lair, un horror dalle tinte sci-fi da lui stesso definito come “La Cosa che incontra Quella sporca dozzina” e l’astronauta Franco Malerba che racconterà la vita in orbita e le prospettive dei futuri viaggi spaziali, oltre a presentare il suo nuovo libro “Il cibo nello spazio” sull’alimentazione degli astronauti.
In search of tomorrow – A journey through ’80s sci-fi cinema (David Weiner). Un viaggio nostalgico attraverso i film di fantascienza degli anni ’80, alla scoperta del loro impatto e della loro rilevanza ai giorni nostri, attraverso le parole degli artisti che li hanno creati e di coloro che hanno trasformato la loro visione in realtà. Dopo i due capitoli di In search of darkness, con un terzo in arrivo, in cui esplorava il cinema horror di quegli stessi anni, il regista esplora ora la fantascienza di quegli anni fondamentali, che hanno fatto da preludio alla fine della guerra fredda, con tutto ciò che ha comportato. Un documentario di ben 5 ore, forse a tratti ripetitivo, che racconta film fondamentali nell’evoluzione del genere, dal proseguire di saghe come Star wars e Star trek all’inizio di quelle di Terminator e di Predator, passando anche a film inediti da noi o solo in apparenza minori. Una sorta di The story of film dedicato alla fantascienza, con interviste a protagonisti importanti, rivelazioni e immagini dietro le quinte in un turbinio di immagini che parte con un veloce excursus dalla nascita del cinema fino al 1980, per poi proseguire anno dopo anno fino al 1989. Fantascientifico! Neon/Online only. Voto: 8
It’s quieter in the twilight (Billy Miossi). Ricordate il kubrickiano Star Trek di Robert Wise del 1979, quello in cui l’equipaggio dell’Enterprise entrava in contatto con la misteriosa entità V’ger, che si rivelava poi essere la sonda Voyager 6 (peraltro mai esistita) lanciata centinaia di anni prima dall’uomo, evolutasi dopo un’infinita esplorazione dello spazio infinito e tornata per relazionare al suo (ormai estinto) creatore? Il film nasceva indiscutibilmente sull’onda emotiva delle due sonde Voyager, 1 e 2, lanciate tra il 20 agosto e il 5 settembre 1977 e destinate ad esplorare i giganti gassosi del sistema solare, dei quali hanno fornito dati preziosissimi. In un ufficietto un gruppo di ingegneri sempre più anziani continua ostinatamente a seguire per conto della NASA le due missioni Voyager che, superati ormai da tempo i confini del nostro sistema stellare, dopo 45 anni continuano, imperterrite e contro ogni previsione, l’esplorazione dello spazio interstellare, puntando nelle speranze di tutti alla celebrazione delle nozze d’oro. Di quelle menti brillanti ne è rimasta una dozzina – alcuni sono sessantenni, altri quasi novantenni – e la loro è una lotta del tipo: o noi o loro, cioè chi si arrenderà prima, i loro corpi o quelli delle sonde? Soltanto essi conoscono a perfezione quei due macchinari ed è davvero commovente scoprire come li considerino più che dei figli. Seguiamo insieme con loro le varie peripezie, le morti presunte e le resurrezioni, gli incidenti di percorso in un viaggio che ormai volge sempre più verso la fine, ma che ancora non è finito. Verso l’infinito e oltre! Mondofuturo. Voto: 8
La paradoja de Antares/The Antares paradox (Luis Tinoco Pineda). Alexandra Baeza è un’astronoma che lavora al progetto IberSETI per la ricerca di vita extraterrestre. Una notte di tempesta riceve un segnale fortissimo proveniente da Antares. Avrà pochissimo tempo per decidere se verificare in più step contro tutto e tutti la veridicità della trasmissione o recarsi al capezzale del padre morente… Bellissimo film di fantascienza spagnolo da camera, girato in una sola stanza, inspiegabilmente relegato alla sparuta selezione online su MyMovies. Tra Contact ed il poco conosciuto Europa report, la pellicola, tesissima e piena di piccoli colpi di scena, propone un doppio dilemma: siamo soli nell’universo? Ma chi di noi non lo è anche su questo pianeta? Molti inoltre i temi: è più importante la famiglia o il lavoro? È più importante guardare alle stelle o puntare gli occhi al nostro mondo? In poco più di un’ora e mezza la bravissima Andrea Trepat e l’ottimo Luis Tinoco Pineda ci conducono in un’esplorazione dal nostro cuore di esseri umani alle stelle, confermando che la migliore fantascienza mira in alto per puntare molto più in basso. Umanista. Neon/Online only. Voto: 8
Mad Heidi (Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein). Nel nuovo regime totalitarista che governa la Svizzera, al comando del Presidente Meili e improntato al solo sviluppo del formaggio, la giovane Heidi viene strappata al nonno e all’amico Peter delle capre, subito eliminati, e deportata in un carcere diretto dalla dispotica Fräulein Rottweiler e sorvegliato dall’ambiguo Comandante Knorr. Qui farà amicizia con la fragile Klara e inizierà a meditare la fuga e la vendetta… Film svizzero che si prende argutamente gioco di tutti i luoghi comuni della confederazione elvetica (formaggi, mucche, orologi e via così) e si colloca tra Tarantino e i film d’exploitation anni settanta, Mad Heidi è una divertentissima trashata sposata dagli autori fino in fondo, senza crederci mai e spingendo il pedale dell’acceleratore a tavoletta, indulgendo a volontà sul gore. Il redivivo Casper Van Dien è il temibile presidente Meili e l’apparentemente tenera Alice Lucy è una Heidi da non far assolutamente incazzare, appunto. Pirotecnico. Méliés Competition. Voto: 8
Rachels don’t run (Joanny Causse). Leah gestisce una chat telefonica automatica. Una sera, incuriosita dalla voce di un cliente, decide di sostituirsi all’intelligenza artificiale, ma la scelta non si rivelerà delle più brillanti… Divertente e commovente cortometraggio di coproduzione franco/statunitense che riflette sull’omologazione, sul ruolo delle intelligenze artificiali e sull’abbrutimento cui stiamo tutti andando incontro, al punto che un essere umano preferisca confrontarsi con una macchina piuttosto che con un suo simile. Profetico. European Fantastic Shorts. Voto: 8
Snowdrops at the end of the train (Galina D. Georgieva). In un mondo distopico, Eva, un’impiegata della centrale elettrica, rinuncia al suo bene più prezioso per permettersi di coltivare dei bucaneve. Ma… Una via di mezzo tra The deal e Vesper, visti in questo festival, in forma breve: La poesia e la grazia di questo cortometraggio bulgaro non brevissimo colpiscono e lasciano un’impronta nello spettatore. La fantascienza europea (dell’Est) si conferma in grandissima forma! Elettrizzante! European Fantastic Shorts. Voto: 8
The artifice girl (Franklin Ritch). Il giovane Gareth, mago rivoluzionario della tecnologia digitale, è convocato al cospetto degli agenti speciali Dena Helmas e Amos McCullogh. Per combattere il dilagante fenomeno della pedofilia egli ha creato un’interfaccia con il volto di una bambina poco più che decenne che si svilupperà autonomamente e progressivamente verso un’intelligenza artificiale potentissima… Franklin Ritch, qui anche ottimo interprete, realizza un film di fantascienza adulta, completa, con suggestioni etiche, insomma di quella che fa bene alla mente e al cuore. Divisa in tre capitoli e spalmata nell’arco di cinquant’anni, la pellicola accenna inizialmente quanto basta ai traumi infantili del protagonista, partendo come un thriller, per poi svelarli solo in prospettiva del finale, quando Gareth avrà il volto, bellissimo e vissuto, dell’ormai ultra-ottantenne Lance Henriksen, volto di culto del cinema di genere. Un film che pone importanti e cruciali dilemmi filosofici ed esistenziali, ma che riesce anche ad intrattenere. Senza effetti speciali, perché l’effetto più speciale è proprio una bambina che sembra normale (ed è naturalmente una bambina vera, interpretata dalla bravissima Tatum Matthews). Quando A.I. incontra Her, con il twist della pedofilia. Etico. Asteroide Competition. Voto: 8
L’uovo (Daniele Grassetti). In un futuro distopico lui non viene confermato sul posto di lavoro per favorire le “quote rosa”, mentre lei… è incinta. Per ovviare alla situazione contingente la ginecologa propone una curiosa soluzione: ispessire con un trattamento il sacco vitellino fino a farlo diventare… un uovo e poter continuare la gestazione senza impegni… Ce la faranno?! Bellissimo cortometraggio italiano dal regista della serie Zio Gianni che affronta molteplici temi, dalla parità uomo-donna ai diritti dei lavoratori, dalla donna in carriera alla maternità. E lo fa col tono della commedia fantastica, del paradosso e del grottesco, riuscendo però a farci riflettere più di tante altre opere più grandi e più serie. Sindacale. European Fantastic Shorts. Voto: 8
68.415 (Antonella Sabatino e Stefano Blasi). Secondo una ricerca dell’università Heriot-Watt di Edimburgo, ogni anno ciascuno di noi ingerisce fino a 68.415 micro-particelle di plastica; questo accade semplicemente mettendosi a tavola. Partendo da questo assunto, i due registi hanno scritto, prodotto e diretto questo cortometraggio che racconta di come, in un futuro invaso dalla plastica, la clinica Zigle abbia messo appunto un sistema per rieducare dal punto di vista alimentare la popolazione. Ma non senza qualche effetto collaterale… Con un occhio a Soylent green, il piccolo film, impreziosito dalla presenza di Massimiliano Vado e Bianca Nappi, colpisce e inquieta al punto giusto. Impegnato e Rieducativo. European Fantastic Shorts. Voto: 7 e ½
Dog soldiers (Neil Marshall). Un gruppo di militari, sperduto nelle highland scozzesi per un’esercitazione di routine, si ritrova suo malgrado a fronteggiare un piccolo esercito di lupi mannari. Ma scopriranno presto di essere lì per un motivo ben preciso, ritrovandosi in trappola e capendo presto di non potersi fidare di nessuno… Compie vent’anni il film di debutto di Neil Marshall, ospite d’onore di questa edizione del festival, che rivelò un autore da tenere d’occhio nel genere horror. Tensione ed inventiva, più ironia diffusa a piene mani, condiscono un film ancora oggi divertente e imperdibile che tiene costantemente inchiodati alla poltrona. A seguire il regista ha tenuto una interessante masterclass sulla pellicola intervistato dal neo-direttore del festival e giornalista Alan Jones. Mannaro! Classix. Voto: 7 e ½
