Scheda film
Titolo originale: Le grand chariot/The Plough
Regia: Philippe Garrel
Soggetto e Sceneggiatura: Philippe Garrel, Arlette Langmann, Jean-Claude Carrière e Caroline Deruas Peano
Fotografia: Renato Berta
Montaggio: Yann Dedet
Scenografie: Manu De Chauvigny
Costumi:
Justine Pearce
Musiche: Jean-Louis Aubert
Suono: Thierry Delor
Svizzera/Francia, 2023 – Drammatico – Durata: 95′
Cast:
Louis Garrel, Damien Mongine, Esther Garrel, Lena Garrel, Aurelien Recoing, Francine Bergé, Asma Messaoudene
Uscita in sala: 14 settembre 2023
Distribuzione: Altre Storie con Minerva Pictures

Sale: 38

Burattini senza figli

Il Grande Carro è una costellazione. Ed è anche un teatro di marionette. Questa è la storia di una famiglia di burattinai: i fratelli Louis, Martha e Lena; il padre Pieter, che dirige la compagnia; e la nonna che realizza le marionette. Insieme, formano una compagnia e mettono in scena spettacoli di burattini. Un giorno, dopo uno spettacolo, il padre muore di ictus, lasciando soli i suoi figli… Che cosa accadrà alla compagnia e alla famiglia?

“Volevo fare un film con i miei tre figli”, ha dichiarato il regista settantacinquenne Philippe Garrel, “che in questi ultimi anni, uno dopo l’altro sono diventati attori, diretti da altri registi (o diventati registi a loro volta, n.d.r.). Mi rendo conto che raffigurare la propria famiglia è un piacere solitamente riservato ai pittori. Dato che i miei figli hanno 22, 30 e 38 anni, ho dovuto trovare un motivo per portarli insieme in scena alle loro rispettive età. Ho deciso di rappresentare una famiglia di burattinai, che esistono ancora oggi”.

Ispirandosi alla compagnia di Gaston Baty, presso la quale lavorava il padre da giovane, e riutilizzando sullo schermo alcune di quelle scene di repertorio, Garrel rende omaggio ad un mondo pressoché scomparso, quasi fosse anche un documentario su quell’arte ormai dimenticata.

Nel raccontare la disgregazione di una compagnia di artisti burattinai, conseguente alla morte del padre e con una nonna sempre più anziana, viene raccontata la metafora di un mondo macroscopico nel quale le tradizioni stanno morendo.

Una famiglia che parla di un’altra, in un cortocircuito quasi metacinematografico: tre figli che si riuniscono per essere diretti dal proprio padre e inscenano sullo schermo la morte del genitore, che li frantuma, come essere umani e poi come famiglia.

Passato in concorso alla 73° Berlinale 2023, Il grande carro ha vinto l’Orso d’Argento per la Miglior Regia ed è l’ennesimo lavoro di un regista che, nel suo piccolo, ancora ruggisce interrogandosi su questo nostro mondo e sui rapporti interpersonali ed intra-famigliari.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti