Scheda film
Regia: Giovanna Gagliardo
Soggetto: Giovanna Gagliardo, Carlo Macchitella, Alessandra Acciai
Sceneggiatura: Giovanna Gagliardo, Enrico Medioli
Fotografia: Roberta Allegrini, Massimiliano Maggi
Montaggio: Annalisa Forgione
Scenografie e Costumi: Paola Marchesin
Musiche: Gianluca Podio
Suono in presa diretta: Emanuele Cicconi, Gianmarco De Candia
Italia, 2011 – Docu-fiction – Durata: 78‘
Cast: Enrico Ianniello, Lea Gramsdorff, Edie Samland, George Meyer, Giuseppe De Rosa, Veronica Raucci
Uscita: 15 giugno 2012
Distribuzione: BIM
Sale: 5
Il gelo dopo Berlino (e New York)
“Il comunismo è morto, il capitalismo non sta tanto bene”: la battuta, molto in voga a metà degli anni novanta, è l’assunto di questo Venti anni di Giovanna Gagliardo. Attraverso le vicende di Giulio (Enrico Ianniello) e Marta (Lea Gramsdorff), conosciutisi nel 1989, allora ventenni, sotto al muro di Berlino che crollava e rincorsisi lungo i quattro lustri seguenti, fino ad un altro crollo, quello della Lehman Brothers, dove fino a quel momento Giulio ha lavorato, vuole mettere a confronto ed analizzare i due più grandi demoni del secolo scorso: il comunismo ed il capitalismo.
I due ragazzi, nel corso del loro cammino di vita, conducono le loro esistenze prima insieme, poi parallelamente, quindi ancora uniti: lui scala la finanza, pure in maniera spregiudicata, per poi avvertirne le responsabilità etiche ed infine venirne fagocitato e di conseguenza espulso; lei si confronta con il post-regime, con genitori fino ad allora sempre silenziosi – dei due il padre non regge il peso del nuovo (era forse un spia della Stasi?) e si impicca – e con il culto del poeta russo Josif Aleksandrovič Brodskij, sul quale scriverà dei libri.
Il grosso problema del film della Gagliardo risiede proprio nella forma, che finisce per annullare le pur buone intenzioni della regista: perché mettere in piedi una docu-fiction, anzi – per il prevalere dell’elemento di fantasia – una fiction-docu, con due personaggi inventati, ma molto simbolici e contornarli di immagini di repertorio, invece di costruire un film vero e proprio? Il risultato, sicuramente più economico, è che così i protagonisti sembrano delle figurine estremamente piatte e l’insieme finale somiglia più ad una ricostruzione filmata destinata ad una qualsiasi trasmissione televisiva.
Forse consapevole della fragilità del suo progetto – e comunque per dargli maggiore spessore – la Gagliardo chiude la sua opera con una non disprezzabile serie di dichiarazioni di personaggi – questi reali – più o meno noti: l’artista Michelangelo Pistoletto, il docente di diritto commerciale alla Bocconi Guido Rossi, il commissario della Repubblica Federale Tedesca per il riordino degli archivi della Stasi Marianne Birthler, l’economista francese Jean-Paul Fitoussi, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede dal 1984 al 2006 al fianco di Papa Giovanni Paolo II Joaquìn Navarro-Valls ed il professore di Storia Contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane a Firenze Ernesto Galli Della Loggia.
Difficile dare un giudizio ad un film a tesi come questo, di fronte al quale si rischia di rimanere interdetti come i due protagonisti di fronte alle loro vite: ottime le intenzioni, originali le riflessioni e le interpretazioni delle due forme di economia – rivelatesi storicamente assolutamente insufficienti – ma poco convincente il risultato finale.
Raro perché… è un’originale riflessione, ma poco interessante.
Voto: * *½
Paolo Dallimonti