Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Abbas Kiarostami
Fotografia: Katsumi Yanagijima
Montaggio: Bahman Kiarostami
Scenografie: Toshihiro Isomi
Costumi: Masae Miyamoto
Francia/Giappone, 2012 – Drammatico – Durata: 109‘
Cast: Tadashi Okuno, Rin Takanashi, Ryo Kase, Denden, Kaneko Kubota, Ryota Nakanishi
Uscita: 24 aprile 2013
Distribuzione: Lucky Red
Sale: 30

 L’ultimo film del maestro Abbas Kiarostami …

L’ultimo film del maestro Abbas Kiarostami è curiosamente ambientato in Giappone.
E’ una storia d’amore surreale tra una studentessa giapponese, che si concede ad uomini facoltosi per pagarsi gli studi, e un vecchio professore che si prende cura di lei. A volte chiamato “nonno” in modo affettuoso.
Il film procede in modo curioso con la consueta lentezza programmatica del regista, che dopo i film del periodo iraniano, pluripremiati ai festival e la fase documentaristica, sembra entrato in una fase matura decisamente lontana dal suo paese, almeno nelle location e in questo caso anche negli attori.
Orientali e in buona parte debuttanti. La freschezza del cinema è l’ostinata ripetizione di alcune semplici azioni (es: telefono) ritornano in quest’opera come chiaro segno dell’autorialità del regista.
Lo stile e i messaggi sono quelli classici del regista, rivisti un po’ come in Copia Conforme in un’ottica più occidentale e “matura”. Un’opera che De Oliveira al suo posto avrebbe girato a 80 anni, mentre Kiarostami sembra aver raggiunto una sua etera maturità prima di aver raggiunto quella anagrafica.
Il film scorre lento e piacevole, penalizzato nella versione italiana da un doppiaggio a volte stucchevole, fino a una svolta finale un po’ paradossale che richiama nell’assurdo quella di Un film parlato di De Oliveira.
109 minuti quindi rilassanti e lievi, privi di ogni messaggio politico, che ci inducono gentilmente e lievemente a riflettere sulle dinamiche della coppia, senza limiti di età. Kiarostami si dimostra ancora maestro nell’arte cinematografica, anche se ormai sembra essersi incanalato verso una vena più formale ch e fresca ed emozionante. Comunque un grande.
RARO perché… è un film di un vecchio maestro ormai non più brillantissimo.

Voto: * * *

Vito Casale

 #IMG#Kiaramente stanko

In quel di Tokyo, la giovane studentessa Akiko (Rin Takanashi) vende il proprio corpo all’insaputa dei suoi famigliari e del fidanzato. Quando verrà inviata dal timido ed anziano professor Watanabe (Tadashi Okuno), una serie di inevitabili benché imprevedibili cortocircuiti inizieranno a mandare il suo mondo in frantumi, collidendo anche con gli universi delle persone che la circondano…
Alla fine degli anni novanta Abbas Kiarostami, mentre guidava a tarda notte per le strade di Tokyo in occasione di una visita alla città, vide una giovane lungo la strada in abito da sposa. Negli anni a seguire, di ritorno nella capitale giapponese per promuovere altri suoi film, si rese conto di continuare a cercare quella ragazza che tanto l’aveva colpito, come pure che non l’avrebbe mai ritrovata in giro, poiché difficilmente avrebbe avuto ancora quello stesso vestito.
Da quell’esperienza nasce l’idea per questo film, co-prodotto tra Giappone e Francia, ormai sua seconda patria, di cui già nel 2002 aveva girato qualche immagine preparatoria: le maschere che letteralmente indossiamo e dietro le quali ci rifugiamo per fuggire da questa vita che spesso sembra andarci troppo stretta.
Dimenticati i tempi di Il sapore della ciliegia (1997), Dieci (2002) e Shirin (2008), quest’ultimo passato a Venezia, ma inedito in sala da noi, quello del cinema d’impegno nel suo Iran, dall’alto dei suoi oltre settant’anni, Kiarostami – anche se ambientare il film in Giappone lo ha riportato nel “suo” Oriente – vive ormai di rendita nella lontana e più tranquilla Europa: non una seconda giovinezza quindi, quanto piuttosto una serena vecchiaia visitata da non troppa ispirazione, ma con la possibilità (ed i capitali) per girare qualche stanco film, comunque ancora accolto con venerazione e rispetto.
È il caso di questo Qualcuno da amare, compitino perfetto da provetto artista, non esente da qualche guizzo, come il brusco e sarcastico finale, ma senza troppa partecipazione. Un film che si lascia piacevolmente seguire, malgrado la noia affiori qua e là, nella dilatazione dei tempi e nella reiterazione degli avvenimenti. Una volta disposte le tessere del domino – diversamente dal solito stavolta gli è stato richiesto di scrivere un copione più definito – Kiarostami lascia cadere la prima (Akiko viene mandata presso la casa del professore) e da lì osserva cadere tutte le altre, una dopo l’altra, senza intervenire granché. Un esperimento interessante, non nuovo e perciò poco affascinante.
Come se non bastasse contro la pellicola si è infine accanito il solito doppiaggio ultrapiatto che sovente è destinato ad abbattersi sui film d’autore, avvicinando i dialoghi di un’opera comunque castissima a quelli monocordi e scontati di un porno qualsiasi.

Voto: * * *

Paolo Dallimonti

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