El ojo y el muro/The eye and the wall (Javier del Cid). Gabhán City è caduta sotto un governo oppressivo e totalitario, l’Occhio, ed è circondata da un Muro che i cittadini non possono valicare, entro il quale vivono in totale povertà. La giovane Alba fa parte di un gruppo clandestino che fornisce cure sanitarie, cibo e acqua per i più bisognosi. Un giorno le si presenta l’occasione di poter fuggire… Bel film guatemalteco che parte spedito, quasi in medias res, e poi procede molto lentamente per raggiungere nel finale vette di adrenalina fin lì insperate, arricchendosi di ritmo e significato con sequenze mozzafiato e ambientazioni incredibili nell’ambito di un budget chiaramente al minimo. Le baracche mostrate nella pellicola sono inoltre molto probabilmente quelle di una qualsiasi cittadina locale, spacciate per disastri del futuro, attuando così una forma di denuncia meta-cinematografica, per non parlare dei temi dei muri, dei migranti e dei rifugiati in tempi di guerra e di regimi totalitari che El ojo y el muro evoca fin troppo chiaramente. Un’autentica sorpresa! Neon/Online only. Voto: 7 e ½
FROM.BEYOND (Fredrik S. Hana). Una visione caleidoscopica che ritrae il primo incontro tra l’uomo e una forma di vita aliena, raccontato attraverso una moltitudine di generi e tecniche cinematografiche “old school”. Un breve film davvero originale e sorprendente, un mosaico di mille input per narrarci in maniera frammentata, ma continuativa ed efficace, la scoperta di un’entità extraterrestre, brutta, ma pur sempre degna di nota e stupore. Alienante. European Fantastic Shorts. Voto: 7 e ½
L’isola dei resuscitati morti/The island of the resuscitated dead (Domenico Montixi). Una banda di rozzi mercenari capitanati da una provocante quanto ambigua dottoressa, un giornalista in trincea e una cocciuta ragazza si arrischia su un’isola tropicale in cerca di uno scienziato scomparso che lavorava per la famigerata “Pharmaceutical”… Divertentissimo cortometraggio cinefilo, battente bandiera sarda, che omaggia in venti minuti il cinema d’exploitation anni ottanta di Ruggero Deodato, Lenzi e Fulci in un colpo solo. Con un audio volutamente rozzo e pieno d’eco e con inserti che sembrano girati in super8, il piccolo (grande) film di Montixi porta sullo schermo zombi perfettamente in linea con i tempi ricordati. Ha il merito di crederci fino in fondo, con la piena consapevolezza di cosa stia facendo, rendendo così il risultato decisamente esilarante, senza risparmiarsi una stoccata finale all’intera umanità nell’ultimo fotogramma. Cinefilo! Spazio Italia. Voto: 7 e ½
LOLA (Andrew Legge). Le due sorelle Thomasina e Martha costruiscono LOLA, una macchina straordinaria in grado di trasmettere immagini dal futuro. Ma siamo nel 1938 e, oltre ad un brillante avvenire remoto, tra cui David Bowie e i Kinks, l’invenzione manda immagini fin troppo vicine della guerra a venire. Riusciranno ad aiutare il loro paese? Bellissima pellicola in biancoenero, con immagini rozze come fosse un found-footage – di quello infatti si tratta – che unisce fantascienza al tema dell’immodificabilità del futuro (se non a grosse spese). Una bella messinscena che fonde girato ex-novo ad immagini di repertorio abilmente spacciate per altro, dove spesso ciò che viene mostrato è soltanto uno dei futuri possibili e non la realtà. Tra Borges e Welles, l’esordiente Andrew Legge realizza un piccolo grande film da non perdere, ben scritto e ancor meglio diretto e interpretato: un gioiellino d’autore e di genere. Méliès Competition. Voto: 7 e ½
Ming yat zin gei/Warriors of future (Ng Yuen-Fai). In un futuro non troppo remoto si stanno costruendo degli scudi che proteggano l’aria delle città sempre più inquinate, ma sul più bello un meteorite cade sulla terra, portando con sé una gigantesco essere vegetale, ribattezzato Pandora, che contribuisce ulteriormente alla distruzione, pur avendo il potere di depurare l’aria più degli scudi. Una missione disperata cercherà di rendere la pianta utile ed inoffensiva. Ma non tutti remeranno a favore… Mega-produzione tutta hongkonghese, intercettata a Cannes dagli organizzatori del festival e che, complice il Covid, si è protratta nella realizzazione fino ad oggi. Film divertentissimo e super-adrenalinico, con amplissimo uso di CGI di prima qualità che riporta in auge i fasti dei robot dei primi anime anni settanta, ma con l’ipertrofia del contemporaneo. Una vera gioia per gli occhi, senza tralasciare il cuore! Animato. Asteroide Competition. Voto: 7 e ½
Un’ora sola (Serena Corvaglia). Due fidanzati si sono dati appuntamento in una cinquecento. Parlano di fare l’amore, ma potrebbe essere complicato e pericoloso. Perché?… Bellissimo e malinconico corto italiano in bilico tra passato, presente e futuro, che vede come protagonista Filippo Scicchitano e soprattutto una partecipazione speciale dell’ormai ultranovantenne Giuliano Montaldo e di sua moglie Vera Pescarolo, la cui presenza impreziosisce notevolmente il piccolo film! Nostalgico. Spazio Corto. Voto: 7 e ½
Something in the dirt (Justin Benson e Aaron Moorhead). Due neo-vicini di casa, John e Levi (gli stessi registi), sono testimoni di eventi soprannaturali nel loro condominio di Los Angeles. Pensando che un documentario sul paranormale possa portare fama e fortuna alle loro vite ormai sprecate, si inoltrano in un vortice sempre più oscuro e profondo, che vedrà la loro amicizia sfaldarsi di fronte a pericoli soprannaturali, alla città di Los Angeles e… a loro stessi! Un mix stranissimo ma estremamente avvincente di “fantascienza fai da te”, commedia nera, atmosfere pre-apocalittiche e opprimente paranoia ci conduce in un film personalissimo che mette a nudo le paure contemporanee in cui siamo tutti immersi, pronti ad inventare continue teorie del complotto, a vedere sempre qualcosa dietro l’angolo, ma finendo per smarrire che cosa abbiamo realmente davanti.Un’opera davvero unica e mai vista prima. Meta-apocalittico. Out of competition. Voto: 7 e ½
Time tourists (Ian Sweenery). Un ragazzo e una ragazza si incontrano su un bellissimo panorama, che sembrano non aver mai visto. Sono due “turisti temporali” e vengono da un mondo dove ormai il pianeta è praticamente distrutto. Ma uno dei due ha acquistato un biglietto di sola andata. Brevissimo cortometraggio neozelandese, semplice e struggente. Quando il tempo non è tutto… Fantastic Shorts. Voto: 7 e ½
Vesper (Kristina Buozyte e Bruno Samper). Dopo il crollo dell’ecosistema terrestre, la tredicenne Vesper lotta per sopravvivere con il padre paralizzato. Ma casualmente incontra sul suo cammino una donna che nasconde un segreto e sarà costretta a usare il suo ingegno e le sue capacità di bio-hacker per avere un futuro e tentare di accedere all’inviolabile Cittadella… Coproduzione franco-belga-lituana per un piccolo kolossal fantascientifico dove al centro, come nella migliore tradizione, è l’essere umano. La migliore science fiction europea, col suo immaginario candido e genuino, al servizio di una storia classica di predominio e riscatto. Un gigantesco Eddie Marsan è ben contrastato dalle giovani Raffiella Chapman e Rosy McEwen. Ecologico. Asteroide + Méliès Competition. Voto: 7 e ½
Anomalie/Anomaly (Michael Jeanpert). Adam è pazzamente innamorato di Liv, ma la giovane donna ha appena perso il marito e non vuole impegnarsi in una relazione. Però Adam forse non è quel che sembra… Interessante e poetico corto francese che parla dell’Amore e di come tale sentimento travalichi qualsiasi cosa, anche i circuiti elettrici e la vita artificiale. Ma forse in fondo è anche superfluo. Lirico. European Fantastic Shorts. Voto: 7
Captain Nova (Maurice Trouwborst). Un pilota di caccia, Nova, viaggia indietro nel tempo di 25 anni dal 2050 per salvare il mondo futuro da un disastro ambientale, ma un imprevisto effetto collaterale la rende giovane cosicché nessuno la prenderà sul serio. Solo il coetaneo Nas crederà in lei… Divertente film olandese, molto ben confezionato, per un pubblico giovane, ma non solo, forte di ottimi effetti speciali e di un importante messaggio ambientalista e senza troppe sbavature. Una pellicola che non avrebbe sfigurato al festival di Giffoni o nella sezione parallela Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma, ma che anche qui a Trieste ha il suo perché. Didattico. Extra/Education Program. Voto: 7
Children of the stars (Jørn Nyseth Ranum e Aaslaug Vaa). I ragazzi delle scuole di Bøstad e Røst, alle isole Lofoten, in Norvegia, vengono accompagnati dall’astrofisico belga Jean Surdej che gli ridistribuisce l’intero sistema solare con dei modelli in scala lungo le loro isole, spiegando i misteri dell’universo. Shakespeare diceva che “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, oggi la scienza può affermare che “siamo fatti della stessa sostanza delle stelle”, perché gli elementi che compongono i nostri corpi e il nostro pianeta sono gli stessi delle comete che cadevano sulla terra all’origine di tutto e gli stessi quindi dell’intero universo. Il documentario norvegese ci accompagna, avvolgendoci curiosi come gli studenti, in questa affascinante avventura dove la fisica si fonde inevitabilmente con la filosofia. Stellare. Extra/Education Program. Voto: 7
Luna (Daniel M. Caneiro). In una notte di luna piena una ragazzina viene rapita in un parco divertimenti. Ma il rapitore dovrà stare molto attento… Bel corto spagnolo che gioca sul termine “luna”: è il nome della bambina, ha ovviamente a che fare col nostro satellite e comincia (e finisce) in un luna-park. La narrazione tesa e gli ottimi effetti speciali fanno il resto. Lunare. European Fantastic Shorts. Voto: 7
