Scheda film
Regia: Thor Freudenthal
Soggetto: dal romanzo omonio di Rick Riordan
Sceneggiatura: Marc Guggenheim
Fotografia: Shelly Johnson
Montaggio: Mark Goldblatt
Scenografie: Claude Paré
Costumi: Monique Prudhomme
Musiche: Andrew Lockington
USA, 2013 – Fantastico – Durata: 106‘
Cast: Logan Lerman, Alexandra Daddario, Brandon T. Jackson, Douglas Smith, Leven Rambin, Jake Abel, Anthiny Head
Uscita: 12 settembre 2013
Distribuzione: 20th Century Fox
Semidio & più semidio
Torna il semidio in terra, il mezzosangue figlio di Poseidone Percy – al secolo Perseus – Jackson, stavolta alle prese con una banda di suoi simili, capeggiati da un certo Luke, intenzionati a conquistare il Vello d’oro al fine di riportare in vita Re Crono. Il giovane figlio del dio dei mari dovrà vedersela anche con un inatteso fratello ciclope, Tyson, un po’ imbranato ma non cattivo.
Dopo il successo del primo episodio, nella prosecuzione della saga cine-letteraria il timone passa a Thor Freudenthal, avvezzo a storie di infanti ed adolescenti tratte da opere letterarie, avendo già abilmente diretto tre anni prima Diario di una schiappa, trasposizione del libro omonimo di Jeff Kinney.
Se trent’anni fa all’uscita de I predatori dell’arca perduta si parlò di una versione aggiornata delle avventure di James Bond, Percy Jackson riesce ad unire i due mondi: mentre da Indiana Jones prende un’arca (il sarcofago di Crono) che libererà distruttive meraviglie ed un carrellino viaggiante che lentamente percorre un tunnel degli orrori (mutuato da Il tempio maledetto), dall’eroe creato da Ian Fleming ruba sontuose ambientazioni dei cattivi in yacht e una serie di gadget magico/tecnologici regalatigli da Hermes, novello Q.
Per il resto non c’è molto altro di interessante in questo Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri, oltre ad un piglio ironico, il solito camuffamento in stile Men in black delle divinità e delle attività loro riservate (OPS per UPS, la catena di fast food che dispensa succoso negare per i membri dell’Olimpo) e qualche battuta divertente, una su tutte “la cravatta di Hermes”, che il doppiaggio italiano però annienta, non accentando il nome del dio, impedendoci così di accostarlo a quello dell’azienda di moda francese. Degna di nota è anche la tematica dei dissidi inter-generazionali: tra figli che cercano i loro padri, come Percy stesso ed il suo ritrovato fratello, e padri che trascurano la propria prole, su tutti Hermes, sopra di essi aleggia lo spettro di Crono, che i figli se li mangiò direttamente.
Effetti speciali infine più che perfetti – come al solito – per un film che nel suo 3D offre uno spettacolo sontuoso, oseremmo dire “divino”, a tratti un po’ prolisso e ripetitivo e destinato ad accontentare palati poco esigenti. Nulla di più.
Voto: 5 e ½
Paolo Dallimonti
Clip – You Want To Go On A Quest
Clip – Those aren’t sharks