Scheda film

Regia: Giorgio Pressburger
Soggetto: Giorgio Pressburger, tratto da: “Lei dunque capirà” di Claudio Magris
Sceneggiatura: Paolo Magris
Fotografia e Montaggio: Giovanni Ziberna
Scenografie: Maria Ida Clementel
Musiche: Alessandro Carparelli
Italia/Spagna, 2011 – Fantastico – Durata: 70‘
Cast: Sarah Maestri, Gabriele Geri
Uscita: 25 maggio 2012
Distribuzione: Mediaplex Italia

Sale: 2

 C’è chi Euridice no

Una giovane donna (Sarah Maestri) cerca di fuggire da una misteriosa e labirintica Casa di Riposo con l’aiuto del marito (Gabriele Geri). Il suo viaggio verso un’apparente vita normale è costellato dal passaggio attraverso sotterranei, uffici, sterrati, corridoi, angoli e campi ed è segnato dalla presenza di un “Presidente”, niente più che un’irrinunciabile ombra, cui la ragazza si rivolge in un ininterrotto monologo. Ma la richiesta, accolta, di dimissioni dalla “Casa”, verrà all’ultimo rifiutata dalla stessa donna, contro il desiderio del marito, e con essa il suo sperato ed atteso ritorno, poiché ella non se la sarà sentita di affrontare e rivelare il segreto del luogo in cui fino a quel momento aveva soggiornato.
I due protagonisti, se non si era capito, si chiamano rispettivamente Euridice ed Orfeo e sono al centro di una rilettura contemporanea, dal punto di vista di lei, del celebre mito narrato da Virgilio e Ovidio, attuata prima nel monologo teatrale di Claudio Magris “Lei dunque capirà” e poi nella messa in scena cinematografica ad opera del grande intellettuale ungherese, ma italiano d’adozione, Giorgio Pressburger, che torna dietro la macchina da presa a trent’anni di distanza dal pasoliniano Calderon. Su una sceneggiatura di Paolo Magris, figlio di Claudio, e con la preziosa collaborazione al montaggio ed alla fotografia di Giovanni Ziberna, tra i fondatori della casa di produzione del film Sine Sole Cinema, la storia di Euridice viene raccontata con ampio dispiego di steadycam, a sottolineare la fluidità con cui la protagonista si muova nel mondo dei morti, dove ormai, tutto sommato, si trova a suo agio. Mentre Orfeo è sempre visto di spalle, fino a quando non tradirà il patto con gli dei – ossia, probabilmente, quel tanto citato “Presidente” che, “dunque capirà” – e sembra quasi voler fuggire dalla sua amata compagna, piuttosto che recuperarla. Ricca di riferimenti alla psicologia freudiana ed arricchita dalle suggestive scenografie di Maria Ida Clementel, benché girata a basso costo, l’opera riesce a catturare lo spettatore proprio per quell’aura di relativo mistero di cui è stata ammantata dai suoi realizzatori, grazie anche ad alcuni artifici da cinema del passato, come il fumo, e, non ultimi, a quegli echi da incubo kafkiano che vengono evocati dalla comparsa in scena del “Presidente”.
L’evocativo titolo potrebbe anche essere letto sia letteralmente come, appunto, un viaggio al di là del nulla, nel dopo-morte, ma anche come Dietro, il buio, a sottolineare il percorso di Orfeo, seguito da quell’oscurità senza fine in cui la moglie vuole ritornare ed in cui sarà costretta a restare.
Presentato con successo alla 68^ Mostra del Cinema di Venezia, il film è diventato parte integrante della mostra “La Trieste di Magris”, presentata a Barcellona da marzo a luglio 2011.
Non perdete i titoli di coda, nei quali, sulle note della struggente canzone “Euridice” di Roberto Vecchioni, Orfeo cerca faticosamente una nuova vita nel mondo reale, mentre la sua compagna sembra invece aver trovato per sempre la pace. Un film nel film: anche questo da brivido.
Raro perché… è un’operazione culturalmente molto elevata, figlia di alcune delle menti migliori a cavallo tra gli ultimi due secoli.

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti