Scheda film

Regia: Luc Besson
Soggetto: dal libro di Tonino Benacquista
Sceneggiatura: Luc Besson e Michael Caleo
Fotografia: Thierry Arbogast
Montaggio: Julien Rey
Scenografie: Hugues Tissandier
Costumi: Aude Bronson-Howard e Olivier Bériot
Musiche: Evgueni Galperine e Sacha Galperine
Suono: Michael Barosky
USA/Francia, 2013 – Commedia – Durata: 111′
Cast: Robert De Niro, Michelle Pfeiifer, Dianna Agron, John D’Leo, Tommy Lee Jones, Jimmy Palumbo, Domenick Lombardozzi
Uscita: 17 ottobre 2013
Distribuzione: Eagle Pictures

 Quei bravi cineasti

L’ingombrante biopic (The lady) per fortuna è passato ed il buon Luc Besson, come niente fosse, ora salta di palo in frasca alla commedia, anzi al mafia-movie, naturalmente con venature farsesche, pur non rinunciando alla componente action in cui come sempre eccelle. A benedire queste nuove nozze – che cercheremo di capire quanto liete o ben riuscite siano state – un officiante d’eccezione: il produttore Martin Scorsese.
La vicenda narrata, pur partendo dalla trasposizione del libro dello scrittore italo-francese Tonino Benacquista, non è delle più originali: Fred Blake (Robert De Niro), ora noto ai più come il signor Giovanni Manzoni, di professione scrittore (!), è l’ennesimo mafioso pentito in fuga, in cerca di una nuova vita sotto le mentite spoglie di un’identità segreta. Moglie e figli al seguito, con una angelo custode dalle fattezze di un soberrimo Tommy Lee Jones, approda in Normandia, dove ovviamente la Famiglia lo sta cercando per saldare il conto aperto con lui.
Niente appunto di nuovo, poiché lo stesso attore di Taxi Driver già aveva prestato il volto a malavitosi sulla via del pentimento o comunque affetti da problemi: si pensi ai due Analyze this, qua malamente tradotti prima con Terapia e pallottole e poi sulla via del rinnegamento Un boss sotto stress.
In Cose nostre – Malavita se non si è particolarmente esigenti qualche risata ci scappa pure, malgrado un momento davvero godibile e “autoriale”, con la complicità del caro Martin in veste produttiva, Besson riesca a concederselo: quando il sig. Manzoni viene invitato a presenziare alla proiezione di un cineclub da un vicino di casa particolarmente zelante, ma la pellicola prevista viene all’ultimo minuto sostituita per un imprevisto da Quei bravi ragazzi. Lì il De Niro doppio personaggio cortocircuita dapprima con se stesso – lo scrittore è in realtà un mafioso che si trova a commentare un film di mafia! – e quindi col De Niro attore – avendo egli interpretato un malavitoso sempre in quella pellicola – ed in un afflato metacinematografico l’applauso in sala è garantito, assicurando alla scena un buon posto nell’empireo di quelle cult.
Per il resto tra momenti già visti – i comici scatti di rabbia potenziali del protagonista, per i quali vedi sopra – e soluzioni narrative improbabili – il boss sulle tracce di Blake/Manzoni lo scopre in Francia da un trafiletto su un giornalino locale che era arrivato in prigione quale incarto di un dono omaggiatogli! – Cose nostre fila via senza infamia e senza lode, destinato a riscuotere successo al botteghino almeno solo per il cast stellare – oltre ai due mattatori la sig. Manzoni/Blake ha le fattezze ormai rifattissime di Michelle Pfeiffer – ma anche ad essere presto dimenticato, salvo la suddetta, irresistibile eccezione. 

Voto: 6

Paolo Dallimonti