“Il cinema è una finestra sul mondo, come recita il titolo di una sezione del festival – afferma l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –: uno strumento per comprendere diversi punti di vista e prospettive su temi universali, in un orizzonte che è tanto globale quanto multiculturale. I miei migliori auguri alla 33ª edizione del festival, che offre a tutti noi l’opportunità di allargare l’orizzonte della nostra conoscenza, viaggiando nella bellezza di film selezionati con cura per garantire allo spettatore uno sguardo vasto e plurale”.
“L’immagine e il claim di questa 33ª edizione – dichiarano le direttrici artistiche Annamaria Gallone e Alessandra Speciale – si ispirano al numero 3, ai 3 continenti che da 33 edizioni scendono in campo a Milano con alcune tra le migliori produzioni cinematografiche recenti, ma anche alla simbologia del numero perfetto, il 3, che ci comunica armonia e senso di unità in un momento storico così conflittuale e divisivo”.
La programmazione cinematografica del 33° FESCAAAL prenderà ufficialmente il via venerdì 3 maggio con la Cerimonia d’apertura che sarà ospitata nel Cinema Godard di Fondazione Prada.
A inaugurare il festival sarà il film Fremont di Babak Jalali (USA 2023), scritto con Carolina Cavalli. Nel cast una giovane rifugiata afghana per la prima volta sullo schermo, Anaita Wali Zada, e una delle star attualmente più richieste a Hollywood, l’attore americano Jeremy Allen White. ll regista sarà presente alla proiezione. Freemont uscirà in sala a fine giugno distribuito da Wanted Cinema.
10 giorni di proiezioni, 42 film di cui 20 prime italiane e 2 prime mondiali, una tavola rotonda, incontri con gli autori, eventi speciali sul cinema e le culture dei 3 continenti che si terranno nei seguenti cinema: Cinema Godard della Fondazione Prada, Cineteca Milano Arlecchino, Cineteca Milano MIC e Auditorium San Fedele. 9 giorni di proiezioni online di ben 29 film del festival grazie alla potenziata partnership con MYmovies.
Tutti i film, sia in sala che online, sono presentati in lingua originale con sottotitoli in italiano. Tutti i registi ospiti del festival incontreranno il pubblico in un Q&A dopo le proiezioni e i registi del concorso primcipale che non parteciperanno in presenza si connetteranno online con la sala. Nel pomeriggio sarà organizzata nel bar Il Girevole del San Fedele l’Ora del té nel corso della quale sarà possibile intrattenersi più a lungo con i registi e gli ospiti del festival. Si prevede la presenza al FESCAAAL di circa 50 ospiti in presenza e online.
Festival of Slaps (Abdou Cisse). Una madre nigeriana sta riempiendo di schiaffi il figlio in un ristorante nel mezzo di un’azione concitatissima. Nel mentre rivediamo tutte le sonore lezioni che il ragazzo ha ricevuto dalla genitrice nel corso della sua esistenza. Forse non tutti i mali vengono per nuocere e non tutto è in realtà come sembra… Un vero e proprio festival degli sganassoni, come da titolo, in una breve commedia ricca di azione, estremamente divertente soprattutto per la maniera virtuosistica ed enfatica con cui è stata girata. Attori godibilissimi e un colpo di scena nel pre-finale molto azzeccato. Da… manuale. Concorso corti africani. Voto: 7 e ½
Taxibol (Tommaso Santambrogio). Il celeberrimo Lav Diaz e un loquace tassista cubano si ritrovano a discutere di politica, migrazioni, società e amore. A poco a poco emerge però il vero e agghiacciante motivo dietro la presenza del regista filippino a Cuba… Tommaso Santambrogio, che avrebbe presentato poi a Venezia lo stesso anno di questo bellissimo mediometraggio, l’intenso Gli oceani sono i veri continenti, affronta quello che all’inizio sembra un divertissement, ma che, poco prima della metà, rivela un fortissimo colpo di scena. Tutto il resto della docu-fiction, co-prodotta tra Italia e Cuba, è dedicato a confermare e allo stesso tempo smentire la tesi innescata. Quasi in una sorta di opera di Dürrenmatt al contrario, in cui il crimine non è già stato punito, bensì resterà per sempre impunito. Probabilmente girato contestualmente all’altra pellicola, Taxibol lascia davvero il segno. Concorso E’XTRA. Voto: 7 e ½
The meatseller (Margherita Giusti). Storia vera di Selinna Ajamikoko, una giovane nigeriana che sogna di diventare una macellaia e che racconta la sua stessa vicenda attraverso la voce off. La narrazione si trasforma in un colorato e poetico viaggio animato, spesso toccante. Una sorta di Io capitano in versione ridotta che ha vinto il David di Donatello 2024 come miglior cortometraggio. Carnale. Concorso EXTR’A. Voto: 7 e ½
Bauryna salu (Askhat Kuchencherekov). Secondo la tradizione nomade “bauryna salu”, ancora in vigore in Kazakistan, Yersultan, appena nato, è affidato alla nonna e la sua infanzia è molto dura. Quando lei muore, ormai adolescente, deve ricongiungersi con due genitori che però non conosce… Ispirato alle stesse vicende del regista, come spiega nelle didascalie finali, l’usanza, praticata a prescindere da ragioni economiche, rimane ai nostri occhi occidentali, inspiegabile e agghiacciante. Lungometraggio di docu-fiction, intenso e duro, come la vita del protagonista. In chiusura, circolarmente, un altro bambino viene affidato ad un’altra nonna. Estraniante. Concorso lungometraggi. Voto: 7
In una goccia (Valeria Weerasinghe). Divisa tra due culture, una ragazza cade in una giungla immaginaria per sfuggire alla sua rwaltà. Guidata da una goccia, si ritrova davanti alle sue radici e comprende che le sue origini saranno sempre una parte importante della sua identità… Poetico e coloratissimo cortometraggio di una regista metà italiana e metà singalese che affronta il tema dell’identità, dell’importanza delle proprie origine e della complessità dell’integrazione. Una goccia nel futuro. Concorso EXTR’A. Voto: 7
Mambar Pierrette (Rosine Mbakam). La città di Douala è in trepidazione per l’inizio della scuola. Una lunga fila di clienti si reca dalla sarta Mambar Pierrette (cugina della regista, che mette in scena sé stessa). Tra mille difficioltà, Pierrette deve cercare di “restare a galla”. Coproduzione tra Belgio e Camerun per una docu-fiction sincera e divertente che strizza l’occhio al pubblico. Concorso lungometraggi. Voto: 7
Non piangere (Niccolò Corti). Mustafa e il figlio Chafik sono in viaggio per le nebbiose strade del Nord Italia. Il bambino di nove anni è ignaro di dove stiano andando. Una chiamata porrà fine alla sua angoscia… Importante cortometraggio sul tema delle sepolture dei musulmani nel nostro paese, che, per mancanza di logistica, restano spesso senza una degna destinazione o finiscono in una decisamente impropria. I lunghi silenzi, inframezzati da brevi dialoghi, elevano il tono della narrazione, tentando di dare almeno quel rispetto che i corpi non sono riusciti ad avere. Intenso. Concorso EXTR’A. Voto: 7
Saudade (Pietro Falcone). Nilde, quando aveva poco più di vent’anni, ha seguito la persona che amava dal Brasile all’Italia. Un’intima conversazione tra una madre che soffre e suo figlio che cerca di capirla. Nato verosimilmente come saggio all’interno di una scuola di cinema, il film narra in maniera molto toccante diversi amori: quello eccentrico di una donna per un uomo, per il quale rinuncerà per anni a vedere l’amato padre, lontanissimo in un altro continente; quello di quella che è diventata una famiglia per l’anziana patriarca; quello di un figlio per sua madre, al punto di ascoltarla davanti ad una telecamera, raccontando il suo disagio. (Docu)Cinema che arriva diretto allo spettatore, facendo diventare universale una storia personale. Un’opera intima e riuscita. Globale. Concorso EXTR’A. Voto: 7
El viento que arrasa (Paula Hernández) Leni segue il padre, predicatore esaltato, nella sua missione di evangelizzazione. L’incontro con il solitario Gringo e suo figlio José Emilio, affetto da una malformazione al volto, risvegliano il suo desiderio di emancipazione… Film co-prodotto tra Argentina e Uruguay, uscito da poco in patria, che vede un cast prevalentemente machista, più che maschile, pensando alle precedenti interpretazioni di Alfredo Castro (Tony Manero) e Sergi López (Il labirinto del fauno), e una protagonista ed una regista donne. La pellicola però appare spesso irrisolta, non sapendo mai bene quale strada prendere e giungendo ad un finale liberatorio, ma alquanto banale. Le brillanti interpretazioni di tutti salvano in parte il risultato. Concorso lungometraggi. Voto: 6 e ½
La linea del terminatore (Gabriele Biasi). Intrecciando filmati d’archivio di esplorazioni spaziali con il suo archivio personale, il piccolo film si concentra senza soluzione di continuità sul viaggio emotivo di Fernanda Gonzalez, in fuga da Buenos Aires all’Italia. Un’impresa sulla carta difficile, tecnicamente impossibile, come le esplorazioni spaziali più di cinquant’anni fa. Ma che la determinazione ha reso reale. Il titolo fa verosimilmente riferimento alla linea fittizia che delimita la parte illuminata (diurna) dalla parte in ombra (notturna) di un corpo celeste; sulla Terra, il terminatore è una linea circolare con un diametro approssimativamente uguale a quello della Terra stessa. (Missione) impossibile. Concorso EXTR’A. Voto: 6 e ½
Maieti (Matteo Boscolo e Daniele Caruso). Miriam, diciassettenne di seconda generazione, vive con sua madre e le sue sorelline a Milano, e come loro ha tatuata una piccola croce sul polso, segno identificativo della comunità copta ortodossa… La vita per lei scorre normale, anche troppo, ma quel piccolo “segreto”, quel marchio sembra un peso a volte insostenibile. Breve spaccato di vita “religiosa” e “normale”, che però non resta nella memoria dello spettatore. Apprezzabile solo per la tematica. Concorso EXTR’A. Voto: 6 e ½
Song of All Ends (Giovanni C. Lorusso). Il film ci racconta la vita quotidiana del campo profughi palestinese di Shatila dopo la tragica esplosione nel porto di Beirut e ci porta a condividere il profondo dolore di una famiglia. Girata in un rigoroso biancoenero e co-prodotta tra Italia, Francia e Libano, la pellicola rischia di rimanere molto criptica faticando ad arrivare al pubblico, ma non può non apprezzarsi per le sue intenzioni. Concorso EXTR’A. Voto: 6 e ½
Al film SOME RAIN MUST FALL di Qiu Yang va il Premio Comune di Milano Miglior Lungometraggio “Finestre sul Mondo” (8.000 euro).
Il Premio SNCCI al Miglior Film del Concorso Cortometraggi Africani (2.000 euro) va a DUSK di Awa Moctar Gueye.
Il Premio SNCCI al Miglior Film del Concorso Extr’A (1.000 euro), offerto da Terre des Hommes va a SONG OF ALL END di Giovanni C. Lorusso.
Il film più votato dal pubblico – Premio Città di Milano, è SUJO di Astrid Rondero e Fernanda Valdez.
Dal nostro inviato Paolo Dallimonti