Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Martin McDonagh
Fotografia: Ben Davis
Montaggio: Lisa Gunning
Scenografie: David Wasco
Costumi: Karen Patch
Musiche: Carter Burwell
G.B., 2012 – Commedia/Thriller – Durata: 110′
Cast: Colin Farrell, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Michael Pitt, Michael Stuhlbarg, Abbie Cornish, Christopher Walken
Uscita: 15 novembre 2012
Distribuzione: Moviemax

 Pazzi per il cinema

Lo sceneggiatore Marty (Colin Farrell) ha il blocco dello scrittore. Per il prossimo film ha solo un titolo, “7 psicopatici” e più o meno il primo personaggio della serie. A volerlo aiutare a tutti i costi ci pensa Billy (Sam Rockwell), un mezzo delinquente che insieme al più anziano Hans (Christopher Walken) si guadagna da vivere rapendo cani e presentandoli ai legittimi proprietari per riscuoterne la ricompensa. Un giorno però – come recita il flano della locandina italiana, rapiscono lo shih-tzu sbagliato – poiché il padrone è lo spietato e pericoloso criminale Charlie Costello (Woody Harrelson), che si mette presto sulle loro tracce. In tutto questo, con la comparsa di vari e veri psicopatici, il copione di Marty progredisce, contro ogni sua aspettativa, ma con esso, con tutti questi pazzi in circolazione, aumenta anche il rischio di rimetterci la pelle…
Forse per reale mancanza di idee o perché nella vita di un autore prima o poi deve comunque capitare, anche l’inglese Martin McDonagh, apprezzato per il suo debutto con In Bruges – La coscienza dell’assassino, fa i conti con il suo 8 e ½ personale: la classica storia di un film che non si riesce a fare. L’idea in effetti girava nella mente del regista/sceneggiatore già da anni e non era molto di più della paginetta di poco più che solo titolo scritta da Marty. Pensando ad un soggetto per un film girato negli USA naturalmente e per fortuna è riuscita fuori. Sì, perché 7 psicopatici, con tutti i difetti e le lungaggini che tendono ad appesantirlo, è comunque un film godibile, pur sprofondato nelle sue atmosfere grottesche. A metà tra un film di Gilliam (il pensiero va a Paura e delirio a Las Vegas, almeno per le scene nel deserto, e a La leggenda del re pescatore per i deliri di Billy) e uno di Tarantino (per l’eccesso e certi dialoghi), con un pizzico di Fellini, sa però anche colpire al cuore. Malgrado il molto sangue versato, il film, che, non dimentichiamolo, è diretto da un regista europeo, in mezzo al sangue, agli spari e ai morti, riesce infatti ad avere dei momenti molto toccanti, come l’elemento narrativo della moglie malata di Hans e l’epilogo.
Pure se le trame e sottotrame sono davvero tante e qualche volta si ha l’impressione che McDonagh abbia tentato il passo più lungo della gamba, perdendosi in mezzo ai numerosi fili del racconto, tutto sommato il film tiene, pur con qualche caduta, grazie anche agli ottimi attori – tutti sopra le righe, tranne forse Farrell e Walken – a qualche efficace colpi di scena e ad alcune scene magistrali, come quelle dedicate alle storie dei vari psicopatici e quella del massacro finale concepito da Billy.
Ovvio che il fascino di un film su una serie di pazzi criminali sia infine aiutato proprio da quest’aura di follia, che può risultare solo in una salvifica e vitale benedizione sull’opera, facendo accettare al pubblico pure qualche sbavatura di troppo.
Una raccomandazione: non andate via all’inizio dei titoli di coda, poiché uno dei sette soggetti del titolo comparirà per una rivendicazione.

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti