Scheda film

(Tr. lett.: Mentalmente disturbato)

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Park Jung-woo
Corea del Sud, 2012 – Horror – Durata: 109′
Cast: Kim Myung-min, Kim Dong-wan, Moon Jung-hee, Lee Ha-nui, Jeon Kwuk-hwan
Uscita nel paese d’origine: 5 luglio 2012

 Yim Jae-hyeok è un professore di chimica…

Yim Jae-hyeok è un professore di chimica che lavora come impiegato in una società farmaceutica. Un giorno nella zona di Gangwon Do affiorano nel fiume alcuni cadaveri, disidratati e in avanzato stato di denutrizione. Ben presto il fenomeno si estende a tutto il paese, e Jae-hyeok sarà costretto a una corsa contro il tempo per salvare la moglie e i due figli.
Un’appropriata tagline per Deranged potrebbe essere: “l’horror ai tempi della recessione”. Cinema politico sotto le mentite spoglie dell’horror epidemico, in cui i fattori economici sono basilari tanto per comprendere il contesto sociale in cui si muovono i personaggi, quanto nel definire e motivare la struttura della narrazione.
Jae-hyeok ha perso tutti i propri risparmi in azzardate speculazioni finanziarie, e ora si trova costretto ad accettare un lavoro che detesta. Malgrado la moglie si offra di aiutarlo trovando un impiego come cassiera in un supermercato, Jae-hyeok preferisce sobbarcarsi tutti gli oneri del capofamiglia, anche se questo significa non avere il denaro sufficiente per portare il proprio figlio al luna-park nel giorno del suo compleanno. Il fratello Jae-pil è un detective della polizia riottoso e scansafatiche il quale, come notano i colleghi, lavora solo per pagare i debiti; anche la sua relazione con Yeon-joo è giunta a un punto morto, dato che la propensione di Jae-pil per gli investimenti fallimentari ha portato la coppia a non avere risorse sufficienti per affrontare le spese del matrimonio o per accedere a un mutuo.
In questo panorama tutt’altro che rassicurante, che riflette la sussultoria agonia di un sistema economico votato all’autodistruzione, s’inserisce l’elemento marcatamente horror, nelle modalità ormai consolidate del filone catastrofico/pandemico (l’esempio più recente è il Contagion di Soderbergh), già declinato anche in forme verbosamente metaforiche (Blindness di Meirelles).
Ma qual è la causa della morte di tante persone, che si gettano freneticamente in acqua come un branco di lemming? Si tratta forse, come inizialmente ventilato, di un’arma chimica nordcoreana o, come nel buon vecchio horror ecologista, degli scarichi tossici di una qualche multinazionale? In questo caso la risposta è differente, e anche più adeguata ai tempi: il responsabile è un parassita (Yeongasi) che si annida nell’intestino e arriva a controllare il cervello della vittima, costringendolo a comportamenti irrazionali che conducono all’autodistruzione dell’ospite e alla moltiplicazione dell’agente infestante. Lo Yeongasi, che certamente ci ha già contagiato tutti da un bel pezzo, spinge l’ospite a sovralimentarsi consumando enormi quantità di cibo, per poi successivamente indurlo al suicidio tramite l’annegamento. Malgrado l’ipernutrizione, la vittima appare denutrita, letteralmente ”prosciugata” in una vampirizzazione che non è solo fisica ma anche economica. Si tratta insomma dell’oggettivazione del vecchio assioma: nasci, consuma, crepa.
E allora le motivazioni che stanno alla base della creazione di questa versione geneticamente modificata del parassita non potranno che essere dettate dall’avidità. Lo Yeongasi non solo è fondamentale nel perpetuare lo status quo, che vede il suddito/consumatore subire con vorace entusiasmo le logiche consumistiche del mercato, ma influenza le oscillazioni delle quotazioni di borsa, nello specifico quelle della casa farmaceutica Jo-Ah, la quale produce l’unica medicina efficace ma non è disposta a renderne pubblica la formula, a meno di un sostanzioso investimento economico del governo coreano.
In tempi in cui economia e finanza decidono del destino di intere nazioni, non stupisce che il denaro sia l’argomento principe nelle conversazioni tra i personaggi: per salvaguardare gli interessi economici della zona il sindaco di Gangwon Do, rinomata località turistica, omette di raccontare l’inquietante episodio che ha dato il via all’epidemia; ancora per denaro, le confezioni di Windazole vengono vendute a prezzi altissimi al mercato nero; sempre per denaro, migliaia di persone vengono condannate a morte per far levitare le quotazioni della Jo-Ah. Come chiosa Jae-hyeok nel prefinale: “So che il denaro è importante, ma non dovremmo permettergli di prendere il posto dell’umanità”.
Con una regia asciutta e dal taglio semidocumentaristico, Park Jung-woo (Dance with the Wind) impagina un film di genere che è anche un freddo commentario sulla contemporaneità, richiamandosi al miglior horror “politico” degli anni ’70, quello di Hooper, Craven e Romero, in cui la critica sociale andava di pari passo con l’innalzamento del livello di gore. Deranged, che oltretutto può contare sull’ottima prova di Kim Myung-min (Man of Vendetta, Sorum) nel ruolo di un frustrato “ordinary man” sopraffatto dagli eventi, sarà prossimamente presentato al Festival di Sitges.
RARISSIMO perché… meglio non turbare gli animi occidentali ai tempi della crisi.

Note: il film non è MAI uscito in italia.

Voto: * * *¼

Nicola Picchi