Scheda film

Regia: Tobe Hooper
Soggetto e Sceneggiatura: Kim Henkel, Tobe Hooper
Fotografia: Daniel Pearl
Montaggio: Larry Carroll, Sallye Richardson
Scenografie: Robert A. Burns (non accreditato)
Musiche: Wayne Bell, Tobe Hooper
USA, 1974 – Horror – Durata: 83′
Cast: Marilyn Burns, Edwin Neal, Allen Danziger, Paul A. Partain, William Vail, Teri McMinn, Jim Siedow, John Dugan, Gunnar Hansen
Uscita: 1974

 Rivalutazione parziale…

Rivalutazione parziale per questo film, che stroncai miseramente tre anni fa. Ma è passato del tempo, ho visto parecchi altri film e la mia visione, in qualche modo, deve essersi affinata.

“The Texas chainsaw massacre” apre alla grande, fotografie al buio di una macabra statua costruita con pezzi di cadavere in decomposizione; in audio, la notizia alla radio del ritrovamento di resti umani in decomposizione. Per la prima mezzora almeno Hooper costruisce efficacemente la suspense mandando un gruppetto di ignari ragazzotti in giro per il Texas e donando loro una serie di prelibatezze: un autostoppista idiota e maniaco del sangue e del fuoco, un cimitero attorniato da weirdos, macchie di sangue sul pulmino e, finalmente, una classica casa abbandonata.

E` qui che il regista raggiunge l’eccellenza: cifra tecnica della discesa dei cinque ragazzi negli inferi della casa mi sembrano, in particolare, (a) il carrello laterale (spesso unito alla mezza panoramica, con un effetto di avvolgimento e straniamento del personaggio davvero notevole) e (b) il dettaglio, specialmente riguardo agli oggettini che costruiscono il feticismo cannibale / animalesco del massacratore Leatherface. Effetti sonori (colonna sonora?) al limite del rumore completano il quadretto. Se cercate un’atmosfera malata e di orrido incombente, i primi tre quarti d’ora di TCM fanno per voi.

Da quando la ragazza viene catturata sino al termine e` spazzatura, ma ce n’e` abbastanza fin qui per poter dire che TCM e` un buon horror, che vale la pena vedere. Decisamente invecchiato, ma ancora apprezzabile sebbene ci voglia un po’ di occhio — un po’ come Dracula, per fare un paragone da bacchettate sulle dita. Nel 1974 e a un ragazzino doveva fare molta, molta paura.

Voto: * * *½

Claudio Castellini

 #IMG#Cinque ragazzi…

Cinque ragazzi arrivano alla casa dei nonni di uno di loro, nel Texas, senza sapere che i vicini sono dei selvaggi cannibali armati di martelli e seghe elettriche. Contro Leatherface (Faccia di cuoio, perché indossa una maschera fatta di pelle umana) – interpretato da Hansen – e la sua “famigliola”, solo Sally sfuggirà al massacro, ma il cattivo, per una volta, non muore. Ispirato a un fatto di cronaca nera accaduto realmente (la storia di Ed Gein, cannibale del Wisconsin che aveva già mosso la fantasia di Hitchcock per Psyco), la prima opera del texano Hooper (classe 1944) è uno dei più disturbanti e malati gore-movie di sempre, che si impone, per precisi meriti, come un eccezionale esempio di film di genere a basso costo (e rozzo se vogliamo): non promette, mantiene subito quello che gli spettatori si aspettano, cioè uccisioni e squartamenti (peraltro mai gratuiti) che creano immediatamente, senza l’uso classico della suspense e dell’attesa, un clima ossessionante di angoscia e paura: terrore e pazzia non sono mai più stati mostrati in un modo così efficace e fisico (altro che le “strullate” di Blair witch project). E la regia furibonda e realistica (stile sporco pieno di sgranature, sfocature, controluci e con la macchina da presa attaccata ai personaggi che va a cacciarsi persino dentro gli occhi), i suoni, i rumori (cacofonie e clangori metallici furono seguiti personalmente dal regista), l’ironia macabra e le voci rendono ancora più agghiacciante questa pietra tombale della sana provincia americana. I componenti della troupe non si potevano soffrire e forse questo ha contribuito alla riuscita del film, che naturalmente è un cult-movie. Mitico l’allucinato finale chiuso-aperto.

Voto: * * *½

Roberto Donati