Scheda film
Regia: Alessandro Siani
Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Siani, Fabio Bonifacci
Fotografia: Paolo Carnera
Montaggio: Valentina Mariani
Scenografie: Paola Comencini
Costumi: Eleonora Rella
Musiche: Umberto Scipione
Suono: Alessandro Bianchi
Italia, 2013 – Commedia – Durata: 97′
Cast: Alessandro Siani, Christian De Sica, Sarah Felberbaum, Serena Autieri, Nello Iorio, Lello Musella, Alan Cappelli Goetz, Salvatore Misticone, Marco Messeri
Uscita: 14 febbraio 2013
Distribuzione: 01 Distribution
Cavia d’amore
Lo Cascio, Amendola, Golino, Gassman, Ravello, Casagrande: sono solo alcuni degli attori del panorama nostrano che hanno deciso recentemente di passare dietro la macchina da presa, senza però rinunciare al loro primo grande amore, ossia la recitazione. La maggior parte di essi ha, infatti, deciso di ritagliarsi un duplice ruolo nella propria opera prima, lavorando contemporaneamente su entrambi i fronti. Evidentemente la regia è una tentazione troppo forte per chi fa questo mestiere. Una tentazione alla quale non è sfuggito nemmeno Alessandro Siani, il cui nome si va dunque ad aggiungere alla sterminata lista di interpreti italiani e non che dalla notte dei tempi della Settima Arte hanno fatto il grande passo, spesso più lungo della gamba e in altri casi con risultati più che soddisfacenti. Dopo aver partecipato ai successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, offerto il proprio contributo alle sceneggiature di alcuni dei film da lui stesso interpretati, l’attore partenopeo sceglie Il principe abusivo per portare nelle sale, a partire dal giorno di San Valentino, il suo marchio di fabbrica. Ne viene fuori una commistione apprezzabile di vecchio e nuovo, fondata sull’incontro di vari livelli di comicità che, pur saccheggiando a piene mali dalla tradizione popolare e dialettale, non ha bisogno di scivolare nel greve e nella volgarità gratuita. Questo è un merito che gli va riconosciuto, alla pari della scelta di non aver dipinto Napoli come una cloaca di stereotipi e i napoletani come macchiette.
Detto ciò, Siani si cala nei panni di Antonio, uno squattrinato cronico che lavora come cavia volontaria per i test di case farmaceutiche, si ritrova al cospetto di Letizia, una principessa viziata in cerca di popolarità, di cui inevitabilmente si innamora. In un mondo in cui i pregiudizi dei ricchi nei confronti dei poveri sono radicati e difficili da estirpare, per il giovane l’unica possibilità per stare al fianco della reale donzella è quella di seguire i consigli del ciambellano di corte Anastasio. I ruoli tra mentore e allievo sono però destinati a rovesciarsi quando il ciambellano, innamorandosi della fruttivendola Jessica, avrà bisogno di suggerimenti per mischiarsi al popolo. Parte così un doppio apprendistato, con esiti imprevedibili.
Sinossi alla mano è facile andare ad individuare quei riferimenti cinematografici ai quali lo stesso regista e lo sceneggiatore Bonifacci si appoggiano per cucire l’architettura drammaturgica del film. Per Il principe abusivo, la coppia va a pescare qua e là in quel tipo di commedia che ha affondato le proprie radici oltreoceano, trovando terreno fertile anche in molte cinematografie del Vecchio Continente, compresa quella nostrana. Fioccano così citazioni e omaggi più o meno palesi che da My Fair Lady di Cukor portano direttamente a pellicole come: Il piccolo Lord, Una poltrona per due, Un principe tutto mio e Il principe cerca moglie. Tutti questi film sono percorsi dal medesimo filo rosso, che vuole i o il protagonista di turno avventurarsi in una discesa o salita da un estremo all’altro della scala sociale, pur di esaudire i propri desideri, che siano sentimentali, affettivi o più squisitamente economici. Di conseguenza, Antonio da una parte e Anastasio dall’altra devono diventare il loro esatto opposto, conservando però intatte l’umanità, la spontaneità e la naturalezza che li contraddistingue. Se Antonio deve imparare a convivere con il galateo per meritarsi un posto a corte e nel cuore della bella principessa, Anastasio deve mettere da parte le buone maniere per scivolare tra le braccia della genuina Jessica. Due percorsi che nel caso del film di Siani si incrociano in un’unica storia, ma che nella memoria dello spettatore non possono che rievocare persino opere del made in Italy, a cominciare da Il marchese del Grillo sino al recente episodio di Colpi di fulmine con la coppia Lillo & Greg, passando per Il conte Tacchia e Il conte Max. Siani punta sulle differenze, non solo linguistiche, ma soprattutto tra ricchi e poveri, dopo che con le pellicole di Miniero si era trovato ad affrontare quelle geografiche tra nord e sud. L’arma è dialettica (vedi il personaggio di Ruotolo, il traduttore umano dal napoletano all’italiano), ma le gag comiche inserite nel film sfruttano anche la fisicità degli interpreti, resa grazie alla buona sintonia tra un convincente Christian De Sica nei panni del ciambellano e lo stesso Siani in quelli del maldestro protagonista.
Dunque, niente di nuovo sul fronte del plot, che a giudicare dalle non poche assonanze riscontrabili non fa certo brillare l’esordio dell’attore napoletano per l’originalità. È altrettanto chiaro che forse non è l’originalità lo scopo dell’operazione, quanto la voglia epidermica di divertire la platea con una comicità viscerale ma non scoppiettante, che pur con qualche flessione nella parte centrale, regala scene che sanno come strappare una risata di gusto: dal piano per l’adescamento alla cena al ristorante, dalle poesie di Prévert declamate sotto il balcone alla consegna della rosa.
Voto: * * *
Francesco Del Grosso
Alcuni materiali del film:
Download Clip ‘Papere Abusive’
Download Clip ‘Il Rottweiler’
Download Clip ‘Backstage’
Download Clip ‘Siani Multitasking’
Download Clip ‘Il Ciambellano’
Download Clip ‘La Principessa’