Scheda film
Regia: Sydney Sibilia
Soggetto: Armando Festa, Simona Frasca e Sydney Sibilia
Sceneggiatura: Armando Festa e Sydney Sibilia
Fotografia: Valerio Azzali
Montaggio: Gianni Vezzosi
Scenografie: Tonino Zera
Costumi: Valentina Taviani
Musiche: Michele Braga
Suono: Claudio Bagni
Italia, 2023 – Commedia – Durata: 110′
Cast: Luigi D’Oriano, Giuseppe Arena, Emanuele Palumbo, Franesco Di Leva, Cristiana Dell’anna, Adriano Pantaleo, Chiara Celotto
Uscita in sala: 2 marzo 2023
Distribuzione: 01 Distribution
Volevo solo fare il deejay!
Sydney Sibilia è sempre stato attratto da storie in bilico tra legalità ed illegalità e da vicende così bizzarramente vere da sembrare false o talmente assurde da sembrare vere. Ma con un piede ben ben piantato nella realtà. Dalla band di geni accademici snobbati dal sistema che inventava droghe ancora legali finché non venissero identificate nella trilogia di Smetto quando voglio fino all’epopea romantica di Giorgio Rosa de L’incredibile storia dell’isola delle rose, il suo cinema ha avuto un’impronta ben specifica.
Non poteva mancare nel curriculum del regista salernitano ancora un’operazione nostalgia per raccontare uno tra i fatti più curiosi accaduti nel nostro paese alla fine del secolo scorso.
I tre fratelli Frattasio, Enrico, in arte “Erry” (Luigi D’Oriano), Peppe (Giuseppe Arena) e Angelo (Emanuele Palumbo), figli di un uomo che vendeva falso whisky ai turisti di passaggio, tra gli anni ottanta e i novanta duplicavano audiocassette a ritmi vertiginosi in quel di Forcella. E siccome le cassette erano di norma da 60 minuti e gli album di durata normalmente inferiore, negli spazi rimanenti l’abile ed esperto Enrico, deejay più timido che mancato, in omaggio aggiungeva dei brani che a suo gusto sarebbero potuti piacere al cliente, in una sorta di algoritmo artigianale ed ante-litteram, così da fidelizzarlo maggiormente. Il marchio “Mixed by Erry”, diffuso capillarmente nelle migliori bancarelle di tutt’Italia ed in grado misteriosamente di lanciare la compilation del Festival di Sanremo già dopo la prima serata, dominava il mercato italiano, superando tutte le altre case discografiche. Era pure “legittimato” dal fatto di essere anch’esso oggetto di imitazione (esistevano anche le cassette “false”, con fascette fotocopiate!) e dalla richiesta di alcuni cantanti neomelodici di essere inseriti nelle “tracce omaggio”, soprattutto per farsi conoscere, poiché il loro mercato era ed è tuttora in particolare quello delle esibizioni dal vivo alle cerimonie.
C’era grande tolleranza e a vari livelli verso i fratelli Frattasio: tutto sommato la pirateria era un fenomeno più “dolce” rispetto al contrabbando ed allo spaccio di droghe, ai quali toglieva anche spazio, col beneplacito di Camorra e forze dell’ordine, e le ditte produttrici di audiocassette, una in particolare, traevano grande profitto dalla vendita delle stesse e tendevano ad ignorare il loro utilizzo “clandestino” a fronte di incassi da capogiro. Ma sempre pirateria era e non poteva durare troppo a lungo, tant’è che la vicenda alla fine portò alla nascita della FIPI. Anche se in fondo i fratelli Frattasio la musica la rubavano ai ricchi per darla ai poveri, benché non fosse beneficienza.
Sydney Sibilia azzecca innanzitutto un soggetto molto originale e vince, portando a casa un film fresco e nostalgico allo stesso tempo, utilizzando delle bellissime facce poco conosciute, come i tre fratelli e le loro consorti, accostando loro qualcuno di meno ignoto come Pantaleo e Dell’anna e sfoderando due fuoriclasse come Fabrizio Gifuni e Francesco Di Leva, in due ruoli almeno per loro decisamente inediti. Se il primo è il quasi fantozziano megadirettore Arturo Maria Barambani, il secondo è un capitano della Guardia di Finanza, Fortunato Ricciardi, che sembra uscito dritto dritto da un poliziottesco anni settanta. Due finanzieri, ma su fronti quasi opposti.
Un altro elemento (im)portantissimo di Mixed by Erry è, ça va sans dire, la musica: tra quella “di repertorio”, in bilico tra il diegetico e l’extradiegetico, con numerosi successi di quegli anni, alla colonna sonora elettro-pop di Michele Braga e di Liberato, il film ha un ritmo indiavolato quanto invidiabile, più che una costante per il cinema di Sibilia.
Naturalmente qualcosa è edulcorato e romanzato e si fa molta leva su di una napoletanità da operetta, come una sorta di giustificazione e di viatico buoni per tutti gli usi. Ma anche questo è cinema, perché la realtà nuda e cruda non sempre è una buona sceneggiatura. E Mixed by Erry è cinema (popolare): che intrattiene, diverte, ma fa anche riflettere. Sul sottile confine tra legale ed illegale e su un mondo che non c’è più e che oggi può apparire davvero incredibile.
Voto: 7 e ½
Paolo Dallimonti