Scheda film
Regia: Steve Martino, Michael Thurmeier
Sceneggiatura: Michael Berg, Jason Fuchs
Fotografia: Renato Falcão
Montaggio: Christopher Campbell, James Palumbo, David Ian Salter
Musiche: John Powell
Suono: Tighe Sheldon, Stephen Urata
USA, 2012 – Animazione/Fantastico/Commedia – Durata: 88′
Cast: John Leguizamo (Claudio Bisio), Ray Romano (Filippo Timi), Denis Leary (Pino Insegno), Queen Latifah (Roberta Lanfranchi), Josh Peck (Lee Ryan)
Uscita: 28 settembre 2012
Distribuzione: 20th Century Fox
Una frattura insanabile
Nel 2002 approdava sul grande schermo, nello scetticismo generale di pubblico e addetti ai lavori, il primo capitolo de L’era glaciale. A motivarne la presenza largamente diffusa tra i potenziali e futuri fruitori, tanto l’incapacità presunta, ma non ancora dimostrata, quanto l’impossibilità da parte della neonata Blue Sky Studios di insidiare il primato nel campo del cinema d’animazione in quel di Hollywood, stretto da anni saldamente nelle mani di corazzate come Pixar e Dreamworks. Ma come ci ha insegnato la Storia non sono poche le volte in cui Davide ha battuto, o quantomeno fatto vacillare, la forza di Golia. Il brand vincente e i sequel che si sono succeduti hanno, infatti, dato ragione ai creatori di una delle serie animate più apprezzate della Settima Arte, merito della capacità dimostrata dai registi e dai sceneggiatori che se ne sono occupati di calamitare a sé flotte di piccoli e grandi spettatori grazie a una serie di personaggi amatissimi, via via confermati, accantonati o introdotti. Il tutto supportato da un doppiaggio che ha sempre potuto contare, negli Stati Uniti in primis e in Italia anche, su nomi di grande richiamo, ma soprattutto su una qualità tecnica di assoluto valore, cresciuta in maniera direttamente proporzionale con il susseguirsi degli episodi. Di conseguenza, a dieci anni di distanza, giunti al quarto capitolo distribuito dalla 20th Century Fox a partire dal 28 settembre, la suddetta Società si è fatta largo grazie a importanti riconoscimenti internazionali, facendo letteralmente breccia nei box office di tutte le latitudini.
La storia comincia alcuni anni dopo la fine de L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri. Scrat, cercando ancora una volta disperatamente di raggiungere la sua ghianda, genera una catastrofe di proporzioni mondiali, che separa Manny, Sid e Diego dal loro branco. I tre amici utilizzeranno un iceberg come nave e verranno ostacolati da una banda di pericolosi pirati, comandati da Capitan Sbudella, ostinati a non farli tornare a casa per renderli membri del suo equipaggio. Tra i membri della ciurma dei pirati, c’è Shira, una bella tigre dai denti a sciabola, che farà sciogliere il cuore a Diego. Intanto Pesca, la figlia di Manny e Ellie, è ormai cresciuta, ed ha la sua prima cotta per un giovane mammuth di nome Ethan, ed ha un grande amico, un socievole riccio di nome Louis.
A decidere del destino dell’allegra brigata la coppia formata da Steve Martino e Mike Thurmeier, che riprendono come ovvio le fila del discorso interrotto nel 2009, confermando di riflesso la formula ormai collaudata che prevede sin dal primo capitolo un mix di avventura, azione e commedia, con una sottotraccia sentimentale (la love story tra Diego e l’ultima arrivata Shira) che fa capolino nello script per allargare gli orizzonti empatici della storia, animata neanche a dirlo dagli immancabili siparietti musicali che sul fronte cartoon hanno fatto la fortuna della tradizione disneyana. Le gag slapstick restano anche per L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva il piatto forte del menù, ma stavolta meno incisivi e folgoranti di quelli proposti nei precedenti episodi, con qualche citazione letteraria a rialzare le sorti dell’operazione (dalle sirene tentatrici di omeriana memoria alla leggenda di Atlantis). Drammaturgicamente è il più debole della quadrilogia, con una sceneggiatura che vive solo di lampi e intuizioni narrative a differenza della continuità di idee emersa nelle puntate precedenti. Resta comunque uno spettacolo piacevole che vale il prezzo del biglietto, con un ingrediente stereoscopico (presente anche nel film del 2009), qui funzionale e ben sfruttato, che rende la visione divertente e appassionante, perché in grado catapultare spesso lo spettatore di turno nel vivo dell’azione, come ad esempio nella scena dell’inseguimento sull’isola che vede impegnati Diego e Shira.
Voto: * *½
Francesco Del Grosso
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