Scheda film

Regia: Peter Weir
Soggetto: dal romanzo di Slavomir Rawicz “The Long Walk: The True Story of a Trek to Freedom”
Sceneggiatura: Keith Clarke, Peter Weir
Fotografia: Russell Boyd
Montaggio: Lee Smith
Scenografie: John Stoddart
Costumi: Wendy Stites
Musiche: Burkhard von Dallwitz
USA/Emirati Arabi Uniti/Polonia, 2010 – Genere – Durata: 133′
Cast: Jim Sturgess, Ed Harris, Colin Farrell, Mark Strong, Saoirse Ronan, Gustaf Skarsgård, Alexandru Potocean
Uscita: 6 luglio 2012
Distribuzione: 01 Distribution
Sale: 14

 La (non del tutto brillante) strada per tornare indietro

Nel 1939, Janusz (Jim Sturgess), un tenente dell’esercito polacco fatto prigioniero durante l’invasione sovietica della Polonia, viene interrogato da un ufficiale russo. Pur rifiutandosi di ammettere la propria colpa, accusato di spionaggio, viene tradito da sua moglie, torturata, e condannato a 20 anni di lavori forzati presso un gulag siberiano. Qui, dopo un periodo di reclusione e di dura attività in miniera, organizzerà l’evasione assieme ad altri sei carcerati, per avventurarsi nel 1941 alla volta di una fuga disperata, con migliaia di chilometri da percorrere attraverso la ferrovia transiberiana e il deserto del Gobi – patendo sete, fame, gelo e malattie sino a raggiungere, circa un anno dopo, il pacifico e accogliente confine indiano.
Basato sulle memorie di Sławomir Rawicz e diretto dal maestro Peter Weir, dopo ben sette anni di stop dal più riuscito Master and Commander – Sfida ai confini del mare, The Way Back si presenta sin da subito come uno dei tanti film ad orientamento didattico, sebbene sia armato di un cast che va ben oltre gli standard e quest’ultimo ricordi già di per sé l’esperienza educativa ma altresì originale di altre pellicole quali Vento di primavera (del 2010, con Jean Reno, Mélanie Laurent e Gad Elmaleh) e l’anch’esso recente La chiave di Sara (con Kristin Scott Thomas e Niels Arestrup). Ciò che differenzia però questo The Way Back qui è la mancanza di personalizzazione del canovaccio narrativo, che sembra voler inseguire, piuttosto, le modalità romanzesche dei “tv movie” americani, limitandone così potenziale e risultato.
Nonostante tutto, grazie a una storia che almeno su carta convince e ha in sé tutte le premesse (e le promesse) del classico espediente per affrontare in realtà il sempre trascinante tema della fuga, l’ultima fatica di Weir si approssima alla perfezione dell’involucro e rivisita l’evasione argomentandola da ogni angolazione e inquadratura possibile, seguendo passo dopo passo, quasi in tempo reale, il cammino dei sette prigionieri e scavando a fondo nel loro dolore, interiore e psicologico quanto (forse con maggiore attenzione) fisico e fisiologico.
Ed Harris, come d’abitudine, è probabilmente l’unico attore in grado di mettere del proprio nella sua parte, distinguendosi per compiutezza recitativa insieme a un Colin Farrell che dà ancora una volta prova di sapersi allontanare da quei ruoli che gli erano cari sino a qualche anno fa; soltanto Jim Sturgess e Saoirse Ronan si attengono a quei personaggi che gli sono più congeniali, dal tenero e ingenuo Jude di Across the universe alla ragazzina sveglia di Amabili resti e Hanna.
The Way Back è insomma un film che non eccelle particolarmente in più o meno nessuno dei suoi aspetti, né offre differenti spunti di riflessione sullo sfondo storico-sociale che gli appartiene. Tuttavia, gli saranno da riconoscere una buona prova attoriale di coro e una fotografia che aiuta molto a rendere lo spettatore partecipe delle vicende narrate. Basti far menzione, inoltre, del fatto che la pellicola ha ricevuto una nomination agli Oscar per il Miglior Make-up.
RARO perché… è un film con un ricco cast, ma non particolarmente riuscito.

Voto: * * *

Eva Barros Campelli