Scheda film

Regia: Andrea Segre
Soggetto e Sceneggiatura: Matteo Pettenello e Andrea Segre
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Sara Zavarise
Scenografie: Leonardo Scarpa
Costumi: Silvia Nebiolo
Musiche: Piccola Bottega Baltazar
Suono: Alessandro Zanon
Italia, 2013 – Drammatico – Durata: 105‘
Cast: Jean-Christophe Folly, Matteo Marchel, Anita Caprioli, Peter Mitterrutzner, Giuseppe Battiston, Paolo Pierobon, Leonardo Paoli
Uscita: 17 ottobre 2013
Distribuzione: Parthénos
Sale: 29

 Il dolore della neve

Anche nella Valle dei Mocheni, a Pergine, tra le montagne del Trentino, dove si parla italiano e tedesco, si vedono e toccano i segni dell’immigrazione dai paesi africani. Nato in Togo ed in fuga dalla Libia, vi è giunto Dani (Jean-Christophe Folly), con figlia piccola al seguito, ma senza più la moglie Layla, morta di parto in un ospedale italiano, poco dopo essere giunta sulle nostre sponde. In attesa della concessione dell’asilo politico e di un visto per la Francia, dove la lingua lo aiuterebbe di più, Dani lavora presso un apicoltore, il duro e spigoloso Pietro (Peter Mitterrutzner), molto legato alle tradizioni. Per una figlia senza madre, c’è anche un figlio senza padre: è Michele (Matteo Marchel), nipote di Pietro, rimasto orfano da poco, che vive tra quei monti in compagnia della madre Elisa (Anita Caprioli) e dello zio Fabio (Giuseppe Battiston) senza riuscire a superare l’assenza paterna. Quando Dani, non più capace di sostenere lo sguardo della figlia, nel quale ritrova sempre quello della moglie scomparsa, all’arrivo della prima neve decide di fuggire senza attendere ancora, il confronto col piccolo Michele lo metterà di fronte alle proprie responsabilità…
Le storie di migranti hanno sempre attratto Andrea Segre, dai documentari Come un uomo sulla terra, Il sangue verde e Mare Chiuso, fino al suo esordio nel lungometraggio Io sono Li. Con questo nuovo La prima neve sposa la tematica sociale con una serie di contrasti: il caldo del Togo da cui viene Dani ed il freddo delle montagne trentine, il colore scuro della pelle del protagonista ed il bianco della neve, una neonata senza madre ed un bambino senza padre, la tradizione incarnata da Pietro ed il nuovo che arriva da oltremare (ancora Dani), eventi recentemente occorsi che bruciano come ferite fresche ed ancora sanguinanti ed un futuro che non riesce ad arrivare. Ma pure cio che è simile ha un valore: “Le cose che hanno lo stesso odore devono stare insieme”, ricordano le parole di Pietro. Il risultato è una pellicola in cui la poesia, scaturita come una delle tante scintille tra gli elementi in contrasto, giunge a fare da collante all’intera vicenda,
E se le vicende, in apparenza statiche, impiegano un po’ ad ingranare, rischiando di perdere l’attenzione da parte dello spettatore, gli ultimi dieci minuti, a partire dal tentativo di fuga di Dani interrotto da Michele, che vuole mostrargli un segreto, risollevano l’intero film, donandogli senso compiuto, dignità e ragione d’essere.
Così come la prima neve della stagione, da tutti attesa nella valle, è anche la prima di tutta una vita per Dani, abituato al sole ed al caldo, benché vivesse in una grande città, allo stesso modo l’uomo di colore è anche il primo tra tutte le persone intorno al ragazzino, a capire il disagio di Michele e ad accoglierlo nel suo, ponendo in comunicazione i loro ricorrenti incubi, mettendoli però stavolta in rotta di collisione, permettendo loro di spezzarsi e finalmente aprirsi.
Sullo sfondo degli incantevoli panorami cui la fotografia di Luca Bigazzi riesce a rendere fino in fondo giustizia, con quegli alberi altissimi sotto ai quali tutto sembra più piccolo, forse anche il dolore, Andrea Segre riesce a fondere le poche parole dei personaggi con i maestosi ambienti, regalandoci un film prezioso dal quale lasciarsi affascinare sino alla catartica fine.
RARO perché… è un film su giovani lutti e giovani dolori. 

Voto: 7

Paolo Dallimonti