Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Emilio Estevez
Soggetto: dal libro “Off the Road: A Modern-Day Walk Down the Pilgrim’s Route Into Spain” di Jack Hitt
Fotografia: Juanmi Azpiroz
Montaggio: Richard Chew, Raúl Dávalos
Scenografie: Victor Molero
Costumi: Tatiana Hernandez
Musiche: Tyler Bates
USA/Spagna, 2010 – Drammatico – Durata: 123′
Cast: Martin Sheen, Emilio Estevez, Deborah Kara Unger,
Uscita: 27 giugno 2012
Distribuzione: 01 Distribution
Sale: 12
Nel nome del figlio
L’oculista americano Tom (Martin Sheen) viene richiamato in Europa dal gendarme Henry (Tchéky Karyo) poiché il figlio Daniel (Emilio Estévez), con cui non è mai riuscito a costruire un vero rapporto, è morto all’inizio del Cammino di Santiago, il percorso che unisce la Francia a Santiago De Compostela in Spagna, meta da secoli del pellegrinaggio di credenti d’ogni parte del mondo. Dopo averne fatto cremare il corpo, raccoglie così l’eredità filiale e, zaino in spalla, decide di portare con sé la cassetta con le ceneri di Daniel, iniziandole a spargere attraverso tutte le principali tappe del viaggio. Lungo il cammino incontra svariati personaggi, ognuno spinto fin là da una motivazione molto personale: la connazionale Sarah (Deborah Kara Unger), che sta cercando di smettere di fumare; l’esuberante Joost (Yorick van Wageningen), in cammino con la malriposta speranza di dimagrire; lo scrittore Jack (James Nesbitt), affetto da blocco della creatività, qui nel tentativo di ritrovarla. I quattro, tra litigi e dissapori, si uniranno nell’auspicio di tornare indietro, se non proprio con i loro desideri realizzati, almeno come persone migliori…
Questo Il cammino per Santiago, distribuito da noi due anni dopo la sua realizzazione, ha molto in sé di (auto)biografico: l’idea di fondo risale innanzitutto ad un vero pellegrinaggio compiuto pochi anni prima in quei luoghi da Martin e dal figlio di Emilio, Taylor; il regista, pur vivo e vegeto, è comunque il primogenito del protagonista di Apocalypse now e, almeno potenzialmente, il figlio più importante; il soggetto è stato in parte tratto dai libro “Off the Road: A Modern-Day Walk Down the Pilgrim’s Route Into Spain” di Jack Hitt, nel quale non è difficile rintracciare il personaggio omonimo di Jack.
Il film di Emilio Estevez si porta dentro la forza della sincerità, avvolgendo lo spettatore col volto ormai rassicurante di Martin e condendolo con apparizioni sporadiche dello stesso autore. Certo, un cammino di cinquecento miglia non può essere raccontato in meno di due ore, ma, dalla metà in poi si comincia ad avvertire un po’ troppa carne messa al fuoco ed alcuni episodi appaiono veramente stonati, come quello del furto da parte del ragazzino zingaro con annessa entrata in scena del padre che onestamente restituisce il maltolto, reclamando così l’integrità della sua gente, sconfinando però nel folkloristico. Anche la messa in scena di alcuni luoghi comuni, come il pellegrino olandese che deve necessariamente fare uso di droghe, solo perché nel suo paese sono depenalizzate – che sarebbe l’equivalente di far comparire il solito italiano con pizza & mandolino in mano – o la donna americana isterica che deve smettere di fumare non sono affatto delle grandi trovate.
A parte il personaggio di Tom, che non a caso è un oculista poco oculato, uno che fa vedere gli altri ma che non è riuscito a scorgere i tormenti interiori di un figlio, gli altri tre componenti il quartetto sono davvero poco sopportabili.
Ma il fascino delle immagini e dei panorami dei Pirenei, un particolare gusto nella scelta dei brani della colonna sonora e la sincerità palpabile in tutto il progetto lo riscattano pienamente, rendendo il cammino interiore e reale di Tom un atto palesemente laico, facendolo così sovrapporre ad ogni nostro percorso di vita.
Raro perché… è un film apparentemente religioso, ma in realtà molto laico.
Voto: * * *
Paolo Dallimonti