«La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre». C’è chi dice Frank Zappa, c’è chi dice James Dewar e c’è chi dice Albert Einstein: sull’autore non esistono certezze, ma sul valore dell’aforisma nessuno può questionare. Per fare in modo che la mente funzioni è necessario che funzioni la nostra capacità di osservare le cose. La nostra capacità di utilizzare lo sguardo, che della mente è il detonatore. Se gli occhi vedono, però, sono anche capaci di viaggiare, di spaziare, di andare oltre a ciò che stanno effettivamente vedendo? Al grande potere dello sguardo il graphic designer Roberto Rosolin ha dedicato l’immagine ufficiale del Far East Film Festival 27: un intenso ritratto femminile che ci porta altrove, al di là dei limiti e dei muri, lungo le mille possibili traiettorie della fantasia e della libertà.
La ventisettesima edizione del FEFF, che dal 24 aprile al 2 maggio animerà il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e gli spazi del Visionario, è pronta a restituire nuovi sguardi sul cinema asiatico. Nuove traiettorie della fantasia e della libertà che, per nove giorni, trasformeranno Udine nell’epicentro orientale d’Europa. Nato il 10 aprile 1999 e poi cresciuto fino a diventare – citando Variety – «uno dei 50 appuntamenti mondiali da non perdere», il Far East Film Festival non ha mai smesso di essere la casa di autentiche leggende (come Jackie Chan e Joe Hisaishi), registi cult (come Johhnie To, Takashi Miike, Takeshi Kitano, Zhang Yimou), dive e dive, key player.

Dirty money/Deoreoun done sondaeji mara (Kim Min-soo). I detective Myung-deuk (Jung Woo) e Dong-hyuk (Kim Dae-myung) pensano di avere il piano perfetto per cambiare le proprie vite quando ricevono una soffiata su un’operazione di riciclaggio di denaro da parte di un’organizzazione criminale cinese. Durante il colpo però si verifica un imprevisto e i due poliziotti corrotti, man mano che cercano di coprire ciò che hanno fatto, si ritrovano sempre più nei guai… Intrigante poliziesco che ha appreso la lezione di John Woo e di Infernal affairs, ma che non riesce a trovare fino in fondo una sua identità, pur intrattenendo lo spettatore. Derivativo. Competition. Voto: 6 e ½

Dal nostro inviato Paolo Dallimonti.