Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Haifaa Al-Mansour
Fotografia: Luz Reitemeier
Montaggio: Andreas Wodraschke
Scenografie: Thomas Molt
Costumi:Peter Pohl
Musiche: Max Richter
Arabi Saudita/Germania, 2012 – Drammatico – Durata: 100′
Cast: Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Al Gohani, Ahd, Sultan Al Assaf, Dana Abdullilah, Rhab Ahmed
Uscita: 6 dicembre 2012
Distribuzione: Academy 2
Sale: 18
Una bicicletta vi renderà libere
Wadjda (Waad Mohammed) è una bambina come le altre, ma un po’ più anticonformista (indossa sempre scarpe da ginnastica) e con un piccolo desiderio: acquistare una bicicletta, di colore verde, per poter gareggiare con l’amichetto Abdullah (Abdullrahman Al Gohani). Per questo mette da parte i suoi piccoli risparmi e, soprattutto, partecipa ad una competizione scolastica basata sulla conoscenza del Corano. Ma Wadjda non ha fatto i conti con la sua famiglia, solo in apparenza perfetta, e con la sua religione, talmente rigorosa da ritenere sconveniente che una ragazzina come lei se ne vada in giro a pedalare. Ma la sua tenacia non teme confronti…
L’esordiente Haifaa Al-Mansour vive in uno strano paese: l’Arabia Saudita, ricca e prosperosa monarchia (possiede l’85% del totale stimato delle risorse petrolifere mondiali), è priva di sale cinematografiche, tant’è che La bicicletta verde nel suo paese d’origine avrà una diffusione soltanto in TV ed in Home-Video, mentre ambisce ad uscire in stati limitrofi dotati di strutture che ne consentano la visione sul grande schermo. Peccato, perché il film è uno stupendo e profondo ritratto della condizione femminile nel mondo musulmano strutturato a più livelli: quello delle nuovissime generazioni, rappresentate dalla bambina protagonista che innocentemente cova un desiderio proibito (quello della bicicletta per gareggiare col suo amichetto), non esitando paradossalmente ad imparare a memoria il corano al fine di infrangerne la dottrina; quello della madre (Reem Abdullah), che ama intensamente il marito, nonostante egli non esiterà a sposare una seconda donna, facendo scattare in lei il desiderio di dare quella pura soddisfazione almeno alla figlia, proprio nel momento in cui lei stessa non l’ha potuta avere; quello della sig.ra Hussa (Ahd), la severa insegnante, sentinella indefessa del Corano, che però non riesce ad avere rapporti con l’altro sesso se non clandestini.
La battaglia verrà vinta dall’indomita Wadjda su tutti i fronti, sia sul piano personale, trionfando alla competizione, ottenendo la bicicletta quale regalo della madre che almeno vuol vedere felice la figlia e sbugiardando la maestra. Così alla fine, l’agognata pedalata che la vedrà superare Abdullah assume un alto valore liberatorio ed un estremo significato simbolico: una speranza per tutte le donne musulmane, giovani e meno giovani.
E grazie alla bravura di tutte le interpreti, ma anche degli attori, che aiutano a coinvolgere gli spettatori, la pellicola assume una valenza universale
Il film, appassionante e ben scritto dalla stessa regista, uscirà accuratamente doppiato, mantenendo sottotitolate soltanto le numerose preghiere che lo costellano, valorizzandole ancora di più.
RARO perché… già, perché?
Voto: * * * *
Paolo Dallimonti
Alcuni materiali del film: