Scheda film
Regia: Tim Burton
Soggetto: Tim Burton, Leonard Ripps
Sceneggiatura: John August
Fotografia: Peter Sorg
Montaggio: Chris Lebenzon, Mark Solomon
Scenografie: Rick Heinrichs
Musiche: Danny Elfman
Suono: Kyle D. Krajewski, Rick Schnupp
USA, 2012 – Animazione/Horror/Commedia – Durata: 87′
Cast di voci: Winona Ryder, Catherine O’Hara, Martin Landau, Christopher Lee, Robert Capron
Uscita: 17 gennaio 2013
Distribuzione: Walt Disney Pictures
FrankensTIM!
Conferma il suo talento da cineasta dell’animazione, Tim Burton, con Frankenweenie, una rielaborazione del classico di Mary Shelley, Frankenstein, e un’interpretazione squisitamente personale. Con una strizzata d’occhio al miglior repertorio dell’horror e un’altra alle più canoniche regole dell’animazione Disney, Burton realizza un piccolo capolavoro.
Il film racconta di un ragazzo di 10 anni, Victor, che ha un rapporto speciale con il suo curioso e affettuoso cane, Sparky; a seguito di un incidente mortale del cane, Victor utilizza la scienza per riportarlo in vita. “Mi sono basato sulla mia passione per gli horror e mi sono ispirato al forte legame che ho avuto quando ero bambino con il mio cane”, ha confessato il regista. Come dargli torto, il film elenca una serie di omaggi ai classici del cinema horror degli anni ’30, dai nomi nelle tombe del pet cemetery della cittadina dove è ambientata la storia (si riporta la stessa Shelley), all’iconografia gotica, fino ai nomi utilizzati per i personaggi (lo scienziato insegnante è un tributo a Vincent Price, noto attore di film del genere). In molti momenti del film è facile intuire anche un omaggio alla settima arte, con scene che omaggiano i classici di Hitchcock, come Gli uccelli e La donna che visse due volte, o il Jurassic Park di Spielberg o ancora il Godzilla giapponese.
I personaggi di Frankenweenie sono sullo stile de La Sposa cadavere, realizzati con una fantasiosa creatività e una variegata gamma di personalità.
Insieme all’horror, inevitabile l’influenza della tradizione Disney, della sua “moralità” e dei buoni sentimenti (Burton ha studiato al fianco di animatori storici e si unì alla Disney come animatore): dall’idea che la scienza può realizzare cose belle e cose brutte, quindi è necessario metterci il cuore per la riuscita dell’esperimento, all’accettazione della morte come esito ineluttabile (nelle parole di Victor nel finale): una piccola lezione per i ragazzi anche se il film termina con il ritornello più classico delle favole, il ‘vissero felici e contenti’.
“E’ una storia dolce ma ha un lato mostruoso con cui mi sono subito sentito in sintonia dato che sono un grande fan del genere”, ha commentato il regista. “Quando faccio un film mi basta sapere che ha avuto in qualche modo un effetto positivo sulla vita di qualcuno; per me questa è l’unica cosa che conta”.
L’effetto l’ha avuto certamente e leggendo qualche dettaglio sulla lavorazione si capisce anche perché: oltre 200 pupazzi utilizzati, 33 animatori, 150 artigiani, attrezzisti, disegnatori, artisti, circa 200 set costruiti per la scenografia, 1300 scene con effetti visivi, più di due anni di lavorazione.
Sulla tecnica, Burton abbandona la live action per l’animazione stop motion che rende i movimenti molto più articolati e naturali: prevede 24 frame al secondo, l’animatore deve fermarsi e posizionare il pupazzo ben 24 volte per ottenere un secondo di azione filmata, in media un animatore può produrre solo 5 secondi di animazione a settimana; questo giustifica i due anni di lavoro.
La lavorazione in 3D e il bianco e nero arricchiscono ulteriormente il film, rendendogli ancora più profondità e contribuendo a rendere l’atmosfera ancora più affascinante.
Voto: * * * *
Marta Fresolone
Alcuni materiali del film:
Clip – Rianimazione del pesce rosso
CLIP – Il sogno del Signor Baffino