Precursor (Marco Castiglione). Gea si nasconde dai robot che ormai dominano il pianeta e annientano gli esseri umani a vista. Ma forse può esserci ancora una speranza. Cortometraggio italiano non brevissimo che colpisce sia per essere parlato in cadenza calabrese, connotando così subito un prodotto più che nazionale, e per gli effetti speciali davvero notevoli. Marco Castiglione, già autore del piccolo film Cursor, è un regista da tenere d’occhio. Trans-regionale. Spazio Corto. Voto: 7
Sam and Doug (Brendan Cleaves). In un prossimo futuro in cui un virus ha mutato la maggior parte della popolazione in mostri feroci e affamati di sangue, Sam dovrà riuscire a salvare il proprio Bebè dal marito trasformato. Lo farà con l’aiuto dell’improbabile e bolso Doug… Brillante commedia horror inglese, un buddy movie con coppia mista che diverte (molto) e spaventa (poco) allo stesso tempo. Solidale. European Fantastic Shorts. Voto: 7
The deal (Orsi Nagypal). Una pandemia (vi dice qualcosa?) ha lasciato l’umanità senza risorse. Per combattere la crisi, il Bureau, un organo di governo totalitario istituisce “il Patto”: chi lo accetta ha garantito un lavoro, una casa e l’assistenza medica per vent’anni, allo scadere dei quali la vita per il contraente cessa. Tala lo aveva siglato quand’era ventenne, incinta e sola. Ma ora, a pochi giorni dalla fine, accade qualcosa di inaspettato per cui l’accordo diventa molto ingombrante e potrebbe vacillare… Interessante distopia tra le molte al festival, dal produttore di Independence day Dean Devlin, il film è un’avvincente racconto, una lotta contro il tempo per provare a modificare un sistema perverso. La regista conduce la narrazione in maniera adrenalinica e con i giusti colpi di scena al momento giusto, conquistando lo spettatore per l’intera durata della pellicola. Asteroide Competition. Voto: 7
The lair (Neil Marshall). Quando il pilota della Royal Air Force, il tenente Kate Sinclair, viene abbattuta in Afghanistan, trova rifugio dai guerriglieri in un bunker sotterraneo abbandonato dai sovietici, dove accidentalmente vengono risvegliate armi biologiche create dall’uomo, metà umane e metà aliene. Uscirne (vivi) sarà un’impresa disperata… Ritorno al cinema del mitico Neil Marshall, guest star di questa edizione del Festival, con un film che va a ripescare – speriamo non per mancanza di idee – il meglio della sua filmografia: una serie di cunicoli e creature che ricordano The descent, più militari e sempre creature che rimandano a Dog soldiers. Un bel mischione però ricco di adrenalina e divertimento che va a Scomodare perfino il misterioso evento di Tunguska, la Roswell asiatica. Splatter a gogo e ironia sempre presente tutto sommato fanno di questo The lair un gioiellino da non perdere. Out of Competition. Voto: 7
Walking against the rain (Scott Lyus). Qualcosa nel mondo è accaduto. Si vedono “centri di evacuazione”, ma non c’è traccia di esseri umani. Gli unici rimasti sono usciti fuori di testa, mentre mostri feroci e implacabili sono là fuori in costante agguato. Blair resiste, unica superstite, nel suo avamposto, cercando di sopravvivere finché via radio non incontra Tommy, un altro che per il momento sembra avercela fatta. Considerando che i loro walkie-talkie avranno vita breve, lei decide di muoversi e i due si danno appuntamento su un picco e so sentiranno solo tre volte al giorno. Riusciranno ad arrivarci vivi?… Bellissimo inizio in medias res, in una storia che si intuisce via via, ma la cui gravità si intuirà completamente solo alla fine. Pellicola indipendente a bassissimo budget, realizzato prevalentemente con la camera a mano – cosa che rinforza ulteriormente la sensazione diffusa di pericolo – che ha molte idee e soprattutto una storia e che gioca senza remore con l’apocalisse. Un film che è la fine del mondo! Out of competition. Voto: 7
A killer outside (Joe Zalias). Caroline è agorafobica ed è convinta di essere perseguitata da un’entità aliena, finché trova il coraggio di uscire. Ma se avesse fatto meglio a restare in casa?… Breve cortometraggio inglese semplice semplice sulla follia e su che cosa sia il limite con la normalità. Transeunte. European Fantastic Shorts. Voto: 6 e ½
All we have is time (Fraser Pemberton). Sopravvissuti a un malfunzionamento nello spazio profondo, Williams e il suo equipaggio rivivono dei ricordi che però non sono i loro. Cortometraggio australiano che parte bene, ma procede male, incartandosi nei suoi meccanismi narrativi. Fantastic Shorts. Voto: 6 e ½
