Scheda film
Regia: Marc Webb
Soggetto: James Vanderbilt, su personaggi di Stan Lee e Steve Ditko
Sceneggiatura: James Vanderbilt, Alvin Sargent, Steve Kloves
Fotografia: John Schwartzman
Montaggio: Alan Edward Bell, Michael McCusker, Pietro Scalia
Scenografie: J. Michael Riva
Costumi: Kym Barrett
Musiche: James Horner
USA, 2012 – Fantastico – Durata: 126′
Cast: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Denis Leary, Martin Sheen, Sally Field, Irrfan Khan
Uscita: 4 luglio 2012
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
La ragnatela di Penelope (morta una saga, se ne fa un’altra)
Peter Parker (Andrew Garfield) ci viene presentato ancora bambino, mentre i genitori Richard (Campbell Scott) e Mary (Embeth Davidtz) stanno misteriosamente scappando, lasciandolo presso gli zii Ben (Martin Sheen) e May (Sally Field). Ormai adolescente, lo incontriamo mentre frequenta il college, intento a scoprire il motivo della fuga del padre e della madre. La sua ricerca, tramite il ritrovamento di una valigetta piena di documenti paterni, lo porta al dr. Curt Connors (Rhys Ifans), scienziato della Oscorp ed un tempo collega di Richard, oggi intento ad esperimenti mirati alla ricrescita cellulare. Mentre si trova nei laboratori, viene però punto da un ragno modificato geneticamente, acquisendo così nuovi poteri che lo porteranno a trasformarsi ne l’Uomo Ragno, un vigilante in grado di lanciarsi da un palazzo all’altro per fare giustizia ed aiutare così le forze dell’ordine. Peter dovrà quindi vedersela con diversi problemi su più fronti: l’amore per la compagna Gwen Stacy (Emma Stone) e la caccia da parte del di lei padre George Stacy (Denis Leary), capo della polizia; la morte dello zio Ben, che tenterà di vendicare mettendosi sulle tracce del balordo che l’ha ucciso; il mostruoso Lizard, alter-ego del dr.Connors dopo che per accelerare i suoi esperimenti ha sperimentato su se stesso un nuovo siero.
Molti (fan e appasionati di fumetti) senza vederlo hanno già storto il naso di fronte a questo reboot delle avventure di Spider-Man, l’Uomo Ragno, poiché sentimentalmente legati a ragione ai tre precedenti lavori firmati Sam Raimi, che già nel 2007, subito dopo l’ultimo e non eccelso capitolo che annaspava in mezzo a ben tre cattivi e ad uno sdoppiamento al negativo dello stesso eroe, stava già preparando un quarto episodio, ancora zeppo di cattivoni. Nel 2010 la Columbia, pur di fronte ad incassi al botteghino non proprio deludenti, ma con un guadagno netto decisamente minore, pensò bene però di far ripartire la saga da zero, cancellando quasi tutto quanto c’era stato fino ad allora.
Con buona pace degli affezionati, dobbiamo ricordare che ogni epoca ha avuto il suo Uomo Ragno: alla fine degli anni settanta, in piena guerra fredda, c’era quello interpretato da Nicholas Hammond nella serie televisiva targata CBS, il primo volto in carne e ossa del supereroe; mentre quello di Raimi ha segnato gli anni zero, con i suoi grandi poteri a stelle e strisce da cui derivavano nazionalisticamente grandi responsabilità, partendo subito dopo il crollo delle Torri Gemelle, con cui la produzione dovette confrontarsi, rifiutandosi di cancellare digitalmente le loro immagini e quelle del World Trade Center a volte sullo sfondo o riflesse negli occhi specchiati di Spider Man; l’eroe stavolta impersonato da Andrew Garfield si pone come il perfetto Uomo Ragno degli anni dieci, un po’ skater, un po’ geek e naturalmente nerd. Si inserisce infatti nel filone inaugurato dal Kick-Ass di Matthew Vaughn, ossia quello degli “eroi normali”, senza particolari poteri, e portato avanti quasi contemporaneamente dal Super di James Gunn, per non parlare poi di altri personaggi collaterali, quasi degli eroi neri, quali Machete, dall’omonimo film di Robert Rodriguez e Hobo di Hobo with a shotgun di Jason Eisener, che, sotto vesti apparentemente comuni, fanno giustizia compiendo stragi infinite, catapultandosi automaticamente nel mondo dei fumetti, pur essendo nati solo come protagonisti di falsi trailer tarantiniani (nel progetto Grindhouse).
Il nuovo Peter Parker ha dalla sua un lato squisitamente umano, così come lo ha il suo nemico Lizard, originariamente scienziato senza un braccio che cerca, nonostante tutto, di riaffermare la propria umana integrità. Pur dotato di evidenti super-poteri, il povero giovanotto torna a casa ogni sera così malconcio che non si sa come la paziente zia May non abbia ancora provato a segnalarlo ai servizi sociali.
Ed è proprio questa, più grande di ogni facoltà straordinaria, la forza del reboot firmato da Marc Webb – autore per il grande schermo solo della commedia (500) giorni insieme, perciò poco più di un burattino nelle mani degli studios – quella di farcelo sentire vicino, umano come noi, anche grazie ad un 3D a dir poco perfetto, portandoci con lui tra un grattacielo e l’altro e facendoci concentrare su un solo cattivo, magari troppo digitalizzato, ma dotato di un’umanità tale – tutto merito del grande Rhys Ifans – da avvicinarlo all’indimenticabile dr. Otto Octavius/Octopus interpretato da Alfred Molina in Spider-Man 2.
E ad amalgamare il tutto ecco l’immancabile ironia, che tocca il suo apice in un’accesa scena di combattimento senza rumori, coperti dalla musica classica che Stan Lee – cammeo! – sta ascoltando con le cuffie in biblioteca.
Con The amazing Spider-Man inizia così una nuova, potente saga – che lascia qualche zampetta nella precedente trilogia con i personaggi di Curt Connors e Gwen stacy, anche se con volti diversi – interpretata da attori di grosso calibro anche in ruoli minori (si pensi a Sally Field, Martin Sheen, Thomas C. Howell, Campbell Scott ed Embeth Davidtz – forse quest’ultima un omaggio al Raimi de L’armata delle tenebre?) e fitta di misteri seminati qua e là: perché i genitori di Peter fuggirono? Che cosa li lega a Connors? E chi è il misterioso personaggio con cui quest’ultimo parla in carcere alludendo al destino dei coniugi Parker? Riuscirà infine il nostro eroe a riacciuffare l’assassino dello zio?
Coraggio, novello Uomo Ragno, pure se dai tuoi grandi poteri non deriveranno altrettante responsabilità, pur conscio di averli entrambi al di là delle scelte, questi anni dieci sporcati da una crisi senza precedenti con te saranno forse più lievi.
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti
#IMG#Durante una notte piovosa…
Durante una notte piovosa i genitori di Peter Parker, un ragazzino di 6 anni, scompaiono non prima di averlo affidato ai suoi zii Ben e May Parker. Una volta al Liceo il ragazzo, su suggerimento dello zio, decide di fare visita al dottor Curt Connors vecchio amico e collega di suo padre Richard, noto scienziato della Oscorp Ltd, società che si occupa di genetica. Il giorno della visita alla sede della Oscorp, mentre assiste ad un esperimento, Peter è però punto da un ragno che gli conferirà una serie di super poteri.
Cinquantesimo anno nella vita dell’’arrampicamuri’ che viene festeggiato non con il quarto episodio della serie ma con un nuovo primo episodio ovvero con quel che commercialmente viene definito il reboot, o rilancio, del personaggio. Perduti per incomprensioni e cachet i vari componenti della prima trilogia; Raimi in cabina di regia, Maguire nel ruolo di Peter Parker e Kirsten Dunst nella parte di Mary Jane Watson; la serie a fumetti più celebre della storia del cinema, con la pace di Batman e degli X-Men, ha dovuto reinventarsi di sana pianta. La Columbia pur di non restituire i diritti del personaggio alla Marvel ha preferito infatti affidare la regia all’inesperto Marc Webb, noto regista di video musicali e del lungometraggio 500 giorni insieme, mentre la sceneggiatura è stata affidata al trio Vanderbilt, Sargent, Kloves; mettendo sotto contratto il ventinovenne Andrew Garfield, precedentemente visto nel film The Social Network di David Fincher, per vestire i panni del nuovo Peter Parker, affiancando a questi la giovane Emma Stone in quello della fidanzata Gwen Stacy, personaggio che pallidamente aveva già fatto capolino al termine della penultima fatica del ‘tessi ragnatele’, rimischiando quindi le carte sin dall’inizio, ma pur sempre ricreando i primi indecisi voli dell’eroe in tuta rossoblu con tanto di patto indissolubile con il deceduto zio Ben, magistralmente interpretato da Martin Sheen, qui affiancato da Sally Field, nel ruolo di zia May. Il risultato finale è ben differente dal precedente primo capitolo, inevitabile la scelta di rifarsi alla serie a fumetti “Ultimate Spiderman” per non creare scomode similitudini con la prima fatica di Raimi, più ancorata ai primi episodi della serie classica. Alla fine il nuovo Peter Parker, ben interpretato da Garfield, nuova meritata stella del firmamento hollywoodiano, sembra più che altro un disadattato per scelta più che per problemi personali, come invece poteva sembrare quello interpretato da Maguire. Completa la pellicola un nemico, celebre e famoso come Lizard, l’uomo lucertola, interpretato dallo shakespeariano Rhys Ifans, già noto al grande pubblico per aver preso parte alla saga di Harry Potter e anche nel ruolo del coinquilino di Hugh Grant in Notthing Hill, capace di dare al personaggio di del dottor Connors la medesima dose di pathos che nel capostipite della serie diede a Goblin Willem Dafoe. Una serie di combattimenti e voli fra i grattacieli buoni tutti buoni per gli effetti tridimensionali completano un’opera che in termini di incasso è velocemente schizzata in testa alle classifiche di tutto il mondo. Da vedere e apprezzare se siete capaci di dimenticare velocemente le precedenti fatiche di Raimi. Astenersi gli aficionados della trilogia storica e i seguaci di un uomo ragno più legato alla serie a fumetti dei ’70.
Voto: * * *½
Ciro Andreotti