È molto facile fraintendere il titolo dell’ultimo documentario di Victor Kossakovsky come “Architecton”, perchè piu che una biografia è una riflessione sulla contemporaneità. Il titolo è una parola greca che significa “maestro costruttore”, e il film gioca con l’ironia contrapponendo i “maestri costruttori” del passato ai “maestri costruttori” di oggi con esiti radicalmente diversi, e non a favore dei moderni…. Iniziando con un verso criptico tratto da “L’aquilone”, “C’è qualcosa di nuovo nel sole di oggi, anzi di antico”.
Lo sguardo vagante di Kossakovsky ci porta in giro per il mondo, in un diario di viaggio che ci mostra la resilienza del vecchio mondo contro la transitorietà del moderno. Mostra la poetica della rovina, le macerie dei romani e dei greci hanno ancora una grandezza e una maestosità che mancano al mondo moderno, come vediamo dopo il terremoto che ha devastato la Turchia.
Kossakovsky usa la musica con effetti ipnotici simili ad altre opere del passato. Va anche oltre l’architettura per portarci nel mondo segreto delle rocce e delle pietre, e i suoi straordinari primi piani delle frane sono emblematici.Accanto a scene di rovine antiche e moderne, Kossakovsky ci porta nella produzione del cemento, un processo che prende bellissime pietre di tutti i colori, forme e dimensioni, per poi trasformarle in un grigio triste che sembra essere il simbolo della modernità. I nostri grattacieli non dureranno piu di 50 anni poi verranno abbattuti.Gli acquedotti romani e alcuni ponti sono ancora funzionanti dopo migliaia di anni. Quale dei due quindi è piu sostenibile e green? agli spettatori l’ardua risposta!
Voto 6,5
VC