Antropophagus II (Dario Germani). Alcune studentesse universitarie, dai vari temperamenti e caratteri, si lasciano convincere dalla loro docente a vivere un’avventura all’interno di un bunker antiatomico, allo scopo di acquisire informazioni utili per le proprie tesi. Un sinistro custode le accompagna nel cuore della struttura, considerato uno dei luoghi più sicuri al mondo, dal quale non potranno uscire prima di ventiquattro ore. Ma durante la notte due di esse spariscono nel nulla. Nora, la docente, coordina le ricerche, che ben presto risucchieranno il gruppo in un vortice mortale architettato dalla follia di un feroce mostro antropofago che, con inaudita violenza, dopo averle deturpate ad una ad una, le divora… Il direttore della fotografia Dario Germani, novello Re Mida dell’horror italiano, firma il seguito di uno dei film più splatterosi di sempre, diretto nel 1980 da Joe D’Amato/Aristide Massaccesi. La trama è molto semplice, ma l’idea è geniale: ossia quella, in ossequio alle ristrettezze legate alla pandemia da Covid-19, di girare il film tutto al buio, in interni, contrariamente a quello dell’80, che altrettanto intelligentemente era ambientato invece quasi totalmente in esterni, alla luce del sole. E ancor più indovinata è la location: il bunker in località Sant’Oreste (RM), che si snoda per circa 4 chilometri effettivi di gallerie sotto il monte Soratte, fatto costruire da Mussolini nel 1939 e poi riutilizzato in vari modi, fino all’attuale destinazione di museo on demand. La pellicola, eccessiva come la precedente, sicuramente girata con un budget più elevato, benché in economia, oltre a puntare sul disgusto e sull’eccesso, si sforza anche di abbozzare qualche psicologia dei personaggi e di trovare qualche snodo di trama con piccoli colpi di scena, lasciando anche aperto il finale. E, come Massaccesi, Dario Germani ne cura anche la fotografia, dando notevole dignità alla confezione, rifuggendo la camera a mano, prediligendo invece una fluidità di riprese, con l’uso anche di droni, che paradossalmente rendono il tutto ancora più agghiacciante, conferendogli una “patina” di normalità. Alta macelleria. Spazio Italia. Voto: 6 e ½
Darker/Donkerster (Frank van der Bogaart). Il padre di Rhena le racconta di Atlas, uno spirito della foresta che sussurra le storie dei morti ai suoi alberi. La notte stessa l’uomo scompare nella foresta e Rhena fa di tutto per ritrovarlo… Cupissimo cortometraggio belga che promette più di quanto riesca a mantenere. Potrebbe funzionare meglio come lungo, ampliando molte delle suggestioni istillate. Ma come film breve delude. Ancestrale. European Fantastic Shorts. Voto: 6 e ½
Maika: Cô Bé Đến Từ Hành Tinh Khác/Maika: The girl from another galaxy (Ham Tran). Il piccolo Hung di otto anni, che ha da poco perso la madre, dopo la caduta di una cometa entra in contatto con Maika, apparentemente una coetanea, in realtà venuta dallo spazio e dagli straordinari poteri. Insieme a lei dovrà fronteggiare il padre impreparato e incredulo e la sua nuova possibile fiamma, dei malintenzionati che vogliono mandar via tutti gli abitanti del palazzo per speculare, un ambizioso imprenditore che vorrebbe i poteri della ragazzina per realizzare i suoi sogni spaziali e anche l’amichetto antipatico, ma in fondo buono… Film vietnamita (!) lunghissimo, molto didascalico e ripetitivo, dal formato 4:3 anche probabilmente di origine televisiva, che in fondo non è più che un remake di E.T.. Comunque se si supera l’impasse iniziale diverte e riesce pure a commuovere, anche con i suoi fantasmagorici effetti speciali non sempre perfetti. Qualche simbolismo azzeccato rinforza pure l’operazione. Extra/Education Program. Voto: 6 e ½
Night sky (Jacob Gentry). Un uomo colpito da un colpo di arma da fuoco è in fuga. Viene soccorso, anzi guarito da un inquietante individuo che si rivela inizialmente una ragazza, per poi svelarsi come… alieno! Gli chiede soltanto in cambio di portarla in macchina in New Mexico… Jacob Gentry, già regista di The signal, Sinchronicity e Broadcast signal intrusion, realizza uno Starman al femminile, un piccolo film indipendente che guarda a Roger Corman come anche a John Sayles. Con i fidi AJ Bowen e Scott Poythress più l’altrettanto attrice di culto Brea Grant ci accompagna in questa pellicola di fantascienza che si fonde al road-movie guardando più al lato umano che alle stelle. Independiente! Out of competition. Voto: 6 e ½
Nostos (Mauro Zingarelli). La crisi dei materiali del 2029 ha portato all’estinzione di tutti i dispositivi digitali. I due protagonisti dentro un’auto abbandonata trovano un curioso oggetto antico: un Game Boy. Dovranno trovare il modo di venderlo al mercato nero combattendo… Non disprezzabile cortometraggio italiano che vede come protagonista l’Aurora Giovinazzo di Freaks out in una storia sospesa tra passato e futuro. Retrò. Spazio Corto. Voto: 6 e ½
Piove/Flowing (Paolo Strippoli). A Roma, quando piove, dagli scarichi risalgono misteriose esalazioni che inducono la gente a tirare fuori in malo modo tutta la propria rabbia repressa. La famiglia Morel che per una tragedia famigliare ha più di un debito emotivo da sanare, dovrà affrontare se stessa e i propri fantasmi… Dopo il felice esordio nel lungometraggio lo scorso anno con A classic horror story in tandem con Roberto De Feo, realizza stavolta in solitaria un film ancora più ambizioso, che però non regge fino in fondo. L’idea di un disaster-movie tipo La città verrà distrutta all’alba di Romero, riesplorato sotto la lente di ingrandimento di una famiglia disfunzionale, funzionerebbe pure se Strippoli non volesse sottolineare a tutti i costi alcuni simbolismi o il pathos di certe situazioni, perdendo così più di una volta la bussola. Alla fine tutto torna, ma la voluta solennità dell’operazione, che contrasta comunque con un mood “sporco”, tarpa le ali ad un film che non riesce ad essere né universale né particolare o personale. Resta ad ogni modo un passo (falso?) nella filmografia di un giovane cineasta da tenere d’occhio. Extra/Spazio Italia. Voto: 6 e ½
