Scheda film
Regia: John Hillcoat
Soggetto: dal romanzo di Matt Bondurant
Sceneggiatura: Nick Cave
Fotografia: Benoît Delhomme
Montaggio: Dylan Tichenor
Scenografie: Chris Kennedy
Costumi: Margot Wilson
Musiche: Nick Cave, Warren Ellis
Suono: Jesse Ehredt, Scott Kramer, Tim LImer
Cast: Tom Hardy, Shia LaBeouf, Gary Oldman, Guy Pearce, Jessica Chastain, Mia Wasikowska, Jason Clarke
USA, 2012 – Gangster/Western – Durata: 120′
Uscita: 29 novembre 2012
Distribuzione: Koch Media
Brotherhood
La contea di Franklin in Virginia durante gli anni del Proibizionismo si è guadagnata l’appellativo di “contea più fradicia del mondo”, per le sue tante distillerie clandestine e per il costante smercio di alcool di contrabbando: lì i fratelli Bondurant sono una vera e propria leggenda vivente, un trio di orfani che è riuscito a sconfiggere la morte e le difficoltà – dando vita addirittura a fantasie sulla loro “immortalità” – e capaci di trasformare in vero e proprio business fiorente la produzione illegale del loro “moonshine” (il whisky clandestino). Tutto cambia però quando le politiche di contrasto al contrabbando fanno arrivare in città l’agente speciale Charlie Rakes, inviato da Chicago per attuare una feroce repressione che ben presto rivelerà la sua ambigua e soverchiante corruzione: è l’inizio di una battaglia all’ultimo sangue.
Con un mood generale da western-story, Lawless è un solido gangster movie che fa leva sull’epica di una saga familiare, un esempio davvero classico di quel cinema che sa raccontare storie anche molto semplici e poco originali con metodo e perizia, pur senza brillare in originalità o sperimentazione: John Hillcoat è un regista onesto che porta a termine un lavoro certamente apprezzabile – che pur portando sullo schermo una vera e propria carrellata di cliché e di “già visti”- sa comunque coinvolgere e appassionare, complice sicuramente una scrittura bene o male accattivante che soprattutto sa scavare con intelligenza e ironia il concetto e la costruzione del mito.
Tratto dal romanzo di Matt Bondurant (“La contea più fradicia del mondo”, che racconta le gesta del nonno e dei prozii dello scrittore), Lawless – la cui sceneggiatura è firmata da Nick Cave, autore anche delle musiche – è un viaggio in un’America che il cinema ha più volte scelto di raccontare, scavando nelle sue contraddizioni e nelle sue particolari dinamiche, ricordando con deferenza e fascinazione gli anni del grande scontro fra leggendari criminali e i ranghi della legalità: ai fini della resa finale del progetto è sicuramente rilevante l’apporto del buon cast, dove brilla il sempre carismatico Tom Hardy, affiancato da Guy Pearce, Jason Clarke, Jessica Chastain, Mia Wasikowska e Gary Oldman, mentre decisamente meno incisiva pare essere la prova di Shia LaBeouf, un po’ inamidato nel rendere le tante sfumature del suo personaggio, quel fratello minore tanto impressionabile quanto intelligente, presenza davvero cruciale nello sviluppo della storia.
La sensazione è che al film manchi un po’ la profondità necessaria per restituire tridimensionalità ai vari aspetti della storia, che spesso pare peccare un po’ di schematismo e di prevedibilità, ma il progetto di Hillcoat è tutto fuorché ambizioso, non insegue la leziosità estetica o formale e si limita a un dignitoso esercizio dei suoi mezzi, senza puntare a slanci di particolare invenzione, scegliendo piuttosto un taglio spesso quasi caricaturale nei confronti dei personaggi e delle evoluzioni della storia.
Fra villain davvero perfidi, sceriffi locali in balia degli eventi, giovani donne coraggiose dal passato misterioso, distillatori clandestini induriti dal destino ma con un cuore d’oro, Lawless – presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2012 – racconta le lotte e le difficoltà in una pagina buia e faticosa della storia degli Stati Uniti, schiacciata dalla criminalità organizzata, tra sotterfugi e regolamenti di conti in una crescente spirale di violenza: certo il film non ha la forza e il respiro di altri capisaldi del cinema che hanno saputo dare volto a quegli anni e qui spesso Hillcoat pare incappare in una riproposizione più fedele dell’ “immaginario” di quei tempi più che della realtà del periodo, ma d’altronde il regista ancora una volta non lesina riflessioni sul ruolo della stratificazione della leggenda, rendendolo un elemento centrale all’interno della storia.
Dopo i fuorilegge australiani de La Proposta e la desolazione apocalittica di The Road, John Hillcoat continua a focalizzarsi sullo spirito di sopravvivenza, di lotta e di salvezza: Lawless in questo senso – con i suoi legami fraterni indissolubili, sangue e difesa delle proprie convinzioni – si inserisce con coerenza nella sua filmografia, dando vita a un gangster movie ruvido e godibile, purtroppo non così indimenticabile.
Voto: * *½
Priscilla Caporro
Alcuni materiali del film: