Scheda film

Regia e Sceneggiatura: Jeff Wadlow
Soggetto: dal fumetto di Mark Millar e John S. Romita Jr.
Fotografia: Tim Maurice Jones
Montaggio: Eddie Hamilton
Scenografie: Russell De Rozario
Costumi: Sammy Sheldon Differ
Musiche: Henry Jackman, Matthew Margeson
Suono: Tyler Bender
USA/G.B., 2013 – Azione/Commedia – Durata: 103′
Cast: Aaron Taylor-Johnson, Chloë Grace Moretz, Christopher Mintz-Plasse, Morris Chestnut, Claudia Lee, Amy Anzel, Clark Duke
Uscita: 15 agosto 2013
Distribuzione: Universal Pictures

 Dietro le maschere

Il primo capitolo nel 2010 era stato quasi una scommessa prodotta in relativa economia – alla quale nel nostro paese la Universal non aveva creduto, lasciandolo distribuire l’anno dopo alla Eagle Pictures – che però aveva segnato la nascita di un nuovo autore, Matthew Vaughn, annunciato con i precedenti The pusher e Stardust e confermato dal successivo prequel/reboot X-Men – L’inizio. Mentre nel 2009 Peter Stebbings aveva girato Defendor, su un supereroe “fai-da-te” mezzo ritardato interpretato da Woody Harrelson, e Zack Snyder era riuscito a portare sul grande schermo il ciclopico fumetto “Watchmen”, su degli eroi un po’ negativi ed un po’ artigianali, senza poteri (tranne uno), già lo steso anno di Kick-Ass il geniale James Gunn realizza l’irresistibile Super, su un altro mezzo matto che vorrebbe salvare il mondo.
Non restava che mettere in cantiere un seguito a questo universo di supereroi improvvisati, cui stavolta la Universal Pictures, forte dei successi al botteghino ha dato maggior credito, pur se il regista in corso d’opera è diventato Jeff Wadlow. Adattando ancora un fumetto di Mark Millar e John S. Romita Jr., l’espediente narrativo è più o meno quello che James Cameron scelse all’epoca per il secondo episodio della saga di Alien: come lì vennero moltiplicati gli alieni, qui compare una moltitudine di supereroi e, naturalmente, una corrispondente schiera di antagonisti più che malvagi e spaventosi. E, quale tematica di fondo, se Vaughn si concentrava su che cosa possa spingere una persona normale a fare l’eroe, adesso Wadlow cerca di spiegarci come (e se) le intrepide gesta di un Kick-Ass o di una Hit-Girl possano conciliarsi con una vita più o meno normale dietro la maschera o se affrontare il tran-tran quotidiano (di un’adolescenza alle porte) non sia impresa ancora più ardua che sgominare (super)cattivi. E come le colpe dei padri debbano ricadere sui figli, e quelle dei figli possano a loro volta ricadere sui padri.
Quindi se Mindy Macready (Chloë Grace Moretz) tenta, dietro le spinte del tutore, nonché amico del defunto padre, Marcus Williams (Morris Chestnut), di tornare alla fin troppo banale quotidianità di una ragazza della sua età, Dave Lizewski (Aaron Taylor-Johnson) cerca compagni d’avventura per continuare l’esperienza di giustiziere metropolitano. E se la prima dovrà confrontarsi con un’infanzia fin lì negata e con l’ostinata determinazione a combattere il male in qualsiasi forma esso si mostri, il secondo farà la conoscenza di numerosi individui senza qualche rotella o con qualche tragedia irrisolta nel cassetto, primo fra tutti il Colonnello Stelle e Strisce (un irriconoscibile Jim Carrey), con un passato da dimenticare. Nel frattempo Chris (Christopher Mintz-Plasse), il figlio di Frank D’Amico, il cattivone fatto saltare in aria nel primo capitolo a suon di bazooka, rimasto anche senza madre, rifiuterà i panni del cattivo Red Mist (indossati nel film precedente) in favore di quelli dell’ancor più spietato “The Motherfucker” (il cui nome è tutto un programma!).
Kick-Ass 2 non ripete, complice anche la diversa mano registica, l’exploit del primo episodio, suonando qua e là poco genuino, ma si lascia guardare con molto piacere, come se tutto sommato rincontrassimo un caro, vecchio amico. E naturalmente diverte parecchio.
La matrice meno indipendente non assicura lo stupefacente bagno di sangue della pellicola precedente, sostituendolo piuttosto con massicce dosi di situazioni “schifose”, come vomito & diarrea, ormai fardelli ineludibili di qualsiasi commedia made in USA, ma, ciononostante, il livello delle trovate meta-cinematografiche rimane piuttosto elevato, facendo apertamente e ripetutamente leva sul fatto di essere un sequel, un po’ come Wes Craven in Scream 2.
Anche la critica di costume – ci si perdoni il gioco di parole – è assai acuta, tendendo a sottolineare come ognuno di noi in fondo abbia una maschera dietro cui nascondersi per vivere meglio o un ruolo da interpretare quotidianamente ed identificando ad esempio la studentessa più fica e stronzetta del college come un male da estirpare (da parte di Mindy/Hit-Girl).
La violenza perciò viene usata in maniera meno (apparentemente) gratuita, ma inserita in funzionali “dimostrazioni”, come l’esercizio della giovane eroina nella palestra della scuola, realizzato pensando ad uno scontro con quattro aggressori, o utilizzata per tentare di rafforzare le motivazioni di Chris/Red Mist/Motherfucker. Per contro, come accennato, si preferisce spingere più sul pedale della volgarità, che crea meno noie con la censura e forse attira ugualmente spettatori al botteghino.
Malgrado qualche difetto (riscontrabile forse solo o soprattutto da chi si era infatuato del precedente film), il divertimento è assicurato per questo nuovo episodio, nel quale ancora una volta l’aura fumettistica ben delineata ci permette di digerire praticamente tutto e con gusto.
Raccomandazione finale e necessaria, per i pochi sfortunati che lo abbiano ignorato, quella di correre a recuperare il primo Kick-Ass!

Voto: 7

Paolo Dallimonti

HIT GIRL CORRE IN MOTO A CASA
UN VERO SUPEREROE
MOTHERFUCKER VUOLE UCCIDERE KICK-ASS
CHLOE GRACE MORETZ È HIT GIRL (sottotitoli in italiano)
CHRISTOPHER MINTZ-PLASSE È MOTHERFUCKER (sottotitoli in italiano)
MARK MILLAR (sottotitoli in italiano)
LA SCHEDA DI BATTLE GUY

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