Pussycake/Emesis (Pablo Parés). Un gruppo rock tutto al femminile si reca a tenere l’ennesimo concerto, ma quando arriva nel posto designato non trova nessuno. Grazie ad un portale dimensionale sono giunti dei mostri da un altro mondo che stanno trasformando gli abitanti in una sorta di zombi. Riusciranno le imbranate musiciste a farcela?… Quando Jem e le Holograms incontra Predator e Brain damage (La maledizione di Elmer). Un film politicamente scorretto dal regista Pablo Parés che anni addietro si macchiò della lunga saga di Plaga zombie e di altre amenità in odore di trash. In questa ultima pellicola si avvicendano viaggi interdimensionali, mostri, musica a palla e gore senza soluzione di continuità e all’insegna del divertimento, il tutto col pedale dell’acceleratore spinto a tavoletta. Scorretto. Out of Competition. Voto: 6 e ½
Rubikon (Magdalena Lauritsch). Nell’anno 2056 la Terra, ormai sull’orlo dell’abisso, è retta dalle multinazionali e non più dai governi. La militare Hannah e il biologo Gavin vengono mandati in missione sulla Haven, l’ultima stazione orbitante che sta cercando di trovare un’a disperata alternativa per salvare il pianeta. Ma, quando sono lì, una nube tossica marrone avvolge completamene la terra, lasciando i due, insieme allo scienziato Dimitri Krylow, verosimilmente come gli ultimi superstiti della razza umana. Mentre stanno capendo il da farsi, vengono contattati da un gruppo di trecento sopravvissuti, probabilmente amministratori delegati benestanti. Che fare? Restare sulla stazione e salvarsi potenzialmente la pelle o rischiare e tornare sulla terra?… Debutto della regista nel lungometraggio, il film, lento e lungo, ma elegantissimo, costato tre milioni di euro – amministrati benissimo! – colpisce per le tematiche etiche e socia/ambientaliste. Per il resto i personaggi sono poco approfonditi così come le problematiche proposte, rendendo la visione impegnativa. Post-apocalittico. Asteroide + Méliés Competition. Voto: 6 e ½
Scomparire (Daniele Nicolosi). Un uomo incontra una donna in una casa di montagna. Improvvisamente l’uomo si sveglia e si ritrova nel suo appartamento in una Torino del 2046, dove sta immaginando attaccato ad un macchinario… Gli ottimi Andrea Bosca ed Euridice Axen sono i preziosi protagonisti di questo cortometraggio italiano che parla di dolore e rimpianto e di Futuro, incrinato da una nostalgia canaglia. Ottime le premesse, meno la resa. Nostalgico. Spazio Corto. Voto: 6 e ½
The breach (Rodrigo Gudiño). A una settimana dal trasferimento presso un’area metropolitana, John Hawkins, il capo della polizia del paesino di Lone Crow deve dedicarsi ad un’ultima investigazione: il caso di un cadavere letteralmente disossato ritrovato un una barca abbandonata. Il corpo sembra essere quello di Cole Parsons, uno scienziato espertissimo di campi elettromagnetici la cui figlia è scomparsa nel nulla ormai da tempo… Film perfetto per la quasi mezzanotte e tratto da un originale Audible di Nick Cutter, The breach però semina molto – con tanti eventi strani che accadono – e raccoglie molto poco durante la narrazione, non spiegando neanche fino in fondo che cosa stia succedendo. E se qualche momento, ad esempio quello con gli scheletri insanguinati all’attacco, è veramente riuscito, in altri la tensione latita fin troppo, con atmosfere lovecraftiane sempre in agguato, senza che mai emergano realmente. Gudiño in sostanza sembra puntare più all’effetto che ad altro, come nel finalissimo. Peccato! Transdimensionale. Out of competition. Voto: 6 e ½
Tittla (Ivan D’Antonio). Nel mondo del lavoro contemporaneo l’apparenza conta anche più delle capacità, perciò è indispensabile un’App che aiuti gli aspiranti lavoratori a trovare l’outfit adatto e a presentarsi nel modo giusto: questa è Tittla! Curioso cortometraggio italiano che imbocca la strana di un grottesco però poco efficace, finendo per rivelarsi un videoclip, ma privo di musica. Da apprezzare almeno l’idea e la realizzazione. Virtuale. Spazio Corto. Voto: 6 e ½
Wolf manor (Dominic Brunt). Durante le riprese di uno scalcinato B-movie sui vampiri, il castello nel quale si stanno svolgendo le riprese e i suoi dintorni si riveleranno infestati da almeno un pericoloso lupo mannaro. Per cast e troupe sarà un’inattesa lotta per la sopravvivenza… Il regista, già autore di Before dawn, Bait ed Evie, gira un film permeato di ironia e di quell’inconfondibile sense of humour totalmente britannico, che diventa al tempo stesso pregio e difetto della pellicola. Infatti quell’umorismo ai limiti dell’incomprensibile aggrazia Wolf manor, ma pure lo appesantisce, come una zavorra. Se vorrete però farvi sedurre dal fascino di atmosfere tutte britanniche, non potrete non restare incantati dalla solenne grazia di James Fleet. E non perdetevi la lunga scena pseudo-espressionista e in bianconero dopo i titoli di coda, che vi renderà edotti sul Grande Mascalini, un personaggio non trascurabile visto di striscio durante il film… All British. Out of Competition. Voto: 6 e ½
Zero (Faye Gilbert). Anno 2045. Tutti gli adulti sono migrati verso la terraferma e i ragazzi si contendono la sopravvivenza su un’isola. Una società estrema in cui due sorelle cercano in tutti i modi di lottare per la sopravvivenza… Un’altra distopia per il debutto sul grande schermo di una regista inglese che ha militato tra cortometraggi e serie TV in un film con un mood da tragedia greca ed estremamente crudo e asciutto, forse anche troppo. Tanto che per lo spettatore è difficile riuscire ad immedesimarsi e coinvolgersi. Quando Orwell incontra The wicker man. Neon. Voto: 6 e ½
Alienation (Ray Raghavan). Una ragazza messicana e sua madre vengono braccate dalle autorità di frontiera. Ma non sono sole… Breve cortometraggio canadese che però offre poche emozioni, con un alieno un po’ in cartapesta e soluzioni poco più che banali. Fantastic Shorts. Voto: 6
Border (Khalifa Al Thani). In un astruso futuro distopico, un uomo vuole ricongiungersi con la sua famiglia. Ma l’impresa si rivela al limite dell’impossibile… Cortometraggio dal Qatar che estremizza e amplifica ogni connotazione orwelliana, ma chiude con una chiosa poetica… Fantastic Shorts. Voto: 6
Distance – Act I: The peacock and the sphinx (Eddy Loukil). Quando suona la campana, il re e la regina in decadenza del Regno Ossidato iniziano il loro vecchio e monotono balletto. Quando tale ostentazione raggiunge il suo apice, viene sollevato il velo di Maya che rivela le ferite celate nella loro relazione… Brevissimo cortometraggio canadese interamente in CGI che si rivela essere poco più di un esercizio di stile. Visivamente splendido, ma nulla più. Fantastic Shorts. Voto: 6
Encajada/Embedded (LLe Godoy). Un’anziana signora è nel bel mezzo di una seduta di epilazione laser. Viene però bruscamente interrotta da un errore che la costringe ad alzarsi. La fuga non dura molto e la redenzione è l’unica cosa che le rimane… Cortometraggio spagnolo visivamente (e volutamente) disgustoso che però resta scarsamente comprensibile. Vorrebbe forse essere latore di una qualche denuncia, ma senza efficacia. Peccato… European Fantastic Shorts. Voto: 6
Existir/To exist (Gabriel Grieco). Uno scrittore (lo stesso regista Grieco) sta scrivendo un copione su sette entità aliene che entrano in contatto con altrettanti “eletti”. In particolare uno di loro, Lautaro, è scomparso in Argentina da due anni. La ex-fidanzata, Lola, e Renzo, il suo migliore amico, si mettono sulle sue tracce trascinandosi dietro anche i militari… L’Argentina è molto sensibile alla tematica degli UFO, poiché nella regione di Cordoba – come mostreranno anche i titoli di coda con immagini “reali” – gli avvistamenti sono da sempre molto frequenti. Se il film fosse di alto spessore avremmo potuto indugiare verso un: “quando Spielberg incontra Jodorowsky”. Purtroppo Gabriel Grieco si lascia andare a tutta una serie di suggestioni new-age che trascinano la pellicola verso l’abisso. L’unica cosa veramente valida è un colpo di scena che ribalta completamente il punto di vista narrativo e che regala al film la sufficienza stentata, dandogli un twist meta-cinematografico e portandolo dalle parti, per dare un indizio, di Vero come la finzione di Marc Foster. Out of Competition. Voto: 6
I VINCITORI DELLA 22° EDIZIONE DI TRIESTE SCIENCE+FICTION FESTIVAL
Vincitore Premio Asteroide TS+FF 2022
“The Artifice Girl” di Franklin Ritch (Stati Uniti, 2022)
Menzione Speciale Premio Asteroide TS+FF 2022
“The Visitor From the Future” di François Descraques (Francia, 2022)
Vincitore Premio Méliès d’argent – Lungometraggi TS+FF 2022
“LOLA” di Andrew Legge (Regno Unito / Irlanda, 2022)
Menzione speciale Premio Méliès d’argent – Lungometraggi TS+FF 2022
“Vesper” di Kristina Buožytė e Bruno Samper (Lituania/Francia/Belgio, 2022)
Vincitore Premio Méliès d’argent – Cortometraggi TS+FF2022
“68.415” di Antonella Sabatino e Stefano Blasi (Italia, 2022)
Vincitore Premio Wonderland – Rai4 TS+FF 2022
“Piove” di Paolo Strippoli (Italia, 2022)
Menzione speciale Premio Wonderland – Rai4 TS+FF2022
“LOLA” di Andrew Legge (Regno Unito / Irlanda, 2022)
Vincitore Premio CineLab Spazio Corto TS+FF2022
“L’isola dei resuscitati morti” di Domenico Montixi (Italia, 2022)
Menzione Speciale Premio CineLab Spazio Corto TS+FF2022
“Un’ora sola” di Serena Corvaglia, (Italia, 2023)
Vincitore Premio del Pubblico TS+FF2022
“Mad Heidi” di Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein (Svizzera, 2022)
Premio Asteroide alla Carriera 2022
Neil Marshall
Dal nostro inviato Paolo Dallimonti