Scheda film
Regia: Paul Verhoeven
Soggetto: ispirato al libro «Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento» di Judith C. Brown
Sceneggiatura: David Birke e Paul Verhoeven
Fotografia: Jeanne Lapoirie
Montaggio: Job Ter Burg
Scenografie: Katia Wiszkop
Costumi: Pierre-Jean Larroque
Musiche: Jeanne Dudley
Suono: Jean-Paul Mugel
Francia/Belgio/Paesi Bassi, 2021 – Biografico/Drammatico/Erotico – Durata: 126′
Cast: Virginie Efira, Charlotte Rampling, Daphné Patakia, Lambert Wilson, Olivier Rabourdin, Louise Chevillotte, Hervé Pierre
Uscita in sala: 2 marzo 2023
Distribuzione: Movies Inspired

Sporca madonna

XVII secolo. La piccola Benedetta Carlini (Virginie Efira), figlia di una facoltosa famiglia toscana, entra nel convento di Pescia per intraprendere il percorso monacale. Da sempre propensa ad avere visioni e comunicare direttamente col Cristo, questi episodi sembrano intensificarsi quando conosce la giovane Bartolomea (Daphné Patakia), umile popolana entrata in convento per fuggire le angherie della propria famiglia, della quale si invaghisce. I prodigi vissuti da Benedetta la faranno nominare badessa del monastero e venerare come mistica, ma ben presto la sua figura finirà sotto accusa di blasfemia e saffismo, mentre nel resto del paese imperversa la peste…

Immaginate un triangolo amoroso in cui due vertici siano costituiti da due monache teatine e lesbiche del 1600 e l’altro addirittura da Gesù Cristo. Sì, esatto: siamo in un film di Paul Verhoeven!

Ispirandosi al saggio “Atti impuri: Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento” della professoressa Judith C. Brown, che aveva ritrovato il verbale integrale del processo a Benedetta, Verhoeven aveva iniziato a lavorare al progetto insieme al suo consueto sceneggiatore Gerard Soeteman, il quale ad un certo punto si è ritirato per divergenze col regista, soprattutto sul tema della sessualità. Gli è subentrato il collaboratore americano di Verhoeven, col quale aveva già scritto Elle, che l’ha aiutato a proseguire nella sua idea.

La storia di Benedetta Carlini viene narrata con la giusta visionarietà che le compete e che è nelle corde del regista: tra apparizioni, intrighi, bugie e creatività della protagonista, il regista di Soldato d’Orange alterna le vicende a spassosi inserti in cui un Gesù vendicativo e sanguinario giunge a salvare la sua protetta, aggiungendo un pizzico di horror.

Per il resto il racconto viene lasciato sempre in bilico tra realtà e menzogna, senza mai chiarire il dubbio se la monaca fosse una millantatrice o meno, alimentando il fascino di una storia d’amore inusuale. Così come altre posizioni di altrettanti personaggi resteranno nel dubbio, come quella del Nunzio (Lambert Wilson), la cui moralità non verrà mai messa del tutto in dubbio, ma solo sospettata. In più, come giro di vite, verrà aggiunta verso la fine la Peste.

Pur scricchiolando un po’ nel finale, Benedetta è un’opera potente e spesso anche divertente, che ad 84 anni conferma il talento di un regista altalenante, amante delle provocazioni, ma pur sempre un grande autore e maestro della settima arte.

Voto: 7

Paolo Dallimonti