Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Laura Luchetti
Soggetto: dall’omonimo romanzo di Cesare Pavese
Fotografia: Diego Romero
Montaggio: Simona Paggi
Scenografie: Giancarlo Muselli
Costumi: Maria Cristina La Parola
Musiche: Francesco Cerasi
Suono: Vito Martinelli
Italia, 2023 – Drammatico – Durata: 111′
Cast: Yile Yara Vianello, Deva Cassel, Nicolas Maupas, Alessandro Pievani, Adrien Dewitte, Anna Bellato, Cosima Centurioni, Andrea Bosca
Uscita in sala: 24 agosto 2023
Distribuzione: Lucky Red
Pavese mio, che stai sulla collina…
Torino, 1938. Alla sedicenne Ginia (Yile Yara Vianello), che si è appena trasferita in città dalla campagna, il futuro sembra offrire infinite possibilità.
Come tutte le ragazze della sua età vorrebbe innamorarsi, e trova il suo uomo in un giovane pittore. A condurla alla scoperta degli ambienti artistici della Torino bohémien è Amelia (Deva Cassel): poco più grande, sensuale e provocante, è diversa da tutte le persone che abbia conosciuto in vita sua, e pronta a scuotere le sue certezze.
Divisa tra il senso del dovere e la scoperta di un desiderio che la confonde, Ginia è travolta da emozioni a cui non osa dare un nome. Durante la sua “bella estate” si arrende finalmente ai propri sentimenti, celebrando il coraggio di essere se stessa.
“La bella estate – racconta Laura Luchetti – è un film sul corpo di una ragazza che cambia e si trasforma, spinto dal desiderio di esistere, di essere visto e amato. Ginia, la nostra protagonista, è una giovane donna che somiglia così tanto a una ragazza di oggi, in quel momento della vita in cui si diventa adulti, si trattiene il respiro e si mette in atto la libertà più grande, quella di scegliere come amare”
Dopo l’acerbo, ma grazioso Febbre da fieno quasi tre lustri or sono e il recente e più maturo Fiore gemello, Laura Luchetti decide di confrontarsi sempre con tematiche post-adolescenziali, ma puntando molto più in alto ed ispirandosi all’omonimo e celeberrimo libro di Cesare Pavese, pubblicato per i tipi di Einaudi nel 1949. E riesce a restituire pienamente quella che l’autore stesso definì “la storia di una verginità che si difende”, aprendo anche il vetusto romanzo con l’attualità.
Merito in particolare delle scenografie di Giancarlo Muselli e dell’arredamento Marco Martucci, dei costumi di Maria Cristina La Parola e della fotografia di Diego Romero, ma soprattutto delle due protagoniste, che riescono a portare sullo schermo i due lati, rispettivamente tradito e immaturo, dell’innocenza: Deva Cassel, figlia d’arte, e Yile Yara Vianello. Quest’ultima non è più la ragazzina che interpretava quasi dieci anni fa la piccola Marta in Corpo Celeste: è cresciuta e si trova ora ad affrontare come donna e attrice altre intemperie e deviazioni della vita, ma il suo raro candore e la sua bravura costituiscono doni impagabili per il film.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti