Scheda film

Regia: Ivano De Matteo
Soggetto: Valentina Ferlan
Sceneggiatura: Valentina Ferlan, Ivano De Matteo
Fotografia: Vittorio Omodei Zorini
Montaggio: Marco Spoletini
Scenografie: Massimiliano Sturiale
Costumi: Valentina Taviani
Musiche: Francesco Cerasi
Suono: Antongiorgio Sabia
Italia, 2012 – Drammatico – Durata: 110′
Cast: Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Rosabell Laurenti Sellers, Grazia Schiavo, Antonio Gerardi, Antonella Attili, Stefano Masciolini
Uscita: 14 settembre 2012
Distribuzione: Medusa

 Con i saluti della famiglia…

Giulio (Valerio Mastandrea), impiegato comunale, vive con la moglie Elena (Barbora Bobulova) e i due figli, l’adolescente Camilla (Rosabell Laurenti Sellers) ed il più piccolo Luca (Lupo De Matteo). L’apparente tranquillità famigliare è turbata dalla relazione extraconiugale di Giulio con un’avvenente collega. Da lì il meccanismo si inceppa, tra incomunicabilità e pianti all’interno delle mura domestiche, finché un giorno egli decide di lasciare casa. Dapprima accolto da un amico in una situazione confortevole quanto precaria, entrerà in un girone dantesco in cui i soldi non saranno mai abbastanza, stretto in un vortice di mutismo e rassegnazione che gli impedisce per vergogna di parlare con la moglie e con i figli. Quando, ormai obbligato a dormire in macchina e a mangiare alla mensa della Caritas, la figlia lo scoprirà, avrà forse un’ultima possibilità di riscatto…
Molti ignorano chi sia Ivano De Matteo: dopo l’esordio col mediocre Ultimo Stadio nel 2002, nel 2008 ha girato il suo piccolo capolavoro, La bella gente, che divenne un caso. Purtroppo bloccato da problemi legati ad un fantomatico distributore, uscì in sala in Francia restando in sala con successo per quattro mesi e da noi fu protagonista di numerose proiezioni “carbonare” sostenute dallo stesso regista alla fine del 2011, fino all’uscita in DVD dopo pochi mesi. Il risarcimento sembra arrivare stavolta con la produzione di RaiCinema e la distribuzione addirittura di Medusa, quasi che i due colossi rivali vogliano stavolta garantire il talento di un nuovo autore.
Purtroppo però tanto era lucida l’analisi sociale di quella pellicola, che tendeva a prendersela per una volta con quella parte di italiani afferenti sulla carta alla cosiddetta “sinistra”, dipinti lucidamente come finti buoni – facendo venire dubbi sulla reale natura della mancata distribuzione – quanto invece risulta qui appannata, non riuscendo sempre a centrare l’obiettivo. Partendo dalle tematiche dei nuovi poveri e dei separati, la prima accennata da Ferzan Ozpetek in Cuore Sacro (anche quello curiosamente interpretato dalla Bobulova) nel 2005, mentre entrambe protagoniste in toni dissacranti dell’ultimo film di Carlo Verdone Posti in piedi in paradiso, De Matteo costruisce una vera e propria commedia all’italiana, dolce-amara, in cui il sorriso sostiene il dramma, facendo di Giulio un personaggio “alla Manfredi”, a metà tra il Marino Balestrini di Straziami, ma di baci saziami ed il Nino Garofalo di Pane e cioccolata.
Per quanto il regista si sforzi di curare attentamente ogni posizionamento della macchina da presa, ponendo estremo interesse a tutti gli elementi della messinscena, iIl problema principale del film però è che appare troppo scritto, così che gli eventi narrati sembrano accadere meccanicamente ed in maniera poco credibile, mentre lo spettatore continua a chiedersi perché il protagonista, sempre più povero, non riesca a parlare con la moglie. Così, mentre quello che inizialmente era un caso sociale finisce per diventare psicopatologico, non ci vengono date tutte le informazioni necessarie a tramutare in credibile l’allucinante spettacolo cui stiamo assistendo. Orgoglio, vergogna, ostinazione potrebbero essere alcune delle motivazioni che spingono Giulio costantemente dentro al baratro che lo sta inghiottendo, ma di fronte ai consigli dei numerosi personaggi del film che inutilmente lo invitano a parlare con la consorte, cadono in secondo piano sotto il peso dei suoi silenzi, indebolendo il tessuto narrativo di un film che però in alcuni punti arriva anche ad emozionare.
Grosso merito è degli interpreti, che salvano la pellicola in corner, capeggiati da un Mastandrea in stato di grazia, spericolato equilibrista dell’animo qui alla sua migliore interpretazione, ricordando in parte l’Antonio di Un giorno perfetto ancora di Ozpetek. Menzione speciale infine per un inedito Maurizio Casagrande, in versione semiseria, senza barba e quasi irriconoscibile, ed anche per la giovanissima Rosabell Laurenti Sellers nei panni di Camilla, adolescente inquieta alla ricerca di un padre vero che le parli.

Voto: * * *

Paolo Dallimonti